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Ancien Régime
Nella Francia precedente la Rivoluzione francese, il potere politico era prerogativa del re (monarchia assoluta), che all'epoca era Luigi XVI, e la nobiltà e l'alto clero detenevano dei privilegi (es: diritti feudali, non pagare le tasse...) rispetto al resto della popolazione (definito genericamente Terzo stato) -
Convocazione degli Stati generali
I costi della guerra per aiutare le 13 colonie inglesi nella guerra contro la Gran Bretagna avevano portato la Francia a un deficit economico. Il re Luigi XVI accetta la proposta del ministro delle finanze di rimediare al deficit facendo pagare le tasse anche alla nobiltà e all'alto clero. Per far approvare questa decisione, il re è costretto a convocare gli Stati generali, una assemblea rappresentativa della nobiltà, del clero e del Terzo stato. -
Apertura degli Stati generali
La possibilità per i tre ordini (nobiltà, clero e Terzo stato) di riunirsi per la prima volta dal 1614 (!) diventa l'occasione per avanzare delle proposte politiche, in particolare per cercare di passare dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale, seguendo l'esempio di quanto avvenuto un secolo prima in Inghilterra, ovvero di limitare i poteri del re.
Per il Terzo stato, diventa anche l'occasione per mettere in discussione i privilegi della nobiltà e del clero nella società francese. -
Giuramento della pallacorda
I rappresentanti degli Stati generali non riescono a concordare neppure sul sistema di voto delle loro decisioni, quindi i soli rappresentanti del Terzo stato, insieme ad alcuni esponenti della nobiltà e del clero, si riuniscono separatamente come "Assemblea nazionale" (cioè assemblea che deve rappresentare tutto il popolo) nella sala della pallacorda. Lì, il 20 giugno, giurano di redigere una Costituzione e danno così vita a una "Assemblea costituente". -
Presa della Bastiglia
Il re, pur riconoscendo l'Assemblea costituente in sostituzione degli Stati generali, ordina "in via precauzionale" all'esercito di circondare Parigi. Il popolo parigino, già esasperato dall'aumento del prezzo del pane, insorge, assalendo in particolare la Bastiglia, una fortezza-prigione, per procurarsi delle armi in modo da difendersi da un eventuale attacco dell'esercito. L'attacco alla Bastiglia diventa l'evento-simbolo della protesta del popolo francese contro l'Ancien Régime. -
Abolizione dei diritti feudali
Re Luigi XVI è costretto a scendere a patti col popolo in rivolta, accettando la formazione a Parigi di un nuovo consiglio, la Comune, e l'istituzione della Guardia nazionale, milizia armata popolare.
Pochi giorni dopo l'Assemblea costituente dichiara decaduti i privilegi feudali della nobiltà e del clero nei confronti del Terzo stato. -
Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
L'assemblea costituente approva la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, in cui si enunciano, fra l'altro, i principi di eguaglianza fra tutti i cittadini, la libertà di opinione e il principio di sovranità popolare.
Questa dichiarazione sistematizza quanto già affermato nella Dichiarazione di indipendenza americana e ispirerà i principi fondamentali delle costituzioni di altri paesi (come quella italiana) e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'Onu del 1948. -
Marcia delle donne verso la reggia di Versailles
Il re tarda ad approvare le decisioni dell'Assemblea costituente. Esasperate anche dall'aumento dei prezzi, una folla di donne marcia allora verso la reggia di Versailles (a 20 km da Parigi), scortate dalla Guardia nazionale. Il re si affretta allora a riconoscere l'abolizione dei diritti feudali e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. La famiglia reale viene inoltre costretta a trasferirsi a Parigi, vicino al popolo, stabilendosi nel palazzo delle Tuileries. -
Altre riforme dell'Assemblea costituente
Nel corso del 1790, l'Assemblea costituente approva altre riforme:
abolìsce i titoli nobiliari;
introduce, per applicare la pena di morte, la ghigliottina;
confisca i beni del clero da parte dello stato e istituìsce la Costituzione civile del clero, prevedendo che preti e vescovi siano eletti dal popolo e che giurino fedeltà alla Costituzione che sta per essere scritta, facendone così dei funzionari statali;
stabilisce che l'Assemblea legislativa sia eletta a suffragio censitario. -
Tentativo di fuga di Luigi XVI
Spaventati dalle decisioni rivoluzionarie dell'Assemblea costituente, molti nobili avevano scelto di abbandonare la Francia. Anche re Luigi XVI tenta infine di rifugiarsi all'estero, fuggendo con la propria famiglia su una carrozza. Riconosciuto, viene però ricondotto a Parigi. -
La costituzione del 1791
Il 3 settembre 1791 l'Assemblea costituente approva infine una costituzione, che segna l'effettivo passaggio dalla monarchia assoluta a una monarchia costituzionale in cui il potere esecutivo continua a essere affidato al re (che regna però non più per diritto divino, ma per volontà del popolo), mentre il potere legislativo è affidato a un'Assemblea legislativa con rappresentanti eletti con suffragio censitario. -
In guerra contro l'Austria e la Prussia
L'Assemblea legislativa dichiara guerra contro l'Austria, con la quale si allea poi la Prussia. Austria e Prussia sono infatti due potenze straniere che, preoccupate che la rivoluzione possa estendersi anche fuori dai confini della Francia, stavano per muovere esse stesse guerra alla Francia nel tentativo di restaurarvi l'Ancien Régime. -
Assalto al palazzo reale delle Tuileries
Re Luigi XVI spera in segreto che Austria e Prussia sconfiggano la Francia e pongano fine alla rivoluzione. Quando il legame del re con le potenze straniere diventa evidente, il popolo assalta il palazzo delle Tuileries: il re viene sospeso dalle sue funzioni e imprigionato con tutti i suoi familiari e i deputati moderati vengono cacciati dall'Assemblea legislativa. Vengono indette a suffragio universale maschile le elezioni per la Convenzione, che sostituirà l'Assemblea legislativa. -
Vittoria francese nella battaglia di Valmy
Esaltato da questa ulteriore svolta rivoluzionaria, il 20 settembre 1792 l’esercito francese riesce a sconfiggere le forze austro-prussiane nella battaglia di Valmy. È una vittoria importante anche dal punto di vista simbolico, perché per la prima volta un esercito formato dal “popolo” ha la meglio contro un esercito “Ancien Régime” come quello austro-prussiano guidato da ufficiali aristocratici. -
La Convenzione proclama la Repubblica
Nel giorno della sua prima riunione, la Convenzione, formata essenzialmente dalle fazioni politiche più rivoluzionarie come i giacobini, guidati da Robespierre, vicini alla fascia più bassa del popolo (i sanculotti), abolisce la monarchia e proclama la repubblica. Dato il cambiamento dell’ordinamento dello stato, diventa così necessario scrivere una nuova costituzione in sostituzione di quella approvata appena un anno prima. -
Decapitazione di Luigi XVI
Nel frattempo la posizione di Luigi XVI si aggrava, perché in un armadio del palazzo reale delle Tuileries vengono trovate le copie di lettere che il re aveva inviato a molti sovrani d’Europa per chiedere un loro intervento armato contro la Francia rivoluzionaria. È la definitiva prova del tradimento di Luigi XVI nei confronti della stessa nazione che doveva rappresentare.
Luigi XVI viene quindi condannato a morte e ghigliottinato pubblicamente. -
Insurrezione controrivoluzionaria della Vandea
La decapitazione di Luigi XVI porta alla formazione di una coalizione antifrancese formata da Gran Bretagna, Austria, Prussia, Spagna, Russia e alcuni stati italiani.
Nel frattempo la popolazione della Vandea, una regione nel nord-ovest della Francia, ancora legata alla monarchia e alle religione cattolica (e quindi contraria alla repubblica e alla costituzione civile del clero), si contrappone alla Francia rivoluzionaria dando vita a una guerra civile. -
I giacobini diventano padroni della Convenzione
La guerra, con i suoi costi economici ed umani, porta nuovi disagi. I sanculotti, esasperati dall'aumento dei prezzi e aizzati dai giacobini, assaltano allora la Convenzione estromettendone i girondini (i deputati più moderati, legati agli interessi della borghesia). Restano così padroni della Convenzione i giacobini e i loro alleati, i cordiglieri, ovvero le fazioni politiche più rivoluzionarie. -
La costituzione (repubblicana) dell'anno I
i giacobini e i cordiglieri approvano una nuova costituzione “repubblicana” (la Costituzione dell’anno I), che non entra però mai in vigore, dato che per fronteggiare la situazione di emergenza (la guerra con le altre potenze europee e la crisi economica), giacobini e cordiglieri affidano il potere esecutivo a un Comitato di salute pubblica composto da nove membri. -
Inizio del Regime del Terrore
Il 27 luglio 1793 Robespierre entra a far parte del Comitato di salute pubblica, diventandone il leader. Robespierre, ponendosi come rappresentante di tutto il popolo (mentre in realtà rappresentava soltanto una parte del popolo, i sanculotti), pur cercando di attuare pienamente i principi della rivoluzione, finisce invece con l’instaurare una dittatura, reprimendo nel sangue ogni possibile dissenso nei confronti della rivoluzione. Si apre un anno che sarà chiamato "Regime del Terrore". -
Arresto e decapitazione di Robespierre
Il dispotismo di Robespierre, che per imporre gli ideali democratici della rivoluzione aveva finito col negarli, porta alla reazione dei gruppi politici più moderati. Il 9 termidoro dell’anno II (seguendo il nuovo calendario rivoluzionario, che viene fatto iniziare dal giorno successivo alla proclamazione della Repubblica) Robespierre viene arrestato, assieme agli altri capi giacobini, con l’accusa di essere diventato un tiranno, per poi essere ghigliottinato il giorno seguente. -
La costituzione (moderata) dell'anno III
Politicamente, si torna a scelte moderate. Viene approvata una terza Costituzione (la Costituzione dell’anno III), che conferma l’ordinamento repubblicano prevedendo due camere elette a suffragio censitario, escludendo così di nuovo i sanculotti, la fascia più povera della società, dalla partecipazione alla vita politica. Il potere esecutivo viene affidato al Direttorio, formato da cinque membri. -
Inizio della campagna d'Italia
Questa Francia moderata guidata dal Direttorio riesce a scontentare sia chi avrebbe voluto un ritorno ad una monarchia, assoluta o costituzionale che fosse, sia quelle masse popolari che avrebbero voluto il riconoscimento di una maggiore eguaglianza dei diritti.
Nel frattempo si sta imponendo però, per i suoi successi militari in Italia, la figura del giovane generale Napoleone Bonaparte. -
Il colpo di stato del 18 brumaio
Il 18 brumaio dell’anno VIII (ovvero il 9 novembre 1799) con un colpo di stato Napoleone toglie i poteri al Direttorio e si proclama primo console concentrando su di sé, con un nuovo cambiamento di costituzione (la Costituzione dell’anno VIII, in vigore dal 25 dicembre 1799), tutti i poteri dello stato (legislativo, esecutivo e giudiziario). -
La costituzione (napoleonica) dell'anno VIII
Questa nuova costituzione (la quarta nell’arco di otto anni!) si chiude con le parole: “Cittadini, la rivoluzione è fissata ai principi che l’hanno avviata; essa è conclusa”.
Con queste parole ha quindi fine la rivoluzione francese, per certi versi applicata (i privilegi della nobiltà e del clero rispetto al terzo stato sono stati eliminati), per certi versi disattesa (pochi anni dopo Napoleone si autodichiarerà imperatore, diventando in pratica un sovrano assoluto).