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La guerra di trincea
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Il casus belli
L'arciduca ed erede al trono d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando venne ucciso a Sarajevo. A compiere l'attentato fu un nazionalista serbo-croato, sostenitore dell'annessione della Bosnia alla Serbia. L'Austria-Ungheria attribuì la responsabilità dell'attentato alla Serbia, forte del pieno sostegno della Germania, inviò a Belgrado un ultimatum. La Serbia non accettò la violazione della propria sovranità. Si arrivò quindi allo scoppio della guerra. -
La neutralità dell'Italia
In un primo momento l'Italia di Salandra proclama la propria neutralità, facendo appello alla natura difensiva della Triplice Alleanza, essendo stata l'Austria a dichiarare guerra alla Serbia. In Italia si scatena un acceso dibattito tra neutralisti (cattolici, socialisti riformisti, liberali di Giolitti) e interventisti (nazionalisti, irredentisti, liberali di destra, socialisti e sindacalisti rivoluzionari, il re Vittorio Emanuele III e Salandra). -
La dimensione mondiale della guerra
A seguito della dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria, la Russia prende le difese della Serbia, questo fece scattare il meccanismo degli accordi della Triplice Alleanza e della Triplice Intesa (erano a scopo difensivo, ma dovevano andare in aiuto dei paesi attaccati). La Germania dichiara guerra alla Russia e alla Francia, che si era mossa in difesa della Russia. Il Regno Unito dichiara guerra all'Austria-Ungheria. Il Giappone si schiera al fianco dell'Intesa. -
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Guerra italo-austriaca
Il teatro di guerra italo-austriaca furono il Trentino e il Friuli. Qui le truppe italiane attaccarono a est le difese austriache per conquistare Trieste. Le offensive tra i due schieramenti si ripeterono senza esigui guadagni territoriali. Le truppe italiane erano guidate da Cadorna, che era specializzato nella guerra di posizione e impreparato nella guerra di trincea. Quest'ultimo professò un comando autoritario e una disciplina inflessibile, accusò di disfattismo il fronte interno. -
Il patto di Londra e l'entrata in guerra dell'Italia
Il Patto di Londra fu un trattato segreto, stipulato tra il governo italiano, con l’appoggio del re Vittorio Emanuele III e dell’esercito, e i governi della Triplice Intesa.
L’accordo prevedeva che l'Italia entrasse in guerra al fianco dell'Intesa contro gli imperi centrali; in cambio in caso di vittoria avrebbe ottenuto il Trentino, la Venezia Giulia, l'Istria con l'esclusione di Fiume, la Dalmazia.
Il Regno d'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915. -
La guerra sui mari e sottomarina
Gli inglesi istituirono un blocco navale, impedendo agli Imperi centrali di ricevere derrate e materie prime. La Germania reagì dichiarando zona di guerra il Mar del Nord e procedendo con il siluramento di ogni imbarcazione giudicata “nemica”. Gli U-Boot tedeschi affondarono anche Il transatlantico americano Lusitania, causando la morte di numerosi passeggeri che vi erano a bordo.
Gli Stati Uniti chiesero ufficialmente alla Germania il blocco dei siluramenti alle navi mercantili. -
L'intervento degli Stati Uniti
Dopo la ripresa della guerra sottomarina tedesca, il presidente degli Stati Uniti Wilson riuscì a vincere le correnti isolazionistiche del Congresso e fu dichiarata guerra alla Germania. Gli statunitensi avrebbero impiegato mesi per entrare nel conflitto, in questo lasso di tempo era necessario che gli Imperi Centrali piegassero la resistenza avversaria. Germania e Austria-Ungheria elaborarono azioni di guerra che sarebbero dovute essere risolutive, ma così non fu. -
Disfatta di Caporetto e reazione dell'Italia
I soldati austro-ungarici scatenarono l'offensiva spezzando in due lo schieramento avversario e penetrando in territorio italiano per 140 km. I soldati italiani furono colti alla sprovvista e cedettero allo schianto. Cadorna gettò sulle truppe ogni tipo di responsabilità. La gravissima situazione al fronte provocò un'immediata reazione istituzionale. Al governo fu messo Orlando e Cadorna fu destituito: al suo posto fu nominato Diaz. Un'ondata di patriottismo investì il Paese. -
Il ritiro della Russia
In Russia la guerra aveva prodotto in due anni e mezzo una crisi economica senza precedenti e fatto perdere circa 6 milioni di uomini, si scatenò così la rivoluzione che portò alla caduta dello zar Nicola II (1917). Lenin, assunto il potere, abbandonò la lotta contro Germania e Austria-Ungheria. I russi siglarono la pace di Brest-Litovsk, che comportò per loro perdite gravissime: Finlandia, Ucraina, Paesi baltici, Polonia e Bielorussia. -
La resa dell'Austria-Ungheria
L'attacco decisivo dell'Austria sul fronte italiano fu respinto, a un anno di distanza dalla disfatta di Caporetto. I soldati di Diaz raccolsero le forze e avanzarono sconfiggendo gli austriaci a Vittorio Veneto, l'armistizio fu firmato nei pressi di Padova il 3 novembre, mentre gli italiani occupavano Trentino e Trieste. L'impero asburgico si dissolveva: ungheresi, cechi e slavi dichiararono la propria indipendenza da Vienna. L'Austria divenne una Repubblica. -
Il crollo della Germania
I tedeschi attuarono l'ultimo attacco, scegliendo per lo sfondamento il punto in cui la linea difensiva francese incontrava quella inglese. L'offensiva fu attuata poco prima dell'arrivo degli americani. I tedeschi arrivarono fino a Marna, ma la controffensiva avversaria, con l'aiuto dei soldati americani, li costrinse a retrocedere. Decisiva fu la battaglia di Aimes che sancì il crollo della Germania. Il fronte interno tedesco crollò e fu firmato l'armistizio di Rethondes, senza condizioni. -
I trattati di pace
La Germania si vide costretta a cedere territori alla Francia, alla Danimarca, alla Polonia e alla Cecoslovacchia. Inoltre i tedeschi dovettero pagare elevati debiti di guerra, persero le colonie africane e furono costretti a ridimensionare l'esercito.
L'impero austroungarico si dissolse e nacquero nuovi Stati (Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia), dovette inoltre cedere dei territori a Italia (Trentino, Trieste, Istria) e Jugoslavia (Dalmazia e Fiume). -
Conseguenze della Grande Guerra
La fine della guerra provocò umiliazione e risentimento della Germania, tensioni etniche dovute a minoranze croate e slovene in Jugoslavia, minoranze tedesche in Cecoslovacchia e Polonia. La vittoria dell'Italia fu mutilata in quanto Fiume e Dalmazia, che le erano state promesse, andarono alla Jugoslavia e fu tagliata fuori dalla spartizione delle colonie tedesche.
Vi furono inoltre conseguenze di tipo sociale dovute al calo demografico e al rinserimento problematico dei reduci.