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1138
Maestro Guglielmo: XII sec.
Croce di Sarzana = Cristo Triumphans: allarga la dimensione della croce inserendo nel tabellone scena della Passione, fig. di angeli, simboli evangelici etc...
Lo sguardo frontale il corpo dritto dimostrano la vittoria del figlio di Dio sulla morte, tanto da essere insensibile ai dolori della condanna. Da lui altre croci prenderanno ispirazione come la famosa Croce n. 20 di Pisa del 1210 -
1235
Berlignhiero Bonaventura
Assieme con il padre Berlinghiero è la maggiore personalità della scuola pittorica lucchese del sec. XIII.
Famoso il suo San Francesco di Pescia che conserva ancora richiami prettamente bizantini. è uno dei primi di vita panel del santo nelle scene laterali, schema ripetuto nel dossale di Perugia per alcuni di Giunta Pisano. Entrambi deriverebbero da una tavola del 1228 ad oggi perduto. -
1245
Giunta Pisano: 1190-1200 ca. – 1260 ca.
ha firmato tre Cristo Patiens: Assisi ( 1230 ca.), Pisa (1235-40 ca.)e Bologna (1250 ca.). Volumi metallici, cromatismo acceso ed esasperata tensione. Elimina le scene laterai del tabellone alleggerendo la struttura della croce e incanalando tutto il patetismo verso il corpo molle, pensante e sofferente del Cristo. scelte che ben si adattano alle rinnovata spiritualità dei due ordini mendicanti che ne chiesero la realizzazione: Assisi-Francescani/Bologna-Domenicani -
1250
Margarito d'Arezzo: 1250–1290
Vasari lo definisce come un pittore che lavorava alla greca ovvero il nostro bizantineggiante. tipico dell'artista sono le guance rosse/rosee come alla maniera romanica, una forzata frontali delle figure e poco interesse verso complesse volumetrie. Per essere un opera vicinissima alla stessa iconografia di Marcovaldo è possibile notare la diversa impostazione formale. -
1261
Coppo di Marcovaldo: 1225 ca. – 1276 ca.
Restituisce nuovo senso volumetrico alla pittura un ricerca apparentemente tridimensionale che anticipa i risultati di Cimabue, caratteristici i panneggi spezzati e spigolosi.
Di sue opere si ricordano la Madonna con Bambino del 1261, il crocefisso Patiens con ancora il tabellone di richiamo Guglielmesco, e lo straordinario e grottesco mosaico del Battistero di Firenze con rappresentato il Giudizio Universale -
1280
Cimabue: 1240-1302
Un lungo addio alla pittura bizantina, fatta di passi in avanti e indietro = difficile definire una cronologia sicura
Due Crocefissi: Arezzo-San Domenico(1270); Firenze-Santa Croce (1280)
Maestà di Parigi; Santa Trinita con profeti,Firenze; Maestà di Bologna
Assisi= Croceffissione e Storie della Vergine (negativi oggi), volta con evangelisti; maestà con san Francesco
San Giovanni a Pisa
"Gigante senza spina dorsale abbandonato in sublime mollezza" -
1284
Corso di Buono
Pittore di scuola fiorentina filo cimabuesco. noto principalmente per l'affresco datato e firmato di Montelupo Fiorentino -
1288
Deodato Orlando: 1260 - 1330 ca.
nato a Lucca dove esordisce come artista con il Crocefisso di Villa Guinigi.
successivamente lavorerà molto per Pisa
già dal 1288 inizia a seguire il dettame cimabuesco, successivamente conosce e interpreta anche il Giotto (suo contemporaneo) Fiorentino. alcune sue opere rappresentano elementi ante e post quem per le opere dei due maestri -
1295
Jacopo Torriti: metà 1200 - inizio 1300
Classicismo bizantino, luci perlate e colori tenui, aulica rigidezza e compostezza, attenzione all'elemento naturalistico.
Nonostante adombrato dalla critica a favore del Cavallini è l'artista più importante romano, richiesto esplicitamente dal papa Nicolò IV.
Abside di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore; partecipa ad Assisi; Santa Maria in Trastevere (vergine avvocata e le tre vergini sagge); affreschi in San Saba; Santa Maria in Arcoeli. -
1296
Pietro Cavallini: 1250-1330
è un artista più trecentesco, vicino a Duccio che non al Duecento.
Storia della vergine in Santa Maria in Trastevere e affreschi in Santa Cecilia in Trastevere
Nuovo cromatismo, plasticità delle figure, attenzione verso la profondità --> assimila il dettato Giottesco di inizio anni 90 del 200 tra Assisi e Roma -
1296
Giovanni Cosma: ?- 1305 circa
Appartiene alla famiglia dei Cosmati romani.
Influenzato nella commistione gotica/classica da Arnolfo di Cambio. Ha firmato tre monumenti funebri di Stefano Surdi, Guglielmo Durando e Gonzalo Garcia. forse anche suoi quelli di Matteo D'acquasparta e Pietro Duraguerra -
1297
Filippo Rusuti: 1255-1325
Colori metallici e forte accentuazione lineare accompagnata da morbide gradazioni nel passaggio tra luci e ombre.
Lavora a Roma a fine 200 e insieme al Cavallini sono gli artisti che spiccano maggiormente dopo Torriti.
Facciata Santa Maria Maggiore a Roma: Cristo Benedicente in mandorla, Angeli e simboli degli evangelisti, Madonna e alcuni Santi.
San Crisogogno - Roma:Madonna in trono e Santi, volti allungati con menti tondeggianti
Come il Cavallini gli ultimi anni si trasferirà in Francia -
1305
Giotto di Bondone: 1265-1337
Innovatore della pittura italiana, in lui tutto si fa spazio reale e volumetrico. I personaggi si fanno reali ed emotivi.
Lavora a Firenze, Assisi, Roma, Padova, Napoli, e Milano; invia opere a Rimini, Bologna e Pisa.
Dalle basi cimabuesche si apre una fase di rinnovata visione del dato naturale che sarà in seguito vista e interiorizzata dai grandi artisti rinascimentali quali Masaccio e ancora Michelangelo.
Tra i suoi diretti allievi: Maso di Banco, Taddeo e Bernardo Gaddi -
1307
Giuliano da Rimini: attivo tra 1307-1324
è il primo a introdurre il nuovo linguaggio grottesco nonostante i risultati arcaicizzanti dovuti a una mancanza di tradizione artistica precedente. In particolare riprende la fase assisiate di Giotto delle storie di San Francesco e il periodo più prossimo alla presenza di Giotto in città nella chiesa di San Francesco -
1309
Giovanni da Rimini: attivo tra 1292 - ante 1316/23
Medita tra le diverse istanze rappresentate dalla tradizione bizantina e dalla novità giottesca e di conseguire una sintesi che lo fa eccellere tra i pittori della scuola riminese, di cui fu indubbiamente il capostipite. per la croce del 1309 riprende la nuova forma con i tabelloni mistilinei del crocefisso del tempio malatestiano, cosa che non avviene a firenze
capisce e concepisce lo spazio tridimensionale anche in scene che sembrano bidimensionali, ma li colloca sempre fuori dalle stanze -
1310
Duccio di Buoninsegna: 1255 ca.- 1318
Maggior rappresentante dell'arte senese tra 2 e 300
Interprete originale del Cimabue, educatosi alla pittura bizantina si distanzia aggiungendovi la linea floreale gotica d'oltralpe. Non ricerca spazio e forma, tutto è decorativo, dolce e morbido. Riesce a riportare le sue forme anche nelle vetrate come l'Incoronazione della Vergine del Duomo di Siena.
conosce anche le evoluzioni di Cimabue ( trono frontale) e di Giotto ( trono in marmo) nella Maestà e Santi di Siena -
1320
Pietro da Rimini: attivo tra il 1320 - 1338
tra i fratelli è quello con più attribuzioni, unica opera firmata il Crocifisso della cattedrale di Urbania - 1320, il suo stile è più marcatamente drammatico e violento
anche lui si rifà ai dettami giotteschi del periodo assisiate e riminese -
1323
Lippo Memmi: fine XIII - 1356
Cognato di Simone Martini lo conosce durante un suo soggiorno a San Giminiano.
Si forma alla sua maniera come attesa la sua Maestà con baldacchino a San Giminiano, firma la famosa Annunciazione.
fondi oro, aureole punzonate riccamente, in alcuni aspetti richiama anche lui uno' giotto -
1328
Taddeo Gaddi: 1300-1366
Fedele discepolo di Giotto, lavora con lui per 24 anni. Le proporzioni delle figure si allungano, architetture solitamente dipinte di 3/4 ( ardite prospettive come la scalinata della vergine) e introduce un'atmosfera fiabesca lontana da Giotto e spesso sperimenta scene notturne, unicum trecentesco.
Tra le opere più importanti gli affreschi della Storia della Vergine in Cappella Baroncelli in Santa Croce e le formelle dell'armadio della sagrestia
in molte opere degli anni 30-40 riprende Maso -
1333
Simone Martini: 1284-1344
rappresentante della pittura Senese di inizio 300 erede di Duccio. Le sue opere richiamano le preziosità dell'oreficeria, della miniatura e delle vetrate gotiche = aureole punzonate
conosce la riforma giottesca ma la rielabora con un carattere cortese, si aggiorna solo alla nuova concezione spaziale
Maestà di Siena nel Palazzo Pubblico ripresa da Lippo Memmi a San Giminiano,
Storie di SAN MARTINO ad Assisi
Annunciazione con Lippo
Guidoriccio da Fogliano Precursore del Gotico Internazionale -
1336
Buonamico Buffalmacco: 1290 ca.-1340
Personalità atipica del 300 toscano, si discosta dal dettame grottesco e comico a favore della pittura gotica. Inizialmente creduto un personaggio letterario è stato riscoperto da Bellosi che ne attribuisce i famosi affreschi del Camposanto di Pisa con il Trionfo della morte, Inferno, Giudizio universale e Tebaide (1336-1341). le sue scene grottesche e lontane dalla neo-spazialità fiorentina lo portano a creare scene simili a miniature, vicine alla gestione spaziale medievale -
1338
Pietro Lorenzetti: 1290-1348 ca.
Formatosi con Duccio, lavora anche lui ad Assisi dove conosce e interpreta le novità giottesche, in particolare lo spazio architettonico e la tensione psicologica dei personaggi. Dal Fratello Ambrogio riprendere la compostezza monumentale delle figure e un cromatismo acceso. Capolavoro spaziale è la Nascita della Vergine di Siena (1335-42) in cui il trittico si presenta come un unico spazio architettonico continuo -
1338
Bernardo Daddi: 1290-1348
Allievo e interprete dello stile tardo di Giotto a cui aggiunge una ricerca raffinata e aristocratica tipica dell'arte senese. ebbe molta fortuna tra i contemporanei proprio perché si mantenne sempre fedele ai dettami del maestro. Tra le sue opere più importanti si ricordano le storie di San Lorenzo e santo Stefano nella Cappella Pucci - Berardi, il Trittico di Ognissanti degli Uffizi è il Politico di San Pancrazio. -
1340
Guariento di Arpo: 1310 -1370
si rifà all'ambito padano post-giotto veicolato dalle opere riminesi e bolognesi, si riconosce una particolare gracilità delle figure come nei riminesi e un attenzione narrativa
il colore si fa prezioso e brillante, senza mancare di aspetti gotici quali i panneggi falcati. nei volti vi si vede l'influenza bizantineggiante del Veneziano, nella ricerca volumetrica e spaziale Giotto. Successivamente fu attivo anche a Bolzano -
1343
Stefano da Zevio o da Verona: 1379-1438
opera firmata è un Adorazione dei Magi di Brera del 1434, fu influenzato da Michelino da Besozzo per cui si possono fare i raffronti tra le due Madonne nell'orto, e di Gentile da Fabriano nel periodo Veronese; lavorerà anche con Pisanello. Longhi lo definisce un'artista fine, da rapportare al Pisanello, amante di una bidimensionalità ingenua che spesso cade nello stucchevole della minuzia botanica. -
1344
Ambrogio Lorenzetti: 1285-1348
Sin da subito si rifà alla frontalità giottesca e alla monumentalità Classica di Arnolfo Di Cambio. A cui si aggiunge una peculiare ricerca cromatica. Ciclo di affreschi più importante sono nel Palazzo Pubblico di Siena con le scene del Buon e Cattivo Governo (1338-1340) in cui sperimenta ancora la resa tridimensionale dello spazio superata poi dalla Presentazione al Tempio (Uffizi) del 1342, capolavoro di prospettiva trecentesca. -
1345
Maso di Banco: ? - 1348
Allievo di Giotto probabilmente dalla Cappella Bardi in Santa Croce ( 1325-28), probabilmente segue il maestro nel periodo napoletano. Maso recupera il canone simmetrico di Giotto, le figure assumono un volume architettonico, poste di profilo o frontalmente, e per la prima volta si sperimentano proporzioni realistiche tra figure ed edifici. Da ricordare le storie di San Silvestro nella cappella Bardi di Santa Croce -
1345
Stefano Fiorentino: 1301-1350
Allievo di Giotto (generazione Maso e Gaddi) e padre del Giottino, definito "scimia della natura". Attento al colorito e rappresentante della terza maniera trecentesca per il Vasari = "dolce unione" cara a Longhi. Figure che trattengono le emozioni diversamente dalle esagerazioni giottesche, tipici volti frontali in cui riesce a donare tridimensionalità e caratterizzazione. -
1345
Francesco Triarini: ? - 1348 probabilmente
Attivo dal 1322
Pittore e miniatore pisano che vive il periodo di arrivo dei dettami senesi in città di Memmi e Martini, successivamente sarà attento alle forme avignonesi (Polittico di San Domenico-1345)
Probabilmente muore durante la peste nera e quindi non partcipò ai cicli del Camposanto di Pisa -
1345
Vitale da Bologna: attivo dal 1330 al 1359
La Madonna dei denti del 1345 testimonia il distacco dai prototipi giotteschi e da quelli senesi. Bologna risente della grande tradizione miniaturista del 200.
scene dinamiche, vitalistiche e cortesi e visionarie, lineamenti appuntiti e minuti in scene spazialmente asciutte e desolate
manca la scatola prospettica fiorentina di derivazione giottesca
il San Giorgio di Bologna del 1350 è un esempio dell'assoluta unicità di questo artista -
1350
Giottino: 1324-1372
pseudonimo di Tommaso di Stefano è figlio del pittore Stefano Fiorentino.
segue i dettami del maestro tanto che viene ricordato come il figlio effettivo di Giotto, nella Pietà di San Remigio del 1350 circa rielabora in chiave più moderna la scena padovana del Compianto sul Cristo morto- -
1350
Paolo Veneziano: 1300 ca. - 1358/62
dimostra un primitivo interesse verso Giotto ma non abbandona mai gli stilemi bizantineggianti uniti ai più moderni goticismi padani e a volte anticipando forme "cortesi".
è sicuramente l'artista più importante del suo territorio -
1357
Andrea di Cione detto Orcagna: 1310-1368
Anche la pittura fiorentina viene influenzata da Maso di Banco che nell' Orcagna vede il massimo artefice del mutamento pittorico locale. Collaborò inizialmente sotto la guida del fratello Nardo. Colori metallici e figure monumentali (influenzato dal suo lavoro di scultore) -
1365
Giovanni da Milano: 1325-1370
Formatosi nella Lombardia viscontea, dove Giotto vi lavorò, Giovanni già nel 1346 risulta attivo a Firenze. La sua ricerca naturalistica e solenne, come il Giottino riempie la scena di colori incantevoli. un nuovo interesse descrittivo del dato reale lo allontana da Giotto da cui però sempre dipende. Famosi gli affreschi di Santa Croce nella Cappella Rinuccini. é sicuramente uno dei primi artisti che introdurranno la pittura preziosa e filamentosa del Gotico Internazionale -
1366
Tommaso da Modena: 1325 - 1379
Tommaso Barisini, crebbe parallelo a Vitale sviluppando uno stile originale.
Trasferitosi a Treviso lavora per i 40 ritratti di domenicani per il convento di San Nicolò = pittura realisticamente crocchetta, ottimo osservatore di dettagli. Realizza un vero e proprio studio psicologico tramite ritratti reali, un unicum ai tempi.
linee di contorno ben visibili, non sempre giusta la resa tridimensionale degli spazi ma sempre campionari di volti e sentimenti -
1370
Jacopo Avanzi: 1350 - 1416
Nato a Bologna, il suo nome si conosce grazie all'unica opera firmata = Crocifissione di Galleria Colonna di Roma
trasferitosi a Verona sarà l'artista rivale di Altichiero cn cui poi a Padova collabora per la Cappella di San Giorgio. Longhi lo relega a un attività secondaria in ambito bolognese -
1378
Giusto de' Menabuoi: 1330 - 1390
Nato a Firenze e probabilmente allievo di Maso di Banco o allievi diretti di Giotto, si formerà nella cultura padana post-grottesca quando, nel 1370, si trasferisce a Padova dove realizza tra il 1375 e 78 il suo lavoro più complesso = Cupola del Battistero di Padova
le figure sono disposte correttamente in uno spazio reale, carnose e volumetriche
nell'ultimo periodo si avvicina allo stile di Altichiero -
1379
Altichiero: 1330-1390
attivo inizialmente a Verona e poi anche lui trasferito a Padova. è probabilmente l'artista che attua il più consapevole recupero della lezione di Giotto, interpretata con componenti di vita e verità nuove. riprende la saldezza plastica del maestro e distribuisce sempre in maniera ordinata e reale i personaggi nello spazio. ogni figura ha uk suo spazio anche dando le spalle. Ha uno sguardo lontano dalle fantasie cortesi e cavalleresche che arriveranno subito dopo di lui (Pisanello) -
1390
Giovannino de Grassi: 1350 - 1398
capomastro del cantiere del Duomo di Milano, conosciuto principalmente per il Taccuino di Bergamo in cui studia figure, panneggi, dettagli minuscoli il tutto reso con un realismo del tutto nuovo. a volte stende il colore per piccoli punti . Particolarmente attento alla flora e la fauna -
1393
Spinello Aretino: 1350-1410
Longhi vi riconosce un superamento dello stallo grottesco-gotico degli anni precedenti vedendovi una nuova tendenza scultorea. dovrebbe essersi formato sotto il Giottino. l'uso dell'oro di sfondo, non tipico nei toscani, risiederebbe nelle origini della famiglia=orafi
Padre di Parri Spinelli -
Period: 1410 to 1481
Famiglia Zavattari
Cristoforo e Franceschino, da questo nacquero Giovanni, Gregorio e Ambrogio.
I figli di Giovanni conclusero la dinastia: Franceschino II, Vincenzo, Giangiacomo e Guidone
salvati dal realismo puro grazie alla ripetizione lineare insita negli abiti alla moda del tempo. Attivi in particolare attorno a Duomo di Milano e la Certosa di Pavia
gli influssi principali sono Besozzo e Pisanello, sia nel linearismo che nella scelta cromatica -
1415
Giovanni di Pietro Falloppi o da Modena: 1379 - 1455
Opera all'interno della chiesa di San Petronio con la Cappella Bolognini (1410) e la Cappella dei Santi Abbondio e Giorgio (1420). esponente del gotico internazionale emiliano tipicamente lontano dagli aspetti cortesi in favore, invece, di un di suggestioni più popolari e ricche di vivacità espressiva. il suo stile investirà il Quattrocento non solo a Bologna ma anche la Toscana e il Parmense -
1416
Lorenzo Salimbeni: 1373 - 1416/1420
esponente del gotico internazionale marchigiano, collabora solitamente con il fratello minore Jacopo.
famose sono le decorazioni dell'oratorio di San Giovanni a Urbino datato 1416. Le scene sacre sono accompagnate da scene di vita quotidiana, giocosa e spensierata. le scene maggiori e minori si controbilanciano per drammaticità e giocosità. Il loro stile, di derivazione padana e oltralpina boema e renana avrà riscontro in Emilia e a Napoli -
1420
Giacomo Jaquerio: 1375 - 1453
Attivo nel territorio sabaudo-piemontese è un artista itinerante abituato a valicare le alpi. La sua maniera è figlia dei suoi viaggi e dei suoi incontri = arte francese e Borgognona + tradizione del gotico internazionale italiana.
Limpida gamma cromatica, impiego di una linea fluente, contrapposizione di elementi di lusso e semplici
già tra il 1425-30 il suo stile risulterà sorpassata -
1420
Jacobello del Fiore:1370 - 1439
alla tradizione severa del bizantinismo vi aggiunge la lezione di Gentile da Fabriano, nell'ultimo periodo si avvicina a un decoratissimo meno ispirato
i martiri dei sani diventano storie cavalleresche , in cui i personaggi, splendidamente vestiti, si muovono in campi fioriti che si fanno decorazione al pari dei più preziosi arazzi francesi -
1430
Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello: 1395 - 1455 ca.
Allievo di Stefano da Zevio ( opere degli anni 20 = madonna della quaglia) e collaboratore di Gentile da Fabriano.
incisivo indagatore della realtà affascinato però dal fantasioso mondo cortese/fiabesco
abilissimo disegnatore ( animali e piante) anche crudo nelle rappresentazioni
ritrattista legato alla maniera numismatica, sia per monete che per dipinti.
viaggia a Roma,Firenze, Napoli ... non si lascia influenzare dalle rinnovate soluzioni Rinascimentali ( già 30 anni) -
1435
Michelino de' Molinari da Besozzo: 1370 - 1456
pittore e miniatore più famoso nel territorio lombardo di prima - metà 400. succederà al cantiere del Duomo di Milano. rapporti con la cultura d'otralpe. il dato realistico oggettivo si fonde in fantasie irrealistiche in continuità con la duplice essenza del gotico internazionale. le sue figure hanno spesso occhi piccolissimi che esprimono un senso di dolcezza e tenerezza, infonde questa stessa sensazione nei disegni di animali -
1450
Michele Giambono: 1400 - 1462
Allievo di Jacobello del Fiore, è un artista che a pieno recepisce il dettato di Gentile da Fabriano.
maniacale insistenza decorativa, famoso per le sue madonne dai volti esotici riccamente vestite in cui si perde completamente la ricerca volumetrica di spazio
Longhi lo definisce un delizioso lineare, tanto da essere un Simone Martini Veneziano
è tra gli ultimi rappresentanti veneziani della stagione del Gotico internazionale