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Nazionalismo e antisemitismo
Si affermò in Europa nella prima metà dell'800 l'idea di nazione, ma questo assumeva sempre di più un carattere reazionario e militaresco e differiva da nazione a nazione. Si sentiva sempre di più il fumo di una guerra imminente e così si dilagava anche un clima antisemita, soprattutto in Russia e Germania, in particolare quest’ultima che esaltava la superiorità della razza ariana e accusava gli ebrei di tutti i mali della società tedesca. Questi diventeranno le cause delle due guerre mondiali. -
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Seconda Rivoluzione Industriale: società di massa
Le trasformazioni politiche, economiche e culturali della seconda rivoluzione industriale portò vita alla società di massa, una società uniformata e omogenea. Dunque, la società di massa è una società in cui i cittadini vivono nei grandi agglomerati urbani, a stretto contatto tra di loro punto: i comportamenti quotidiani si uniformano secondo modelli generali; lo stile di vita che un tempo era esclusivo di alcune classi sociali si diffonde alla maggioranza della popolazione. -
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Il nazionalismo italiano
Già a partire dalla seconda metà dell'800 in Italia si diffuse largamente il nazionalismo. Era caratterizzato principalmente dalla rivendicazione delle terre ancora irredente, come il Trentino e il Trieste, e di un ruolo internazionale di prestigio. -
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Razzismo
Per razzismo si intende la convinzione che la specie sia suddivisa in razze biologicamente diverse tra loro per tratti somatici e capacità intellettive. Nella seconda metà dell'800 vennero formulate varie teorie pseudoscientifiche che giustificavano il razzismo. Il successo di quest'ultimo è legato a una sorta di isteria collettiva che si manifestava nei giornali, nei comizi e nelle manifestazioni di piazza, vie o luoghi dove la società di massa comunicava e apprendeva. -
Canale di Suez, progetto di un ingegnere italiano
Il canale di Suez, progetto di Luigi Negrelli, un ingegnere italiano, fu aperta nel 1869 e fu una svolta in termini sia economici che di tempo di viaggio verso l’Oriente. L'Inghilterra colse il momento propizio e occupò militarmente l'Egitto garantendogli il controllo del canale fino al 1954. -
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Cause politiche della prima guerra mondiale
Le cause politiche della prima guerra mondiale riguardavano non solo i contrasti fra gli stati, come il revanscismo dei francesi, la secolare rivalità tra Austria e Russia per il predominio nell'area dei Balcani, ma anche alcuni problemi interni. come il malcontento delle varie nazionalità presenti all'interno dell'Impero austro-ungarico, la crisi dell'impero Ottomano. -
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Imperialismo
L'imperialismo, periodo che va dal 1870 al 1914, fu una corsa alla colonizzazione guidata da governi perlopiù europei, con obiettivo l'estensione dei confini nazionali. In questa età dell'imperialismo, l'Italia aumentò i propri territori di 2 milioni e mezzo di km2. -
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La Grande Depressione
Tra il 1873-1896 l'economia internazionale attraversò un periodo di crisi, passata alla storia come la “grande depressione”. L’Italia in questo periodo passò dal capitalismo concorrenziale al capitalismo organizzato che era caratterizzata da tre principali punti: il protezionismo, le commesse statali e la politica imperialistica. Quest'ultima era sorretta da forti motivazioni ideologiche, sul nazionalismo e razzismo, e sul mito della missione civilizzatrice degli europei. -
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Conseguenze delle emigrazioni
L'emigrazione, anche se fu un fenomeno doloroso, tuttavia, portò ricchezza nelle terre più povere dell’Italia attraverso le cosiddette rimesse. Tra le conseguenze negative dobbiamo ricordare lo spopolamento in alcune aree del paese, in particolare il depauperamento del capitale umano. -
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Le 2 emigrazioni italiane
In Italia, a causa della scarsa offerte di lavoro e della sovrabbondanza di manodopera, molti lavoratori scelsero di emigrare. Ci furono due fasi: la prima fase, compresa tra il 1876 e il 1900, partirono dall'Italia circa 5 milioni di persone su 27 milioni di abitanti. Le mete preferite erano Francia e Germania per il Nord e gli Stati Uniti per il Sud. Nella seconda fase partirono in soli in 14 anni 9 milioni di persone. I soli Stati Uniti assorbirono il 45% del totale della grande emigrazione. -
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Militarismo
La conseguenza del nazionalismo fu la formazione di grandi eserciti di massa. A differenza da come lo si pensava nell'800, ritenuto come pericolo per il governo, la creazione dell’esercito di massa nel 900 era contribuita due importanti fattori: dal punto di vista strategico, un grande esercito era uno strumento di deterrenza anche in tempo di pace; la facilitazione degli esercizi sia in guerra grazie alle grandi quantità di armi sia nello spostamento grazie alle ferrovie. -
Occupazione francese in Tunisia
Nel 1881 la Francia occupò militarmente la Tunisia e lo trasformò in protettorato. Questo non fu ben accettato dall'Italia che aveva anch'esso grandi interessi in quella regione assai vicina. Questo diventerà per l’Italia una causa a entrare nella Triplice Alleanza. -
Giovanni Giolitti 1
Nato nel 1842 a Mondovì, il modo di far politica di Giolitti consisteva nel lasciare il potere nei momenti di crisi a uomini di fiducia o avversari. In questo modo veniva dimostrata incapacità di chi era al potere e lui tornava al governo. Da qui possiamo dire che lui fosse un profondo conoscitore della macchina statale. Inoltre, capì che solo ponendosi come oppositore contro chi era al potere fosse possibile crearsi un proprio ruolo politico e ambire a incarichi di governo. -
Conferenza di Berlino
A seguito della vittoria sulla Francia, la Germania era diventata il perno dell'equilibrio dell'Europa. Bismarck per equilibrare le forze in Europa e risolvere la questione francese concesse a quest’ultima l’estensione dei domini coloniali e lo isolò politicamente con la Triplice Alleanza formata da Germania, Austria e Italia. Nella conferenza di Berlino del 1884-85 venne sancito il principio dell'occupazione di fatto che scatenò una furiosa competizione coloniale. -
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Cause economiche della prima guerra mondiale
Principali: la rivalità economica fra Gran Bretagna e Germania che riguardava anche le loro colonie. La rapida crescita soprattutto economica della Germania nell'area balcanica e nel Medio Oriente preoccupava gli inglesi e i russi che avevano anche loro forti interessi in quelle zone; la necessità di espandere i propri mercati e di garantirsi il rifornimento delle materie prime, soprattutto nelle zone di influenza non ancora definite, che permettevano di incrementare le attività commerciali. -
La Seconda Internazionale socialista
La seconda Internazionale Socialista nacque nel 1889 e fu più che un'organizzazione unitaria, una federazione di partiti nazionali socialisti. I problemi generali che si affrontarono erano lo sciopero generale, la lotta contro la guerra, la questione coloniale. All'interno dei partiti socialisti si delinearono due tendenze: quella riformista, che credeva nel cambiamento della società attraverso di riforme; quella rivoluzionaria, che credeva in una rivoluzione violenta. Un risultato fu 1 maggio. -
Rerum Novarum - Leone XIII
La promulgazione della Rerum Novarum del 1891, fu una proposta di Leone XIII in cui cerca una soluzione sociale coerente con il messaggio evangelico. In questa enciclica vennero denunciati gli eccessi del capitalismo, le teorie socialiste e collettivistiche e la lotta di classe, e lo Stato fu invitato ad intervenire in caso di conflitto tra operai e padroni al fine di rimuoverlo. -
Partito Socialista Italiano 1
Nel 1892 a Genova venne fondato il Partito Socialista Italiano che all'epoca si chiamava Partito dei Lavoratori italiani di cui Filippo Turati ne era il principale esponente. Nonostante le diverse caratteristiche nazionali, i partiti socialisti europei erano uniti da alcuni obiettivi comuni: tutti auspicavano il superamento del sistema capitalistico; tutti erano nazionalisti e pacifisti; tutti facevano capo a un'organizzazione erede della Prima Internazionale Socialista. -
Il massacro di Aigues-Mortes: l'intolleranza francese verso gli italiani
La Francia per la sua facile raggiungibilità fu una meta privilegiata per coloro che vivevano nel Nord Italia. Tra l'Ottocento e il Novecento la comunità italiana divenne sempre più numerosa al punto che i lavoratori francesi accusarono gli italiani di rubare il lavoro. L’intolleranza raggiunse il culmine quando nel 1893 furono massacrati alcune decine di operai italiani. Questo fatto suscitò grande scalpore in Italia e da quel momento in poi l'emigrazione in Francia diminuì notevolmente. -
Psicologia delle folle - Gustave Le Bon
L'inevitabile conseguenza della società di massa fu lo studio di essa. Importante fu il saggio “Psicologia delle folle” dI Gustave Le Bon. In questa opera dimostrava come la Chiesa e i sovrani perdendo rispettivamente l’influenza e il controllo, lasciavano le folle a diventare le padrone della storia. Le Bon si presentava come un nuovo Machiavelli che indicava i metodi per poter dominare le masse. Fu questi una lezione che specialmente Mussolini e Hitler misero abilmente a frutto. -
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Rivoluzione industriale in Italia
L'età giolittiana coincise con il decollo della Rivoluzione Industriale in Italia. In questo periodo il tasso di crescita medio annuo in Italia fu il più alto d'Europa. Ebbero grandi sviluppi l'industria siderurgica, elettrica, meccanica e tessile: questi si registrarono soprattutto nel triangolo industriale, formato da Torino, Milano e Genova. Inoltre anche nella pianura padana, l'agricoltura ebbe grandi progressi poiché vennero migliorate le tecniche produttive. -
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L'economia italiana
Lo sviluppo economico e industriale dell'Italia fu favorito dall'intervento statale, in particolare nel campo dei trasporti ferroviari. Inoltre, l'attuazione della politica protezionistica favori lo sviluppo delle industrie del Nord, danneggiando però il Mezzogiorno, regione in cui l’economia si basava soprattutto nell’esportazione di prodotti tipici. In questo periodo nacquero le banche miste, aiutate da capitali esteri, che finanziavano le nuove industrie ancora incapaci di autofinanziarsi. -
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Pros e cons dello sviluppo
Conseguenza positiva dello sviluppo industriale fu un miglioramento nel livello medio di vita degli italiani, soprattutto nelle città: l’illuminazione elettrica, i servizi pubblici, l'acqua corrente e il miglioramento del campo medico e sanitario mutarono lo stile di vita. Aspetti negativi: poiché la maggior parte della popolazione si concentrò nel triangolo industriale, questo creava disagi alle classi operaie che si ritrovavano costretti a vivere in quartieri sovraffollati e malsani. -
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Belle époque: lato positivo
Il nuovo secolo iniziò con una serie di scoperte e invenzioni che sembravano fare esso un'epoca di pace e di benessere. Infatti il periodo che va dalla fine dell'800 al 1914 è stato chiamato con nostalgia Belle Epoque che esprimeva la contrapposizione con la prima guerra mondiale. Vivendo in quell’epoca si aveva l'apparenza di aver abbandonato ogni malessere umano. Simbolo di questo periodo era il Moulin Rouge, locale più alla moda di Parigi. -
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Cause militari della prima guerra mondiale
Le cause militari erano riguardanti la politica militarista delle grandi potenze e la "corsa agli armamenti" dei paesi europei industrializzati. In questo periodo si svilupparono velocemente forti gruppi industriali che producevano materiale bellico. -
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Belle époque: lato negativo
Tuttavia nella Belle Epoque si diffusero idee pericolose, quali il nazionalismo e il razzismo. Vi erano inoltre numerosi problemi che creavano tensione nella politica internazionale: i moti indipendentisti nelle colonie, le contese le tensioni fra gli stati europei, l’ascesa militare ed economica degli Stati Uniti e Giappone. -
La rivolta dei Boxer
Il malcontento della popolazione cinese verso i stranieri alimentò sentimenti di xenofobia e nazionalismo. Nel 1900, una società segreta detta dei Boxer, istigati di dall'imperatrice Tsu-hsi, attaccarono le sedi delle missioni occidentali e assediarono per quasi due mesi le sedi delle delegazioni occidentali a Pechino: questa rivolta prese nome Rivolta dei Boxer. Questo provocò l’intervento armato di un contingente internazionale, a cui partecipò anche l’Italia, che sedarono la rivolta. -
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Cause culturali della prima guerra mondiale
Già dall'inizio del Novecento si erano diffusi atteggiamenti favorevoli alla guerra: il nazionalismo, cioè la necessità di affermare la propria superiorità sulle altre nazioni; le tesi razziste, in particolare quello tedesco; l'applicazione del darwinismo sociale; la possibilità di cambiamento sociale e politico nella società; l’esaltazione della guerra, sintetizzato dal detto futurista “la guerra, sola igiene del mondo”. -
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I pensieri in Cina
In Cina nascono nuove idee politiche, tra cui molti ispirati dall’Occidente. Spiccano quelli di Chen Duxiu, che crede nella democrazia e nella scienza l’unico modo per salvare la società cinese, di Hu Shi, che riteneva opportuno studiare i problemi sociali cinesi piuttosto che studiare i modelli politici, e di Sun Yat-sen, importante per i suoi tre principi del popolo. Migliorarono anche le istruzioni superiori specialmente quelle universitarie: ruolo importante lo ebbe l’Università di Pechino. -
I Protocolli dei Savi di Sion: complotto ebraico
Un caso particolare del razzismo fu quello ebraico. Agli inizi del 900 comparvero i Protocolli dei Savi di Sion, un libretto che presenta un piano ebraico per il dominio del mondo. In realtà questi erano il plagio del “Dialogo all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu”. Il libro ebbe un grande successo per le sue multifunzioni: esplicativa, cioè la descrizione del nemico comune; difensiva, cioè la conoscenza degli segreti dei nemici; giustificatrice delle violenze; politica. -
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Età Giolittiana
Il periodo che va dal 1901 al 1914 viene comunemente definito età giolittiana per la forte influenza di quest'ultimo nella politica italiana. Lui poté guidare il governo per tre principali doti che lui riteneva importante per un politico: buon senso, ironia, furbizia. -
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La cultura di massa in Italia
Durante l'età giolittiana si impose in Italia la cultura di massa. Furono pubblicati molti giornali e riviste letterarie. Si espanse anche un clima antipositivistico e irrazionalista. Da un punto di vista letterario spicca Gabriele D'Annunzio con la sua idea di superuomo, divenendone anche uno star. Il positivismo italiano invece era rappresentato dalle teorie di Cesare Lombroso che gli procurarono grande fama, tuttavia non furono mai accettate dalla comunità accademica internazionale. -
Inizio dell'età giolittiana
Nel 1901, quando il re Vittorio Emanuele III nominò Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli, quest'ultimo nominò Giovanni Giolitti come Ministro degli Interni e lasciò Giolitti a prendere le decisioni più importanti. Quando Zanardelli rassegnò le dimissioni nel 1903, Giolitti subentrò come primo ministro. Il periodo che va dal 1901 al 1914 viene comunemente definito età giolittiana per la forte influenza di quest'ultimo nella politica italiana. -
Giovanni Giolitti 2
Il modo di far politica di Giolitti viene definito doppio volto. A Nord si dimostrava aperto e democratico: oltre a garantire gli scioperi, approvò riforme che migliorarono le condizioni di lavoro degli operai. Al Sud invece, Giolitti non ebbe azioni di rilievo tanto che crebbe il divario tra Nord e Sud. Per il ministro, il Sud era semplicemente un serbatoio di voti da controllare: perciò reprimeva gli scioperi al Sud. Lo storico e politico Gaetano Salvemini lo definì “ministro della malavita”. -
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Verso la prima guerra mondiale
Quando nel 1907 si formò la Triplice Intesa tra Francia, Inghilterra e Russia che andò a contrapporre la Triplice Alleanza, la situazione in tutta Europa divenne molto delicata, nel senso che era a due passi dallo scontro mondiale. La situazione andò nuovamente a degenerare con le crisi marocchine, ma soprattutto con le guerre balcaniche, il cui risultato non aveva fatto che aumetare la tensione fra gli stati e ridurre quel passo di sicurezza dalla guerra mondiale. -
La nascita del futurismo
Il futurismo fu l'unico movimento culturale nato in Italia, con il Manifesto del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti nel 20 febbraio 1909. Celebravano l'amore per il pericolo, la ribellione, la guerra, che lo definivano sola igiene del mondo, in particolare del passato. Per questo, allo scoppio della prima guerra mondiale assunsero posizioni decisamente interventiste e nazionaliste. -
Il Trattato di Losanna: conquista della Libia
Per dimostrare la sua abilità nel condurre l’Italia in una posizione di prestigio al livello internazionale, Giolitti decise di avviare una politica coloniale. Nel 1911 l'Italia dichiarò guerra alla Turchia per conquistare la Libia. Gli italiani riscontrando una forte resistenza degli arabi, cambiarono tattica e attaccarono direttamente la Turchia, occupando il Dodecaneso. Dunque, i turchi nel 1912, con il Trattato di Losanna cedettero il dominio sulla Libia agli italiani. -
Il suffraggio universale maschile 2
L’introduzione del suffragio universale maschile voleva dire che i movimenti politici dovettero riorganizzarsi per conquistare il consenso di più elettori possibili: questo diede vita ai partiti politici di massa. Al momento stesso, sorsero in tutta Europa organizzazioni sindacali che superavano l'assetto tradizionale delle associazioni di mestiere limitate in un territorio preciso: nel 1906 in Italia nacque la “Confederazione Generale del Lavoro”. -
Il suffraggio universale maschile 1
Nel maggio del 1912 venne introdotto il suffraggio universale maschile. Potevano accedere al voto tutti i cittadini maschi di 21 anni che avessero adempiuto gli obblighi di servizio militare o sapevano leggere e scrivere, nel caso contrario potevano accedere al voto tutti coloro che avessero compiuto il trentesimo anno di età. Lo scopo di Giolitti era l’allargamento della base politica dello Stato Italiano. Egli intendeva avvicinare i due grandi movimenti di massa, i socialisti e i cattolici. -
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Partito Socialista Italiano 2
All'interno del Partito Socialista Italiano si distinguevano due correnti: quella riformista e quella massimalista. I riformisti, guidati da Filippo Turati, ritenevano che si dovesse cambiare la società gradualmente attraverso riforme. I massimalisti invece ritenevano che fosse necessaria la rivoluzione, senza scendere a parte con il governo. Vittoria dei massimalisti fu il primo sciopero generale nazionale avvenuta nel 1904. Nel 1912 Mussolini divenne direttore dell'Avanti, il giornale del PSI. -
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Libia: scatolone di sabbia
La conquista della Libia portò notevoli spese a cui non corrispose affatto la creazione di grandi opportunità descritte dalla propaganda favorevole all'impresa coloniale. Gli unici a trarre vantaggi economici furono le banche, gli armatori e l'industria militare. La sovranità dell'Italia sulla Libia rimase limitata per anni esclusivamente alla fascia costiera. -
Patto Gentiloni
A causa del non expedit di Pio IX, nei primi anni i cattolici non poterono votare. Questi venne ammorbidito da Pio X e questo fermentò il mondo cattolico. Nel 1913 Giolitti stipulò il Patto Gentiloni in cui i cattolici promettevano di votare i candidati liberali che avessero sottoscritto l'impegno di difendere la Chiesa. Grazie a questo patto, nelle elezioni del 1913, Giolitti riuscì a ottenere nuovamente la maggioranza (304 seggi di cui 228 grazie ai cattolici). -
La fine dell'età giolittiana
La guerra in Libia e la crisi economica indebolirono il governo di Giolitti. In questo contesto Giolitti diede le dimissioni pensando che lo avrebbero rieletto dopo questo momento di crisi. Indicò suo successore Antonio Salandra (politico conservatore). Intanto la situazione stava precipitando verso la prima guerra mondiale, a cui Giolitti si opporrà, ma inutilmente. Questo segnava la fine dell’età giolittiana. -
Italia neutrale
Dapprima l’Italia pur divisa tra neutralisti e interventisti si dichiarò neutrale: tra i primi, spiccavano Giovanni Giolitti, che voleva ottenere Trento e Trieste offrendo in cambio la neutralità dell'Italia, e il papa Benedetto XV, che condannava il conflitto; tra gli interventisti si distinsero Gabriele D'Annunzio e Mussolini. Gli interventisti di destra avevano come priorità la liberazione delle terre irredente, quelli di sinistra volevano liberare le nazionalità oppresse dall'autoritarismo. -
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Armi e tecnologie in guerra
In questo periodo vennero utilizzate anche nuove armi e tecnologie tra cui l'aviazione e le armi chimiche. L'industria automobilistica si specializzò per necessità belliche, fornendo mezzi per un trasporto più rapido di truppe e ambulanze per i feriti. Ci fu anche l’ascesa del carro armato, che fu scarsamente utilizzato inizialmente, solo alla fine del 1917 fu largamente impiegato. Per quanto riguarda l’invio degli ordini e delle informazioni fu usata la radiofonia. -
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Le condizioni di vita del popolo durante la guerra
Mentre i soldati combattevano sul fronte esterno, tutta la popolazione lavoravano sul fronte interno producendo nelle fabbriche le necessità belliche. Il conflitto portò molte restrizioni e conseguenze sulla popolazione: limitazione della libertà personale, razionamento del cibo, rialzo di prezzi, diffusione di epidemie e l’aumento di carichi di lavoro. Il peggioramento della delle condizioni di vita causò protesti in Italia, soprattutto nel 1917 quando a Torino vi furono disordini e scioperi. -
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Paura e Coraggio dei soldati
La paura non era solamente caratterizzata da un possibile bombardamento, ma anche dallo stesso assalto alle trincee nemiche. Il coraggio di tanti uomini fu risultato di tanti motivi: la solidarietà che regnava il reparto; l’attaccamento alla nazione; la paura del diritto di vita e morte del comandante; le esecuzioni capitali di fronte alle truppe; la misera fine se si disertava. Per questo la guerra perse subito per i soldati ogni motivo di eroismo e fonte di esaltazione. -
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Potere assoluto e propaganda
In questo periodo i governi presero il sopravvento sui parlamenti che erano inadatti nelle decisioni in tempo di guerra: si assumeva una sorta di potere assoluto. Si ricorse alla propaganda in tutti i suoi modi per sostenere la morale del popolo: attraverso manifesti e cartoline, libri e giocattoli, anche il cinema che venne posto a servizio della causa nazionale ebbe una grande influenza. La propaganda continuò la sua funzione anche nel dopoguerra, raggiungendo l'apice con gli Stati totalitari. -
La scintilla della prima guerra mondiale
La scintilla che fece esplodere il conflitto mondiale fu l'uccisione di Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria da Gavrilo Princip, un nazionalista serbo. L'Austria colse il momento per risolvere la questione balcanica e inviò alla Serbia un ultimatum per l’attentato. Il governo serbo rifiutò le richieste umilianti e dunque, nel 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. -
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Le battaglie di Isonzo
L’Italia si mostrò subito impreparato a sostenere un conflitto impegnativo. Nominò generale Luigi Cadorna, famoso per la sua durissima disciplina imposta ai soldati. I primi scontri vennero chiamate battaglie di Isonzo, che non conseguirono alcun successo rilevante. Per tutto il 1915 gli schieramenti italo-austriaci rimasero immobili. -
Patto di Londra: Italia in guerra
Nel 26 aprile 1915 Sonnino sottoscrisse a nome del governo il Patto di Londra che impegnava l’Italia a entrare in guerra nel giro di un mese e le garantiva in caso di vittoria le terre irredente e altro. Il 3 maggio l’Italia uscì dalla Triplice Alleanza, e nel 24 maggio l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria. -
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Spallate autunnali del Carso
Nel 1916 gli austriaci scatenarono la spedizione punitiva contro l'Italia ritenuto colpevole di tradimento: attaccando il punto debole del fronte italiano e riuscirono a penetrare fino a occupare Asiago. Gli italiani resistettero all'offensiva e Cadorna decise di sferrare una controffensiva ancora sull'Isonzo, ma che questa volta portò a successi militari, tra cui la "liberazione di Gorizia". Con le cosiddette “spallate autunnali del Carso”, l’Italia consolidò le posizioni raggiunte. -
La disfatta di Caporetto
Dopo la pace con la Russia, l'Austria e la Germania poterono concentrare le truppe sul fronte occidentale e su quello italiano. Gli austriaci sfondarono prepotentemente le linee di difesa italiane a Caporetto e penetrarono in Italia per 150 km! Sì persero molti uomini e materiali bellici. Fu formato un nuovo governo guidato da V. E. Orlando ed eletto Armando Diaz come il nuovo generale, che ripristinò il fronte sul Piave bloccando finalmente l'offensiva austriaca. -
L'armistizio di Villa GIusti: la fine della guerra mondiale per l'Italia
Nel 29 ottobre 1918 l'Italia colse il momento di debolezza dell'Austria e attaccò e sconfisse l'esercito austriaco nella battaglia di Vittorio Veneto. Il 3 novembre, fu firmato l'armistizio di Villa Giusti che proclamava la vittoria dell'Italia, segnando finalmente dopo anni di guerra la fine del conflitto mondiale. Si stima che questa guerra provocò la morte di almeno 615mila italiani e innumerevoli feriti. -
Partito Popolare Italiano
Emerse nel mondo cattolico una nuova tendenza politica, la democrazia cristiana ,che ebbe come suo più importante interprete Romolo Murri secondo cui bisognava superare il non expedit. Nel 1919 esso fu completamente abrogato e il sacerdote Luigi Sturzo fondò il Partito Popolare Italiano. Pio X, attenuando il non expedit, tuttavia condannò il cosiddetto modernismo, che si proponeva di reinterpretare la dottrina cattolica in chiave moderna, seguendo le nuove metodologie scientifiche. -
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I trattati di pace
I ministri dei paesi vincitori si riunirono a Parigi il 18 gennaio 1919 in una conferenza per la pace. I Trattati di Pace furono firmati tra il 1919 e il 1920. L'Italia pretendeva gli ingrandimenti territoriali promessi dal Patto di Londra ma ottenne solo il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste perché la concessione degli altri territori avrebbero violato il principio dell'autodeterminazione. Questo causò in Italia grandi proteste nei confronti dell’Intesa. -
Il movimento del 4 maggio in Cina
Nel trattato di Versailles la regione di Shandong venne data ai giapponesi e questo causò grande protesta in tutta Cina. Queste proteste si concentrarono nel movimento del 4 maggio, in cui più di 3000 studenti universitari di Pechino andarono a scioperare. Il movimento si seguì anche a giugno in cui oltre 60 mila lavoratori diedero a uno sciopero generale in segno di protesta del trattato.