La storia dell'arte: dalla preistoria all'arte gotica

  • 35,000 BCE

    L'ARTE RUPESTRE

    L'ARTE RUPESTRE
    Le prime forme di rappresentazione che potremmo definire "artistiche" risalgono al paleolitico superiore.
    Fra le espressioni artistiche preistoriche, assumono particolare rilievo: la pittura, la scrittura e i graffiti rupestri).
    Il loro significato va ricercato all'interno della magia e dei riti propiziatori
  • 30,000 BCE

    I GRAFFITI

    I GRAFFITI
    E' proprio per propiziarsi la caccia che vengono eseguite le prime forme di rappresentazione figurativa, all'interno o nelle immediate vicinanze delle caverne dall'uomo abitate.
    Si tratta essenzialmente di rappresentazioni di animali da cacciare, e più raramente, di cacciatori, guerrieri, stregoni e di figure femminili o parti atomiche umane stilizzate.
    Le tecniche utilizzate sono il graffito e la pittura.
    I colori, proprio perchè ricavati dalla natura, hanno quasi sempre tonalità calda.
  • 24,000 BCE

    LE VENERI PREISTORICHE

    LE VENERI PREISTORICHE
    Le veneri preistoriche (paleolitico) rappresentano figure femminili in pietra, osso, avorio o steatrite, alte non più di 6-25 centimetri.
    La loro caratteristica principale è l'esagerata accentuazione di determinate parti del corpo della donna (glutei, seno, ventre).
    Esse rappresentano la fertilità della donna, e assumono significato magico-propiziatorio: si pensa che potessero essere impiegate per propiziare la fertilità della donna, favorendo sia la procreazione che la disponibilità di cibo.
  • 6000 BCE

    l'ARCHITETTURA RUPESTRE (abitazioni e luoghi magici)

    l'ARCHITETTURA RUPESTRE (abitazioni e luoghi magici)
    L'uomo, una volta scoperto l'agricoltura e l'allevamento e acquisita la sua sedentarietà, stabilisce la propria abitazione: si trattava di enormi pietre, opportunamente sagomate e disposte con strategiche finalità e funzioni, chiamati megalitici.
    La più semplice di queste era il MEHIR: un monolite, un enorme blocco di pietra conficcato nel suolo.
    vi era poi il DOLMEN, costituito da uno più elementi monolitici.
    Più complesso era il CROMLECH, grandi costruzioni megalitiche a pianta circolare.
  • 3500 BCE

    LE ZIGGURAT

    LE ZIGGURAT
    All'interno delle grandi città sumeriche, sorgono queste gigantesche strutture chiamate anche "montagne di Dio".
    Tali strutture, con pianta quadrangolare, sono costituite da più piattaforme sovrapposte, ciascuna accessibile mediante rampe o scalinate esterne.
    Alla sommità di esse si trova la cella del tempio, contenente le statue degli dei.
    Nelle piattaforme sottostanti vi erano: sale di rappresentanza, luoghi di riunione, e talvolta al piano terreno, botteghe e magazzini
  • 3007 BCE

    LE MASTABE EGIZIE

    LE MASTABE EGIZIE
    Le mastabe, tombe monumentali risalenti alle prime dinastie faraoniche erano usate per la sepoltura dei faraoni e dei loro familiari. Riunite in necropoli, costituivano delle vere e proprie città dei morti. La mastaba si compone essenzialmente di due parti: la prima, sotterranea, è costituita da un pozzo, in cui viene calato il sarcofago del defunto; la seconda, quella in superfice, ha la funzione di chiudere per l'eternità il pozzo, accogliendo camere e celle per offerte e preghiere.
  • 2900 BCE

    LA SCULTURA VOTIVA

    LA SCULTURA VOTIVA
    I sumeri sono fra i primi a elaborare una vera e propria religione. Essa si basava sull'esistenza di varie divinità che personificano le forze della natura.
    Si trattava per lo più di statuette votive in terracotta o pietra calcarea, offerte alle divinità per esprimere devozione e ringraziamento, raffiguranti figure antropomorfe.
    Il loro obbiettivo non era tanto rispecchiare la realtà, rendendo riconoscibile il personaggio, quanto presentare il suo ruolo.
  • 2600 BCE

    LE PIRAMIDI DI DJOSER E CHEOPE

    LE PIRAMIDI DI DJOSER E CHEOPE
    Inizialmente le piramidi non sono che grandiose sovrapposizioni di mastabe una sull'altra, la più antica delle quali è la piramide di Djoser. La costruzione è formata da 6 enormi piattaforme, realizzati con blocchi di pietra calcare ed è una struttura piena.
    La piramide a gradoni, ha come evoluzione la piramide a facce lisce, la cui più nota la piramide di Cheope: la struttura interna rimane inalterata, mentre i gradoni esterni vengono coperti da un rivestimento di lastroni in pietra calcarea.
  • 2550 BCE

    LE SFINGI

    LE SFINGI
    Le sfingi sono statue gigantesche, le quali assumevano spesso il ruolo di guardiani dei templi e delle tombe. Un esempio piuttosto noto è la sfinge di Giza, posta a ben 47 secoli a guardia simbolica delle piramide di Chefren. Direttamente scolpita in una collinetta calcarea, alta circa 20 metri e lunga 73, rappresenta un essere straordinario con il corpo di leone accovacciato e la testa umana.
  • 2520 BCE

    MICERINO E LA MOGLIE KHAMERER-NEBTI

    MICERINO E LA MOGLIE KHAMERER-NEBTI
    In questa scultura sono riassunte la maggior parte delle caratteristiche simboliche richieste a una scultura egizia: il faraone è in posizione stante, con il busto frontale e la gamba sinistra avanzata. Indossa il nemes, il classico copricapo dei faraoni, le braccia sono rigidamente stese lungo i fianchi e i pugni stringono due scettri. La regina, anch'essa stante, più bassa e minuta, ha i piedi uniti e indossa un lungo Kalasiris. Ella cinge la vita del marito: simbolo di un unione felice.
  • 2450 BCE

    IL BASSORILIEVO

    IL BASSORILIEVO
    I sumeri realizzano anche bassorilievi con scene di guerre e di animali. Tale tecnica consiste nell'incidere una lastra di pietra in modo che la parte figurata abbia un certo rilievo rispetto al fondo.
    Una delle più note è la Stele degli Avvoltoi, risalente circa al 2450a.c in pietra calcarea (180cm). Raffigura il re Lagash, Ennantum, che marcia alla testa del suo potente esercito contro la città nemica Umna. E' oggi conservato al Museo di Louvre, Parigi.
  • 2445 BCE

    STATUETTE E COLOSSI

    STATUETTE E COLOSSI
    La solennità egizia viene meno quando si raffigurano servi intenti ai loro lavori. Le statuette di questo tipo, sono solitamente in terracotta o legno, sono di piccole dimensioni e sono caratterizzate da una forte vivacità espressiva e dall'immediatezza con la quale se ne riconoscono le azioni.
    Di dimensioni maggiori, ma con simili caratteristiche è l'antichissimo scriba seduto (necropoli di Saqqara), scolpito il calcaree dipinto.
  • 2219 BCE

    LA PITTURA EGIZIA

    LA PITTURA EGIZIA
    Per gli Egizi dipingere significa campire: riempire il contorno di una figura disegnata su una superfice muraria liscia. La tecnica egizia consiste nel mescolare gli elementi coloranti base, con un agglutinante e albume d'uovo. La pittura egizia è fortemente legata alla religione: è utilizzata soprattutto per decorare empi e tombe, creando cosi un ambiente familiare per il defunto. Essa segue delle regole precise riguardanti le proporzioni, i colori e la rappresentazione della figura umana.
  • 1919 BCE

    MADONNA DI SANTA TRINITA'

    La grande tavola, rappresenta una monumentale Madonna in trono con il bambino, contornata da 8 angeli e 4 profeti. Mediante l’uso del chiaroscuro e l’invenzione dell’architettonico trono, l’artista suggerisce una complessità spaziale, ulteriormente accentuata dalla soluzione per la rappresentazione dei quattro profeti. Cimabue, conferisce ai lineamenti di Maria dei tagli decisi, quasi spigolosi, attraverso i quali però, traspare l’accenno di un sorriso soave e umanissimo.
  • 1900 BCE

    ETEMANKI

    ETEMANKI
    Al centro dell'importante città di Babilonia troviamo l'Etemaki, che letteralmente significa "casa del Fondamento del cielo e della Terra". Si tratta di una gigantesca Ziggurat a pianta quadrata con sette gradoni sovrapposti, alta forse 90 metri. Quest'ultima era collegata al tempio di Marduk, il più importante è per i babilonesi.
  • 1800 BCE

    I NURAGHI

    I NURAGHI
    Particolari sono i nuraghi, la cui diffusione è però limitata alla Sardegna.
    Si ratta di costruzioni megalitiche di forma tronco-conica aventi un unico ingresso, posto solitamente a Est o Sud.
    All'interno vi possono essere anche diversi locali, collocati su uno o più piani collegati da scale di legno o giardini ricavati nelle spesse murature.
    Sono diverse le funzioni dei nuraghi: rituali, difensive, di riunione, di deposito e persino, di abitazione
  • 1760 BCE

    LA STELE DI HAMMURAPI

    LA STELE DI HAMMURAPI
    Si tratta di un blocco di basalto di 225 centimetri, rinvenuto negli scavi archeologici di Susa (attuale Iran), sul quale il re Hammurapi, fece incidere sul fronte e sul retro 282 leggi in carattere cuneiforme. Di conseguenza, rappresenta la prima testimonianza storica dell'applicazione del diritto. Solo la zona frontale superiore è decorata da un bassorilievo raffigurante il re, in piedi in alto a sinistra, nell'atto di ricevere simbolicamente le leggi da Shamah, dio del Sole.
  • 1700 BCE

    La pittura parietale: IL GIOCO DEL TORO

    La pittura parietale: IL GIOCO DEL TORO
    Il dipinto, proveniente dal palazzo di Cnosso, mostra, su uno sfondo turchese monocromo, due fanciulle (a tinta chiara) e un giovinetto (a tinta scura), intenti a cimentarsi nello sport allora più popolare: il salto acrobatico sul toro.
  • 1700 BCE

    IL PALAZZO DI CNOSSO

    IL PALAZZO DI CNOSSO
    Il palazzo di Cnosso costituiva il centro politico, religioso ed economico dell'impero marittimo minoico e possedeva inoltre un carattere sacro. Il palazzo ricopriva una superficie di 22000 m², era a più piani e a pianta molto complessa e intricata. Pare potesse ospitare fino a 12 000 persone e conteneva 1 300 stanze, sale per il culto e per i ricevimenti, gli alloggi del re, della regina e dei funzionari dell'amministrazione. Le colonne in legno, erano sormontate da capitelli d'oro.
  • 1550 BCE

    TAZZA DI VAFIO'

    TAZZA DI VAFIO'
    Il prezioso recipiente presenta la parte esterna decorata con scene a sbalzo rappresentanti la cattura di alcuni tori; mentre l'interno è rivestito di una lamina liscia. Un toro carica a testa bassa due cacciatori, uno dei quali, travolto, cade rovinosamente a terra, mentre l'altro, infilzato dalle corna, viene laciato in aria.
  • 1550 BCE

    MASCHERA DI AGAMENNONE

    MASCHERA DI AGAMENNONE
    La maschera, realizzata in lamina d'oro, proveniente da Micene, è la più raffinata tra quelle ritrovate nelle tombe reali. Una linea incavata sottolinea le palpebre chiuse, la barba e i baffi dalla linea ondulata nobilitano il personaggio raffigurato.
  • 1550 BCE

    IL RHYTON

    IL RHYTON
    Si tratta di un vaso di steatite per le libagioni, dotato di fori, sul collo e in corrispondenza delle narici, per immettere e versare liquidi. La steatite è lavorata con estrema precisione, tanto che i ciuffi del pelo sono incisi sul muso e tra le corna. Gli occhi, in cristallo di rocca, danno un soffio di vitalità.
  • 1550 BCE

    LA DEA DEI SERPENTI

    LA DEA DEI SERPENTI
    Nel periodo neo palaziale fu molto intensa la produzione di statuette votive in ceramica smaltata rappresentanti l dea dei serpenti. Tutte indossano il tipico abito a falde ricadenti, bloccato sui fianchi da un elemento a sella che sembrerebbe realizzato in stoffa più pesante. Nell'immagine, la statuetta ha le braccia allargate e stringe tra le mani dei serpenti, mentre un gatto le sormonta la testa.
  • 1450 BCE

    Tomba a Tholos: IL TESORO DI ATREO

    Tomba a Tholos: IL TESORO DI ATREO
    La più celebre do queste architetture funerarie è il cosi detto tesoro di Atreo, nota anche come Tomba di Agamennone. Quest'ultima è composta da un corridoio lungo 36 metri e largo 6, una grande porta monumentale alta 5,40 metri e larga circa 2,70 sormontata da un architrave monolitico, la tholos vera e propria e da una camera sepolcrale, destinata a contenere il ricco corredo funebre
  • 1395 BCE

    LA TOMBA DELLO SCRIBA MENNA e IL FREGIO DELLE OCHE

    LA TOMBA DELLO SCRIBA MENNA e IL FREGIO DELLE OCHE
    Alcune note rappresentazione delle pittura egizia sono:
    il fregio delle oche, rinvenuto nella mastaba di Nefer Maat; è un dipinto su un fondo liscio di intonaco rifinito in gesso, rappresentante alcune anatre. La particolarità sta nella precisione del disegno, nell'accostamento dei colori e nell'esatta riproduzione delle proporzioni.
    E la tomba dello scriba Menna, la quale è una tempera su pietra calcarea, raffigurante una tipica scena di caccia con una tecnica meno rigida.
  • 1350 BCE

    TEMPIO DI AMON

    TEMPIO DI AMON
    Il tempio egizio più divino è quello dedicato ad Amon, dio del cielo e della fecondità. Sorge a karnak, presso l'antica Tebe e vi si accede attraverso la via degli Dei, un lungo percorso fiancheggiato da 40 monumentali sfingi in pietra con il corpo di leone accovacciato e la testa di ariete.
  • 1348 BCE

    IL RITRATTO DI HACKENANTON

    IL RITRATTO DI HACKENANTON
    Caratterizzata da nuove forme espressive lontano dagli schemi fino ad adesso tramandati, Ackhenaton, su pietra calcarea, si fa rappresentare con una nuca particolarmente pronunciata, larghi occhi a mandorla, naso lungo e sottile, labbra carnose e mento rotondo e sporgente.
  • 1340 BCE

    BUSTO DELLA REGINA NEFERTITI

    BUSTO DELLA REGINA NEFERTITI
    Sposa del faraone Akhenaton. Il suo ritratto rivela un volto raffinato e austero, al quale il lunghissimo collo conferisce al contempo dolcezza e regalità. Contrariamente alle solite regole, la colorazione non è quella giallognola convenzionalmente riservata alle donne, ma appare bruna, mentre gli occhi e le sopracciglia sono messi in risalto dalla linea morbida del trucco.
  • 1325 BCE

    MASHERA FUNERARIA DI TUTANKHAMON

    MASHERA FUNERARIA DI TUTANKHAMON
    Nella scultura si percepisce il ritorno alle regole secondo le quali i ritratti non devono mai fare riferimento alla vera fisionomia dei personaggi. La maschera, è realizzata in oro con preziosi inserti di quarzo, lapislazzuli, smalti colorati e altre pietre dure. I lineamenti del volto fortemente stilizzati, il nemes a righe, caratterizzato dai simboli regali e la barba posticcia, simbolo di regalità, ricalcano con precisione le caratteristiche che una maschera funeraria doveva possedere.
  • 1300 BCE

    LA PORTA DEI LEONI

    LA PORTA DEI LEONI
    Nela città-fortezza di Micene, l'accesso viene garantito attraverso la maestosa e monumentale Porta dei Leoni, larga 3 metri e alta circa 3,20. Questa immette nell'acropoli, ed è costituita da una soglia, in parte incassata sotto il livello del terreno, due stipiti e un massiccio architrave, sovrastato da due leonesse rampanti ai lati di una colonna minoica. I feroci felini rappresentavano la potenza sia delle mura che della città. Infine, è affiancata da un baluardo per gli arcieri in difesa.
  • 1260 BCE

    RAMASSEUM

    RAMASSEUM
    Si tratta di un imponente tempio funerario dedicato a Ramsess II, uno dei faraoni più potesti e famosi. La struttura è la stessa di un tempo divino. Le sue gesta, le sue vittorie e la sua grandezza vengono celebrate con dipinti, bassorilievi o sculture
  • 950 BCE

    ANFORA E DECORAZIONE PROTO-GEOMETRICA

    ANFORA E DECORAZIONE PROTO-GEOMETRICA
    Il periodo di formazione (XII- VIII secolo) è detto anche geometrico proprio perchè gli oggetti di arte vascolare, erano tutti dipinti con decorazioni geometriche di grande precisione e fantasia. Alcune di esse erano semplici, altre più complesse (svastiche, greche, meandri). Uno degli esempi più comuni è quest'anfora in terracotta, con poche decorazioni in parte della superfice: 4 serie di cerchi concentrici neri, due per lato ed una fascia tra due linee sottili, la quale evidenzia la pancia.
  • 945 BCE

    IL SARCOFAGO DI HENNETAWI

    IL SARCOFAGO DI HENNETAWI
    Si tratta di tre sarcofaghi rinchiusi uno dentro l'altro. Sono realizzati in legno e presentano la caratteristica forma antropoide. Su tutti è dipinta simbolicamente la mummia della defunta riccamente acconciata e ingioiellata, con le braccia incrociate e la caratteristica maschera funebre che copre il volto. Il resto del corpo, dipinto a imitazione della bendatura , è ornato con scene rituali intercalate da numerosi riferimenti simbolici e rituali.
  • 760 BCE

    ANFORA FUNERARIA DEL LAMENTO FUNEBRE

    ANFORA FUNERARIA DEL LAMENTO FUNEBRE
    Quest'anfora, segnalante la presenza della tomba presso Dipylon, è a collo distinto, cosi detta in quanto a lunga boccatura, la quale si connette al corpo in modo netto. La decorazione consiste in 65 fasce sovrapposte dipinte a motivi geometrici. Esse percorrono tutta la circonferenza del vaso, con spessore diverso a seconda della loro posizione. Le decorazioni nere su sfondo rosso-terracotta sono costituite da una serie di greche, meandri e altre figure geometriche.
  • 713 BCE

    COPPIA DI LAMASSU'

    COPPIA DI LAMASSU'
    Alla nuova capitale assira, Dur-Sharrukin, si accede mediante una morta monumentale, a cui lati montano simbolicamente la guardia, alcuni giganteschi Lamassù, due dei quali oggi conservati al museo di Louvre.
    Scolpiti in parte a bassorilievo e in parte a tuttotondo, si tratta di benevoli tori alati dalla testa umana, realizzati in alabastro calcareo. Inoltre, per rappresentare il movimento sono costituiti da cinque zampe.
  • 600 BCE

    KLEOBI E BITONE

    KLEOBI E BITONE
    Le due statue, raffigurano appunto Kleobi e Bitone nella classica posizione stante. Le braccia molto muscolose sono leggermente flesse, e i polpacci appaiono evidenziati in modo quasi innaturale. La testa dei Kouroi è eccessivamente sovradimensionata e squadrata rispetto al resto del corpo; quest'ultima è ulteriormente accentuata da una voluminosa capigliatura, che ricade con 12 pesanti trecce. Anche il modellato delle ginocchia e del petto è poco realistico.
  • 575 BCE

    PORTA DI ISHTAR

    PORTA DI ISHTAR
    L'accesso alla nuova Babilonia veniva garantito da 9 porte monumentali, la più importante delle quali, aperta sulle mura settentrionali, era dedicata a Ishtar, dea dell'amore e delle guerra.
    Essa è esternamente ricoperta da mattonelle di ceramica invetriata di colore azzurro, sulle quali risaltano le figure decorative in rilievo rappresentanti, animali mostruosi , aventi la funzione simbolica di proteggere l'ingresso (tori, draghi squamati con testa e coda di serpente ecc..)
  • 565 BCE

    MOSCHOPHOROS

    MOSCHOPHOROS
    Il kouros citato, realizzato in marmo dell'Imetto, portante un vitello sulle spalle, al contrario degli altri, non è completamente nudo: indossa infatti una chlaina, il tipico mantello dei Greci, il quale aderendo al corpo, ne evidenzia la muscolatura. la testa è di forma ovoidale, ed è incorniciata da un'acconciatura di capelli ondulati che si raccolgono in trecce ricadenti sulle clavicole. Una barbetta liscia e frangia, priva di baffi, orla inferiormente il viso secondo la moda arcaica.
  • 550 BCE

    LA KORE

    LA KORE
    La kore è una giovane donna vesita con un lungo chitone e un himation, anch'essa come il Kouros in posizione stante. La veste ha la funzione di indicare il ruolo della donna nella società greca: moglie e madre. La kore è generalmente raffigurata con la testa eretta, i piedi uniti, un braccio steso lungo il fianco a reggere la veste e l'altro braccio ripiegato sul petto in atto di recare un vaso o un piatto con delle offerte.
  • 550 BCE

    IL KOUROS (di Milo)

    IL KOUROS (di Milo)
    Il kouros è un giovane uomo nudo, in posizione stante. La nudità ha la funzione di far risaltare il corpo attraverso il quale si esprimono qualità fisiche come la forza, l'esercizio e l'allenamento. Il kouros è generalmente rappresentato con la testa eretta, le braccia stese lungo i fianchi, i pugni serrati e la gamba sinistra leggermente avanzata. Un esempio è il Kouros di Milo, realizzato in marmo di Nasso. Quest'ultimo si distingue per la raffinatezza dell'anatomia e le proporzioni slanciate.
  • 550 BCE

    anfora a figure nere: EXECHIAS

    anfora a figure nere: EXECHIAS
    Si tratta di un'anfora a collo distinto con un lato raffigurante Achille che uccide Pentesilea e dall'altro Dioniso e Oinopion. I personaggi sono realizzati con la vernice nera su sfondo rosso-brunastro, e i dettagli sono realizzati graffiando la vernice.
  • 525 BCE

    LA TOMBA DELLE LEONESSE

    LA TOMBA DELLE LEONESSE
    La tomba delle leonesse è una tomba situata nella necropoli etrusca di Tarquinia, scoperta nel 1874. E' costituita da una camera unica con soffitto a doppio spiovente, al quale vi si accede attraverso un dromos a gradini. Le leonesse che danno il nome alla tomba, raffigurate nel timpano della parete di fondo, sono in realtà delle pantere, animali sacri a Dioniso.
  • 525 BCE

    IL SARCOFAGO DEGLI SPOSI

    IL SARCOFAGO DEGLI SPOSI
    La coppia semidistesa fra i cuscini di un triclinio, conserva ancora nei volti la rigidità del sorriso arcaico di evidente devozione greca. L'attenzione ai dettagli del vestiario e l'intimità affettiva sono tipicamente etruschi.
  • 510 BCE

    Cratere a figure rosse: EUPHRONIOS

    Cratere a figure rosse: EUPHRONIOS
    Il grande cratere raffigura il Sonno e la Morte che sollevano il corpo di Sarpedonte sotto la guida di Hermes. E' realizzato con la tecnica delle figure rosse, dipinte su sfondo nero. L'uso del colore è piuttosto vario, poichè pur limitandosi sempre al rosso e al nero, presentano varie diluizioni, creando cosi particolari più dettagliati.
  • 509 BCE

    TEMPIO DELLA TRIADE CAPITOLINA

    Il tempio più importante ed imponente di Roma antica era dedicato alla Triade Capitolina composta dagli Dei: Giove, Giunone e Minerva. Fu iniziato dal primo re etrusco Tarquinio Prisco e continuato da Tarquinio il Superbo. L’inaugurazione avvenne soltanto nei primi anni della Repubblica, nel 509 a.C., con il console Orazio Pulvillo. Le dimensioni dell’edificio ne fanno il più grande tempio tuscanico mai costruito.
  • 480 BCE

    EFEBO DI KRITIOS

    EFEBO DI KRITIOS
    Il giovane, realizzato in marmo di Paro, è caratterizzato dalla rotazione leggera della testa verso destra e dall'aver spostato il proprio peso sulla gamba sinistra arretrata. Di conseguenza il fianco corrispondente alla gamba portante, sporge in fuori, mentre il bacino ruota lievemente sollevandosi a sinistra. La gamba destra, sgravata dal peso è leggermente piegata. Questa perciò propone i caratteri dello stile severo: l'interesse per l'equilibrio delle parti del corpo e per la gravitazione.
  • 480 BCE

    Periodo arcaico: IL TEMPIO DI ATHENA E EGINA

    Periodo arcaico: IL TEMPIO DI ATHENA E EGINA
    Il tempio costituisce la dimora terrena degli dei. La disposizione interna di essi è caratterizzata dalla cella (naos), in cui si conserva la statua del dio, da una serie di colonne che lo circondano (peristasi), da colonne elevate su gradoni (crepidoma) e da un tetto a capanna. In base al numero e alla disposizione di colonne il tempio greco assumeva diverse denominazioni. Quest'ultimo è una costruzione periptera esastila; la peristasi è di 6x10 colonne doriche inclinate verso l'interno.
  • 475 BCE

    SOTADE, AURIGA DI DELFI

    SOTADE, AURIGA DI DELFI
    L'auriga, realizzata in bronzo, è rappresentata nell'atto di trattenere i cavalli e un carro. Ha il corpo rinchiuso in un'architettonico chitone. Alla solidità del corpo si contrappone il leggero movimento della testa, contornata dai capelli cesellati che si arricciano e si gonfiano sulle tempie, e del busto, leggermente incurvato all'indietro.
  • 460 BCE

    IL DISCOBOLO DI MIRONE

    IL DISCOBOLO DI MIRONE
    Il discobolo, letteralmente "lanciatore del disco", è una copia Romana di un originale in bronzo. La sua posizione è tale da suggerire l'intera sequenza della dinamica dell'azione, richiamando alla memoria sia i movimenti che hanno preceduto l'attimo raffigurato, sia quelli che lo seguiranno. Il busto si mostra frontale, mentre un grande arco, che sottolinea l'effetto di tensione, viene formato dal braccio dietro sollevato e lanciato indietro dalle spalle.
  • 460 BCE

    ZEUS (O POSEIDON) DI CAPO ARTEMISIO

    ZEUS (O POSEIDON) DI CAPO ARTEMISIO
    Realizzato in bronzo da Calamide, poichè permetteva una grande libertà compositiva, precisione dei dettagli, rappresenta il dio nell'atto di lanciare una folgore, o il tridente. Le gambe, divaricate, hanno trovato la posizione di bilanciamento: il piede sinistro infatti, è saldamente appoggiato a terra, mentre il destro vi poggia solo con la punta. Le braccia sono sollevate quasi a croce: in tal modo l'intera scultura è compresa all'interno di una figura pressochè quadrata.
  • 455 BCE

    IL DORIFORO DI POLICLETO

    IL DORIFORO DI POLICLETO
    Nel Doriforo, il "portatore di lancia", le dimensioni rispettano una regola ben precisa e le parti del si corrispondono proporzionalmente. La rigidezza della frontalità viene abbandonata: l'atleta è infatti, colto in movimento; è rappresentato gravitante sulla gamba destra, definita perciò anche gamba portante. Di conseguenza, il bacino a destra si solleva dalla parte della gamba portante e si abbassa lungo il lato opposto, mentre le spalle seguono il moto inverso.
  • 450 BCE

    I BRONZI DI RIACE

    I BRONZI DI RIACE
    Si tratta di due sculture bronzee: la prima raffigurante un giovane uomo dalla lunga capigliatura e dalla barba arricciata; un guerriero privo di scudo e armi, caratterizzato da spalle larghe e busto eretto tirato indietro, saldamente appoggiato a terra con ambedue le piante dei piedi, gravitante sulla gamba destra; il secondo bronzo è colto nella stessa posizione, ma la linea alba è flessuosa e arcuata e la testa è leggermente girata a destra.
  • 450 BCE

    FIDIA, APOLLO PARNOPIO

    FIDIA, APOLLO PARNOPIO
    Il Dio, che reggeva con la mano destra u ramoscello d'alloro, e con la sinistra un arco, è raffigurato nudo e in posizione stante. Il busto è ampio, le spalle sono larghe, i muscoli decisi e modellati con precisione. L'appoggio è sulla gamba sinistra, ma, contrariamente alle precedenti sculture, i piedi sono ben appoggiati a terra e ravvicinati: in tal modo il fianco sinistro non si solleva, conferendo solennità alla figura.
  • 450 BCE

    LA CHIMERA

    LA CHIMERA
    L’essere fantastico rappresentato nella statua di bronzo è formato da parti di vari animali. La testa è quella di un leone con le fauci aperte e sul collo la criniera irta. La coda invece è sostituita da un serpente con la bocca spalancata. Sulla schiena poi cresce una testa di capra. L’animale assume inoltre una posizione minacciosa e pare che stia per aggredire un avversario.
  • 447 BCE

    IL PARTENONE

    IL PARTENONE
    Il Partenone è un tempio di ordine dorico dedicato alla dea Athena, protettrice di Atene. E' un tempio octastilo, poichè ha otto colonne nel lato breve, periptero, perchè ha una fila di colonne attorno, e anfiprostilo, perchè ha colonne sia davanti che dietro il naos. La cella è divisa in tre navate, al cui centro si trova la statua di Athena, realizzata da Fidia in oro e avorio.
  • 420 BCE

    IL DIADUMENO DI POLICLETO

    IL DIADUMENO DI POLICLETO
    Il giovane è colto nel momento in cui si cinge il capo con la benda della vittoria che gli gonfia la chioma riccioluta; le sue braccia sono pertanto sollevate. La posa è la stessa del Doriforo, ma le membra più rilassate e dal tono più languido rendono morbida e aggraziata la figura. L'appoggio sulla gamba destra è molto insistito e ha come diretta conseguenza un maggiore spostamento dell'anca verso l'esterno.
  • 350 BCE

    TOMBA DELLA MONTAGNOLA

    TOMBA DELLA MONTAGNOLA
    E' il principale esempio di tomba a tholos. Alla camera si accede attraverso un lungo corridoio, dromos, edificato con grandi blocchi irregolarmente squadrati, disposti in filari orizzontali. Il primo tratto del dromos, in leggera discesa, è scoperto; poi, attraverso una porta delimitata da stipiti monolitici, si accede al dromos coperto, lungo il quale si aprono due celle rettangolari, anch’esse coperte a falsa volta.
  • 335 BCE

    SKOPAS, MENADE DANZANTE

    SKOPAS, MENADE DANZANTE
    Skopas mostra un corpo che, in preda ai furori dionisiaci e alla danza sfrenata e spasmodica, è mosso da un movimento che conferisce alla scultura una vitalità quasi selvaggia. La testa è rovesciata furiosamente all'indietro e piegata di lato, come trascinata dalla gran massa di capelli e lunghe ciocche ondulate. Le orbite profonde degli occhi, o sguardo verso l'alto, le labbra carnose e dischiuse sollecitano l'autore a identificarsi con lei per provare le sue stesse violente sensazioni.
  • 335 BCE

    PRASSITELE, HERMES CON DIO DIONISO BAMBINO

    PRASSITELE, HERMES CON DIO DIONISO BAMBINO
    Realizzata in marmo accuratamente levigato, rappresenta il momento della nascita di Dioniso. Le divinità sono perciò raffigurate in un momento di intimità: Hermes guarda sorridente il fratellino.
  • 320 BCE

    LISIPPO, APOXYOMNOS

    LISIPPO, APOXYOMNOS
    La statua raffigura un atleta che dopo la fatica dell'azione, si toglie di dosso l'olio e il sudore con lo strigile. La gamba destra non è più tesa, bensì flessa. Il bacino è ruotato, mentre i fianchi sono stretti e il torace allungato e sinuoso. Le spalle sono quasi su una linea orizzontale poichè le braccia sono sollevate, e la testa, ruotata verso destra, è lievemente inclinata su un lato.
  • 250 BCE

    ARCO DI VOLTERRA

    ARCO DI VOLTERRA
    Realizzata in giganteschi blocchi di tufo sovrapposti a secco, essa si inserisce nella preesistente cinta muraria in panchina, una caratteristica pietra calcarea del luogo. Verso l'eterno tre teste scolpite nella pietra, sottolineano la chiave di volta e le imposte dell'arco.
  • 200 BCE

    IPOGEO DEI VOLUMNI

    IPOGEO DEI VOLUMNI
    L’ipogeo dei Volumni è una tomba monumentale etrusca di età ellenistica, scoperta inviolata nel 1840 nei pressi di Perugia durante i lavori di costruzione di una strada. Questa, intagliata nella roccia tufacea, da accesso a un atrio rettangolare, con copertura a capanna. In fondo a tale atrio sii accede, mediante un portale sormontato da un timpano decorato, alla camera sepolcrale principale, in cui sono conservate statue votive e urne cinerarie.
  • 190 BCE

    NIKE DI SAMOTRACIA

    NIKE DI SAMOTRACIA
    La statua in marmo, sottoposta più volte a restauro, rappresenta la Nike mentre si specchiava nell'acqua di un ninfeo, la quale si mostra ad ali spiegate. Il vento modella il suo corpo, contro cui si incolla la veste leggera che quasi si dissolve, mettendo in evidenza i seni turgidi, le curve morbide del ventre e il leggero infossamento dell'ombelico.
  • 160 BCE

    ALTARE DI PERGAMO

    ALTARE DI PERGAMO
    L'altare è una ricomposizione al Pergamonmuseum di Berlino dedicata ad Athena Nikephoros e Zeus Soter. La parte superiore è costituita da un duplice porticato con colonne di ordine ionico. Il primo segue esternamente il perimetro della piattaforma superiore ad ali avanzate, sottolineate da un alto muro; il secondo, interno, è realizzato con coppie di colonne poste su un piedistallo e collocate dorso contro dorso, con una sottile anima in muratura che le collega.
  • 110 BCE

    LA COLONNA TRAIANA

    LA COLONNA TRAIANA
    La Colonna Traiana, collocata nel foro di Traiano, è un monumento innalzato a Roma tra il 110 e il 113 d.c per celebrare la conquista della Dacia da parte dell'imperatore Traiano: rievoca infatti, tutti i momenti salienti di quella espansione territoriale. La cella alla base aveva la funzione di sepolcro per le ceneri dell'imperatore. Si tratta della prima colonna coclide mai innalzata.
  • 104 BCE

    TERME DI TRAIANO

    TERME DI TRAIANO
    Il complesso fu iniziato dall’imperatore Traiano nel 104 d.C. e da lui stesso inaugurato il 22 giugno del 109 d.C. Il complesso, che misurava nella sua estensione massima 330 x 315metri. Tutti gli ambienti delle terme erano coperti da volte e da cupole ed erano sempre rivestite di mosaici e pregiati marmi colorati.
  • 69 BCE

    COLOSSEO (ANFITEATRO FLAVIO)

    COLOSSEO (ANFITEATRO FLAVIO)
    E' in grado di contenere tra i 50 000 e 87 000 spettatori. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 70 d.C. Fu inaugurato da Tito nell'80 d.C., e ultimato da Domiziano nel 90. La struttura esprime le concezioni architettoniche e costruttive romane della prima Età imperiale, basate rispettivamente sulla linea curva e avvolgente offerta dalla pianta ellittica e sulla complessità dei sistemi costruttivi. Archi e volte sono concatenati tra loro in un serrato rapporto strutturale.
  • 64 BCE

    DOMUS AUREA

    DOMUS AUREA
    La Domus Aurea era la villa urbana costruita dall'imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. Le principali caratteristiche erano costituite da una distribuzione sparsa degli edifici, inseriti in un paesaggio con viste panoramiche sul mare tramite terrazze, giardini e portici. Si tratta dunque, di un insieme di circa 150 ambienti.
  • 53 BCE

    PANTHEON

    PANTHEON
    È composto da una struttura circolare unita a un portico in colonne corinzie che sorreggono un frontone. La grande cella circolare, detta rotonda, è cinta da spesse pareti in muratura e da otto grandi piloni su cui è ripartito il peso della caratteristica cupola emisferica in calcestruzzo che ospita al suo apice un'apertura circolare detta oculo, che permette l'illuminazione dell'ambiente interno.
  • 38 BCE

    ACQUEDOTTO CLAUDIO

    ACQUEDOTTO CLAUDIO
    Fu realizzato tra il 38 e il 52 d.c dagli imperatori Caligola e Claudio. Il suo percorso si estende per circa 70km.
  • 27 BCE

    ARCO DI AUGUSTO A RIMINI

    ARCO DI AUGUSTO A RIMINI
    L'Arco di Augusto di Rimini è il più antico arco romano esistente. Costruito nel 28 a.C, fu dedicato dal Senato romano all'imperatore Augusto. Segnava la fine della via Flaminia che collegava la città romagnola alla capitale dell'impero. La sua massima altezza è di 17,50m, mentre la larghezza di 14,90m.
  • 23 BCE

    TEATRO DI MARCELLO

    TEATRO DI MARCELLO
    Il teatro fu iniziato da Giulio Cesare; Augusto riprese il progetto, procedendo a nuovi espropri per ampliare la superficie ed erigere un edificio più grande. Probabilmente completato già nel 17 a. C. quando venne utilizzato in occasione dei ludi secolari, fu dedicato nel 13 o 11 a.C., dandogli il nome di Marcello, al nipote dell'imperatore, destinato alla successione, morto a Baia nel 27
  • 14 BCE

    PONTE DI AUGUSTO E TIBERIO A RIMINI

    PONTE DI AUGUSTO E TIBERIO A RIMINI
    Fu iniziato nel 14 d.c da Augusto e ultimato da Tiberio nel 21 d.c.
    Costruito in pietra d'Istria come l'Arco, da esso riprende anche lo stile sobrio e allo stesso tempo armonico. La struttura è composta di 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi. La grandezza di questi archi varia in maniera crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove si trova l'arco più grande. Ai bordi della pavimentazione presenta alcune lastre di pietra con iscrizioni latine.
  • 9 BCE

    ARA PACIS

    ARA PACIS
    L'Ara Pacis Augusta è un altare fatto costruire da Augusto nel 9 a.C. e intende simboleggiare la pace e la prosperità. E' costituita da un recinto quasi quadrato in marmo, elevato su basso podio, nei lati minori del quale si aprivano due porte, larghe 3,60 metri; a quella anteriore si accede da una rampa di nove gradini; all'interno, sopra una gradinata, si erge l'altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo, esterno e interno.
  • 176

    COLONNA DI MARCO AURELIO

    COLONNA DI MARCO AURELIO
    Eretta tra il 176 e il 192 per celebrare le vittorie dell'imperatore Marco Aurelio. E' una colonna coclide, alta 29,6 metri e formata da 27 enormi rocchi sovrapposti di marmo lunense, leggermente rastremati verso l'alto, con diametro che varia da 3,80 a 3,65 metri. Un fregio disposto a spirale, alto circa un metro e mezzo, si avvolge intorno al fusto per 21 volte. Il rilievo mostra scene di battaglia e schiere di nemici vinti durante le guerre combattute dai Romani, per un totale di 116 scene.
  • 200

    BATTISTERO DI SAN GIOVANNI

    BATTISTERO DI SAN GIOVANNI
    E' il principale edificio romanico fiorentino. Costruito nel corso del 200, venne ulteriormente accresciuto e decorato. Presenta una semplice pianta ottagonale, la copertura è doppia. All’esterno si ha un tetto rivestito di lastre di marmo bianco a forma di piramide con base ottagonale. La sommità dell’edificio infine, si conclude con una lanterna in marmo bianco, e la sua copertura è sostenuta da otto colonnine.
  • 295

    PALAZZO DI DIOCLEZIANO

    PALAZZO DI DIOCLEZIANO
    Si trova in Croazia; Si tratta di un imponente complesso architettonico fatto edificare dall'imperatore Diocleziano, molto probabilmente fra il 293 ed il 305, allo scopo di farne la propria dimora. Strutturato con la pianta tipica degli accampamenti militari romani: due strade perpendicolari, il cardo ed il decumanus, che si intersecano e dalle quali si dipartono numerose vie trasversali perpendicolari a scacchiera, aveva una forma leggermente trapezoidale.
  • 312

    ARCO DI COSTANTINO

    ARCO DI COSTANTINO
    E' un arco trionfale a tre fornici, costruito tra il 312 e il 315, in opera quadrata di marmo nei piloni, mentre l'attico, che ospita uno spazio accessibile, è realizzato in muratura e in cementizio rivestita all'esterno di blocchi marmorei. Sono stati utilizzati indifferentemente marmi bianchi di diverse qualità. L'arco misura 21 metri di altezza (con l'attico), 25,70 di larghezza e 7,40 di profondità. Il fornice centrale è largo 6,50 metri e alto 11,45.
  • 315

    BATTISTERO LATERANENSE

    BATTISTERO LATERANENSE
    È il più antico Battistero monumentale, il cui titolo è S. Giovanni in Fonte. Fu edificato nel IV secolo da Costantino. Lo spazio centrale è coperto da una cupola che si innalza sopra un doppio ordine di colonne, disposte agli angoli dell'ottagono. Su ambedue gli ordini di colonne corre una trabeazione marmorea. Al di sotto della cupola, al centro dell'edificio, vi è il fonte battesimale.
  • 350

    MAUSOLEO DI SANTA COSTANZA

    MAUSOLEO DI SANTA COSTANZA
    L'edificio introduce motivi dell'architettura paleocristiana, pur rappresentando la fase finale dell'architettura romana tardo antica. Ha una pianta centrale con un vano circolare coperto da una cupola ed illuminato da dodici finestre superiormente concluse ad arco che definiscono una fascia luminosa intorno al tamburo. La cupola poggia su 12 coppie di colonne, binate in senso radiale, disposte ad anello. Le colonne hanno capitelli compositi di reimpiego.
  • 1063

    BASILICA DI SAN MARCO

    BASILICA DI SAN MARCO
    La costruzione iniziò nel 1063, per volontà del doge Domenico contadini, protraendosi fino al 1094, anno della consacrazione. Lo schema non è perfettamente simmetrico e la pianta definitiva, risulterebbe dunque a croce latina. Gli elementi strutturali interni alla basilica vengono ricoperti da una superficie ininterrotta di mosaici. Nascoste da questo omogeneo manto dorato, le forme architettoniche perdono qualsiasi così densa e lo spazio che ne deriva appare il reale e dilatato.
  • 1064

    DUOMO DI PISA

    DUOMO DI PISA
    L’opera fu iniziato nel 1064, consacrata nel 1118 e ultimata nel corso del XII secolo. La pianta a croce latina presenta cinque navate nel corpo longitudinale e tre nel tan transetto. La copertura lignea non richiede l’uso di pilastri, così che la suddivisione in campate risulti quasi assente. Lo spazio che ne risulta, ritmicamente modulato dal succedersi di alte colonne in granito sormontate da archi a tutto sesto, dona all’opera grandiosa armonia e quieta solennità.
  • 1178

    DEPOSIZIONE -BENEDETTO ANTELAMI

    DEPOSIZIONE -BENEDETTO ANTELAMI
    La deposizione del Duomo di Parma, è la prima e più importante opera firmata e datata dell’Antelami. Risale al 1178, e ciò che immediatamente colpisce è la presenza di particolari scultorei decorativi che rinviano direttamente al mondo classico. Il soggetto rappresentato è la deposizione di Cristo dalla croce, un episodio Angelico. Tutta la scena è compresa all’interno di una fascia decorata, che assume la forma di una grande U rovesciata e dilatata orizzontalmente.
  • 1210

    PORTALE DEI MESI- BENEDETTO ANTELAMI

    PORTALE DEI MESI- BENEDETTO ANTELAMI
    Nell’allegoria del mese di novembre l’agricoltore è rappresentato quasi di profilo, ma non rigidamente. L’agricoltore è piegato in avanti, la sua testa rimane in asse con il busto, ma si rivolge lentamente verso la propria sinistra. Le gambe sono divaricate e quella a destra, ruotata verso l’interno, per ottenere un maggiore equilibrio tramite i piedi convergenti. I capelli, i baffi la barba, conferiscono la necessaria cornice chiaroscurale al volto dei lineamenti regolari e decisi.
  • 1268

    CROCIFISSO DI SAN DOMENICO -CIMABUE-

    CROCIFISSO DI SAN DOMENICO -CIMABUE-
    Si tratta di una croce dipinta, di notevoli dimensioni che costituisce, quanto a tecnica realizzativa, una straordinaria novità. Il corpo del Cristo infatti, non pende dalla croce, ma sembra quasi volersene distaccare nell’ultimo, doloroso sussulto dell’agonia. Il disegno estremamente nitido incisivo i colori, sono dosati con un sapiente effetto di chiaroscuro.
  • 1277

    CARLO I D'ANGIO' -ARNOLFO DI CAMBIO-

    CARLO I D'ANGIO'  -ARNOLFO DI CAMBIO-
    Carlo D’AngIò, seduto su una sella curulis, con i fianchi a testa e zampe di leone, è rappresentato con corona e scettro, i segni dell’autorità regale. Anche le tracce di colore riscontrate sul marmo in occasione del restauro del 2005 rinviano alla regalità: il manto in azzurro, la veste azzurra con gigli d’oro i calzari rossi. I suoi capelli erano dorati, e le parti scoperte del corpo apparivano rosate a imitazione dell’incarnato.
  • 1282

    TOMBA DEL CARDINALE DE BRAYE -ARNOLFO DI CAMBIO-

    TOMBA DEL CARDINALE DE BRAYE -ARNOLFO DI CAMBIO-
    Il monumento si compone di quattro elementi sovrapposti: i tre inferiori, a cassa, in un crescendo di elaborazione geometrica, passano da forme semplici a forme più complesse. Il basamento a scomparti quadrangolari infatti, è sormontato da un parallelepipedo centrale ornato a finta galleria. L’elemento superiore invece, ha una conformazione ascendente e piramidale, introdotta dalle duplici diagonali.
  • 1285

    MADONNA RUCELLAI -DUCCIO DI BUONINSEGNA-

    MADONNA RUCELLAI -DUCCIO DI BUONINSEGNA-
    La maestosa pala d’altare, rappresenta la vergine in trono con il bambino circondata da sei angeli. Il ricco trono, in legno intagliato e dorato, è rappresentato secondo una sorta di prospettiva latero-frontale; questo è confermato sia dallo schienale, che dal risvolto dorato del mantello della vergine. I sei angeli inginocchiati ai lati del trono sono disposti in modo speculare, quasi sospesi nell’oro dello sfondo. I loro volti appaiono dolcissimi ma inespressivi.
  • 1288

    CROCIFFISIONE DI ASSISI -CIMABUE-

    CROCIFFISIONE DI ASSISI -CIMABUE-
    Nell'affresco della crocifissione, l’artista ricorre alle proporzioni gerarchiche. La scena raffigurata è parte di un ciclo, che comprende varie storie angeliche. Al centro dell’affresco spicca, enorme solitaria, la figura del Cristo crocifisso. Due opposte schiere di angeli piangono la morte di Gesù e il loro strazio è evidenziato dal fatto che alcuni di essi si coprono il volto per la disperazione. Le pie donne altri personaggi dolenti, sono volutamente più piccoli rispetto al Cristo.
  • 1290

    CROCE DIPINTA DI SANTA MARIA NOVELLA -GIOTTO-

    CROCE DIPINTA DI SANTA MARIA NOVELLA -GIOTTO-
    Si tratta di una tempera su tela a sua volta incollata su una tavola di grandi dimensioni. La struttura, in legno di pioppo con parchettatura posteriore in robusto olmo, presenta la novità di un supporto trapezoidale in corrispondenza del piede. La croce, non appare più come un elemento simbolico ma, come qualcosa di materiale. Giotto riesce a realizzare un Cristo di un'umanità sconvolgente, in cui proprio la natura umana prevale su quella divina, e il corpo reca le tracce dolorose dell’agonia.
  • 1291

    CIBORIO DI SANTA CECILIA IN TRASTEVERE -ARNOLFO DI CAMBIO-

    CIBORIO DI SANTA CECILIA IN TRASTEVERE -ARNOLFO DI CAMBIO-
    Il ciborio della chiesa di Santa Cecilia a Roma, è un insieme di architettura e scultura. Il ciborio si presenta come una grande edicola impostata su quattro colonne di riuso, rivestita di forme gotiche. Gli archi acuti trilobati a traforo, i pennacchi con i bassorilievi, i bassi timpani con i piccoli rosoni sono tutti elementi chiaramente gotici. Gli archi al contrario, conferiscono una leggerezza e una compostezza che ancora paiono classiche
  • 1293

    MOSAICI DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE -PIETRO CAVALLINI-

    MOSAICI DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE -PIETRO CAVALLINI-
    Nelle storie della vergine di Santa Maria in Trastevere, Cavallini inventa la tecnica del mosaico, riuscendo a ottenere un’illusione di profondità spaziale fino ad allora sconosciuta.
  • 1293

    AFFRESCHI IN SANTA CECILIA -PIETRO CAVALLINI-

    AFFRESCHI IN SANTA CECILIA -PIETRO CAVALLINI-
    Grazie alle maggiori possibilità cromatiche offerte dalla tecnica dell’affresco, Cavallini riesce a fondere una certa esigenza di realismo classicheggiante, con il gusto gotico per le armoniose contrapposizioni cromatiche, che soprattutto nelle variopinte ali degli angeli, giungono a un livello altissimo di studio del colore.
  • 1296

    IL CICLO DI ASSISI -GIOTTO-

    IL CICLO DI ASSISI -GIOTTO-
    Tale ciclo, si compone di 28 affreschi quadrangolari di grandi dimensioni, leggibili in sequenza oraria, partendo dal transetto di destra. Ognuno di essi è incorniciato da due colonne tortili dipinte, che sorreggono un architrave dall’intradosso lacunari, con mensole affrescate in una prospettiva molto realistica e una cornice di coronamento. Ciascuna campata raccoglie tre episodi, e sotto il registro figurato, infine sono dipinte una cornice marmorea e un tendaggio.
  • 1298

    PULPITO DI SANT'ANDREA A PISTOIA -GIOVANNI PISANO-

    PULPITO DI SANT'ANDREA A PISTOIA -GIOVANNI PISANO-
    Delle sei colonnine perimetrali, due sono sorrette da leoni stilofori, una da un uomo ricurvo e altre appoggiano direttamente a terra sulle loro basi. Un leone alato, un’aquila un grifone, simboleggianti rispettivamente Cristo, la sua ascensione al cielo e il ritorno alla fine dei tempi, si distribuiscono attorno all’appoggio della colonna centrale. L'esilità delle colonne gli archi molto acuti, dimostrano l’accettazione piena, delle forme attraverso cui il gotico si esprime.
  • 1302

    PULPITO DELLA CATTEDRALE DI PISA -GIOVANNI PISANO-

    PULPITO DELLA CATTEDRALE DI PISA -GIOVANNI PISANO-
    Il pulpito, con cariatidi, figure accostate delle colonne, un corredo di statue a tutto tondo, mensole motivi vegetali al posto di archetti e lastre leggermente convessa nel parapetto, si presenta più complessa di esuberante del suo precedente pistoiese. In esso si complica anche la narrazione delle storie, che occupano anche due tratti rettilinei del parapetto del pontile e che risultano estremamente ricche.
  • 1306

    MADONNA COL BAMBINO DELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI -GIOVANNI PISANO-

    MADONNA COL BAMBINO DELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI -GIOVANNI PISANO-
    La vergine di Giovanni è libera da ogni costrizione; il suo profilo, l'arco ritmato dalle pieghe del manto della veste, nonché il gesto leggiadro della mano destra che solleva un lembo del manto che ricalca onde, rivelano i contatti dell’artista con la scultura francese. Il gesto affettuoso del bambino che appoggia un braccino sulla spalla della madre e del tutto naturale. La vergine, appare come una regina raffinata e dei modi eleganti.
  • 1310

    MADONNA DEGLI OGNISSANTI -GIOTTO-

    MADONNA DEGLI OGNISSANTI -GIOTTO-
    E' un dipinto a tempera e oro su tavola; le figure sono incorniciate da un raffinato trono cuspidato, creato secondo una prospettiva intuitiva ma efficace, che accentua la profondità spaziale, nonostante il fondo oro. Tutti gli sguardi degli angeli convergono verso il centro del dipinto, con l'innovativa rappresentazione di profilo di alcuni di essi. Essi hanno in mano doni per la Madonna: una corona, un cofanetto prezioso e vasi con gigli (simboli di purezza) e rose (fiore mariano).
  • 1311

    MAESTA' DI SIENA -DUCCIO DI BUONINSEGNA-

    MAESTA' DI SIENA -DUCCIO DI BUONINSEGNA-
    L’opera più significativa di Duccio è la maestà del Duomo di Siena, una pala d’altare. Si tratta di una tempera su tavola di notevoli dimensioni, misura infatti, circa 214 × 412 cm. Sulla faccia anteriore è' rappresentata una Madonna con il bambino in maestà, sulla faccia posteriore invece, sono dipinti pare episodi della vita della passione di Cristo.
  • 1312

    MAESTA' DEL PALAZZO PUBBLICO DI SIENA -SIMONE MARTINI-

    MAESTA' DEL PALAZZO PUBBLICO DI SIENA -SIMONE MARTINI-
    Si tratta di un grandioso dipinto murale realizzato a fresco, in più riprese, successivamente restaurato, ritoccato e arricchito a secco. Il dipinto, che occupa la parete d’onore della sala, inserita all’interno di una ricca cornice decorata con un fregio di cardi, entro il quale sono inseriti i 20 medaglioni raffiguranti Gesù redentore, i quattro evangelisti e vari altri santi e profeti. Eì nota una più chiara e solida impostazione prospettica.
  • 1333

    ANNUNCIAZIONE -SIMONE MARTINI-

    ANNUNCIAZIONE -SIMONE MARTINI-
    Si tratta di una grande pala in legno di pioppo, commissionata per l’altare di sant'Ansano, nel Duomo di Siena. Vi è l’attuale cornice dorata, con cinque archi a sesto acuto riccamente tagliati e sormontati da molti motivi ornamentali, e 5 medaglioni circolari con 4 profeti. L’attenzione dell’osservatore però va subito all’angelo e la vergine, poiché sono volutamente privi di qualsiasi consistenza materiale, e le loro forme vengono delineate esclusivamente al dolce ricorrere della linea curva.
  • 1338

    CICLO DEL BUON GOVERNO E DEL CATTIVO GOVERNO -AMBROGIO LORENZETTI-

    CICLO DEL BUON GOVERNO E DEL CATTIVO GOVERNO -AMBROGIO LORENZETTI-
    Il ciclo si snoda lungo tre pareti contigue del vasto salone di rappresentanza. Quella minore occupato dall'allegoria del buon governo. Sulle due pareti lunghe invece, sono rappresentati, nella prima gli effetti del buon governo in città in campagna, nella seconda, le allegorie del cattivo governo, degli effetti del cattivo governo in città in campagna. L’importanza di questi affreschi, è fondamentale se si considera che essi sono una delle prime espressioni di arte civile del medioevo italiano.
  • 1344

    ANNUNCIAZIONE -AMBROGIO LORENZETTI-

    ANNUNCIAZIONE -AMBROGIO LORENZETTI-
    La tavola, di forma pressoché quadrata, rappresenta due personaggi, che pur essendo inseriti nel medesimo spazio, come mette bene in evidenza l’accurata resa prospettica del pavimento
    a tarsi marmoree, con un unico punto di fuga che cade perfettamente al centro del dipinto, vivono di fatto vita propria. L’angelo annunziante, sulla sinistra, e la vergine, seduta su uno stallo marmoreo con colorazioni cosmatesco che, sembra ignorare completamente la presenza dell’angelo.