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Dal Congresso di Vienna...
Con il Congresso di Vienna, i cinque "Stati" che occupavano l'Europa continentale si erano impegnati a mantenere un certo equilibrio e a sostenersi in caso di difficoltà. Verso metà Ottocento, nacquero diverse divergenze perché i vari Stati iniziarono a contendersi l'egemonia europea. Questo diede il via ad una serie guerre che videro coinvolte tutte le potenze. L'equilibrio professato nel Congresso di Vienna era compromesso per sempre. -
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I moti degli anni 20-30
Nonostante il Congresso di Vienna avesse dato vita alla Restaurazione, i principi della rivoluzione francese non cessarono di espandersi. La volontà di opporsi alle restrizioni dovute alla Restaurazione nacquero diverse rivolte in tutta Europa, che terminarono però con fallimenti e grandi repressioni. -
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Le rivoluzioni del 1848
Nonostante il fallimento dei moti degli anni 20-30, il desiderio di affermare gli ideali della rivoluzione era ancora profondamente ancorato negli animi degli abitanti dell'Europa del 1800. Nel 1848 l'Europa, caratterizzata da una crisi economica che intaccò l'agricoltura e il settore industriale, fu la culla di varie rivoluzioni. In Italia, ad esempio, le rivolte popolari, grazie all'intervento di Calo Alberto, sfociarono nella prima fallimentare guerra d'indipendenza dal dominio asburgico. -
Pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista
Mentre liberai e democratici si preoccupavano di politica, dei pensatori si focalizzarono sulla questione sociale (da qui socialismo). Per loro i problemi della società dipendevano dalla disparità economica che, a sua volta derivava dalla proprietà privata. Spiccarono, così, le idee di Marx e Engels: il cambiamento della società dipende dall'alternata affermazione di oppressi e oppressori. Siamo destinati, quindi, a vivere una rivoluzione che abolirà la proprietà e ci porterà al comunismo. -
Parigi, la nascita delle rivolte
Le classi più umili, stanche di vedere ancora le loro condizioni trascurate, si opposero al regime orleanista e proclamarono la Seconda Repubblica. Il governo provvisorio neonato aveva un carattere democratico (pensiero fondato sul suffragio universale, sul potere rappresentativo dello Stato, che deve intervenire in favore dei deboli e sulla necessità di istruire il popolo). Con la presa di potere dei moderati la repubblica lascia spazio a quello che sarà l'impero di Luigi Napoleone Bonaparte. -
La rivoluzione a Berlino
La rivolta di Parigi fu la prima di una serie di rivoluzioni che coinvolsero tutta Europa. In Germania, ad esempio, il popolo rivendicava la necessità di un'unità nazionale, resa impossibile dalla Confederazione Germanica che, nata con il Congresso di Vienna, consisteva in uno Stato composto da 39 Stati politicamente diversi tra loro e completamente autonomi l'uno dall'altro. In più la forza della Prussia e dell'Austria, minacciavano l'equilibrio della Confederazione. -
L'Assemblea Nazionale Costituente
Le rivolte in Germania portarono all'elezione di un'Assemblea Nazionale Costituente che doveva stilare una Costituzione per lo Stato unitario. Però prima bisognava prima decidere se includere o meno l'Austria tra gli Stati tedeschi. La tesi della "piccola Germania" (Austria estromessa dalla riunificazione), prevalse su quella della "grande Germania" (Austria compresa). Così l'Austria, che nel mentre combatteva le rivolte a Vienna e in tutto l'impero, si vide esclusa dalla riunificazione tedesca. -
Il rifiuto di Federico Guglielmo IV
Federico Guglielmo IV, re di Prussia, rifiutò l'incarico di Imperatore datogli dall'Assemblea Nazionale Costituzionale, perché non intendeva essere limitato da una costituzione non stilata da lui ma da un'assemblea rivoluzionaria. Così si perse la speranza di raggiungere l'unificazione tramite una via liberale (pensiero fondato sul suffragio censitario, sul potere limitato dello Stato, che non deve intervenire in ambito sociale e sulla naturale disuguaglianza del popolo). -
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Impero francese di Napoleone III
Napoleone III regnò sulla Francia seguendo i principi di quello che prenderà il nome di bonapartismo: ricerca del consenso pubblico e dell'autoritarismo. In più fece particolare attenzione alla politica estera: oltre a voler fare della Francia la maggiore potenza continentale, puntava anche ad un ingrandimento territoriale. Consapevole della sua posizione strategica, tentò di sfruttare a proprio favore le vare guerre d'indipendenza che caratterizzavano l'Italia e la Germania. -
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Ripercussioni della politica di Napoleone III
Napoleone III aveva come obiettivo quello di imporre l'egemonia francese sull'Europa continentale e anche a livello coloniale, vedeva come suo principale nemico l'Impero asburgico. Così, per debilitare questa potenza, si alleò con l'Italia, che vide realizzata la sua unificazione. L'indebolimento dell'Austria lasciò spazio alla Prussia che puntava all'unificazione dello Stato tedesco. La vittoria della Prussia (Germania) contro la Francia premise alla prima di affermarsi come potenza europea. -
Le radici dell'alleanza tra Italia e Prussia
Oltre che per la Prussia, l'Austria aveva rappresentato un ostacolo anche per l'unità d'Italia. Grazie alle sue furbe trovate, Cavour (presidente del Consiglio) riuscì ad ottenere l'appoggio della Francia con gli accordi di Plombières. Dopo le provocazioni di Cavour, l'Austria dichiarò guerra all'Italia. Iniziò così la seconda guerra d'indipendenza, che terminò con l'annessione di tre regioni: le attuali Toscana, Emilia e Lombardia. Due anni dopo Vittorio Emanuele II divenne re d'Italia. -
Bismarck diventa cancelliere
Otto von Bismarck, noto Junker (proprietari terrieri e conservatori) diventa cancelliere. Egli vedeva la guerra guidata dalla Prussia come l'unico mezzo per raggiungere l'unità nazionale. Per questa ragione si occupò di aumentare le spese militari, riuscendo a formare l'esercito più forte e strutturato d'Europa. In più, egli riteneva che il maggiore ostacolo dell'unificazione fosse che l'Austria dominasse la Confederazione Germanica, perciò si spese per ovviare a questo problema. -
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La Prussia contro la Danimarca
Per raggiungere l'unità della Germania, il primo passo era quello di sottrarre alla Danimarca due ducati abitati principalmente da Tedeschi. Per riuscire nel suo intento Bismarck si alleò strategicamente con l'Austria e dopo aver dichiarato guerra alla Danimarca la sconfisse conquistando i ducati dello Schleswig e dello Holstein. -
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La "guerra delle sette settimane"
L'Austria ormai era l'ultimo ostacolo da abbattere per raggiungere l'unificazione tedesca, perciò, Bismarck, approfittando della situazione italiana, si alleò con l'Italia in modo tale da svantaggiare l'Austria che si trovò a doversi difendere su due fronti differenti. La battaglia cruciale si svolse a Sadowa, dove l'esercito austriaco, nonostante le vittorie a Custoza e Lissa contro l'Italia, venne definitivamente sconfitto definitivamente da quello prussiano. -
La pace a Praga
Data la sconfitta, l'Austria fu costretta a firmare una pace con la Prussia che prevedeva l'annessione del Veneto all'Italia e la divisione della Germania in due Confederazioni. La Confederazione del Nord fu affidata al governo prussiano, mentre quella del sud, per volere di Napoleone II, restò indipendente dalla Prussia. L'ultimo passo per raggiungere l'unità restava quello di fare della Confederazione del Sud un dominio prussiano. Per fare ciò era necessaria una guerra contro la Francia. -
La terza guerra d'indipendenza in Italia e la pace di Vienna
L'intervento dell'Italia nella guerra tra Prussia e Austria diede il via alla terza guerra d'indipendenza. Nonostante le ripetute vittorie austriache, interrotte solo da alcuni successi di Garibaldi, la Prussia riuscì a sconfiggere l'Austria. Quest'ultima si trovò a firmare la pace di Vienna, che, tra i vari punti, prevedeva anche l'annessione del Veneto all'Italia. Per completare l'unità d'Italia ormai mancavano solo il Trentino, il Friuli e il Lazio. -
Divergenze tra Prussia e Francia
Oltre alla problematica della Confederazione del Sud, le divergenze tra i due paesi si fecero maggiori per un problema dinastico che riguardava il trono spagnolo. Nel caso in cui un parente di Guglielmo I fosse diventato sovrano di Spagna, la Francia sarebbe stata completamente accerchiata dal dominio prussiano. Perciò, consapevole del fatto che la Prussia stesse acquisendo sempre più potere, Napoleone III dichiara guerra alla Prussia. -
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Ultimo ventennio di Bismarck
Dopo la vittoria della Prussia sulla Francia, nacque il Secondo Reich, che rese la Germania la più grande potenza europea a livello economico e militare. Durante i suoi ultimi 20 anni in carica, Bismarck attuò un'economia protezionistica a favore dei borghesi e degli Junker. Poi si occupò di rafforzare l'autorità centrale dello Stato, concentrando il potere nelle mani della Cancelleria che rispondeva solo all'imperatore e non al Parlamento. il Secondo Reich fu, quindi, un regime autoritario. -
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Guerra tra Francia e Prussia
Dopo aver dichiarato guerra alla Prussia il 19 luglio del 1870, Napoleone III vide le sue truppe sconfitte da un'indiscutibile superiorità dell'esercito prussiano. Il 2 settembre del 1870 si tenne la battaglia decisiva a Sedan e Napoleone III venne fatto prigioniero. Così la Francia fu costretta a cedere a Bismarck le due regioni dell'Alsazia e della Lorena. -
L'insurrezione a Parigi e la Terza Repubblica
La vittoria della Prussia provocò un'insurrezione a Parigi, che portò alla proclamazione della cosiddetta Terza Repubblica. Il governo della repubblica cercò comunque di continuare la guerra nella speranza di svoltarne l'esito. Nonostante tutto l'esercito Prussiano riuscì a reprimere questo tentativo e venne stipulata una pace a Francoforte. -
La Kulturkampf, lotta per la civiltà
Bismarck vedeva nel partito cattolico del Zentrum un pericolo per la sua politica. Tentò inutilmente di di indebolire il cattolicesimo in Germania abolendo diversi ordini religiosi e controllando le scuole cattoliche e i seminari. Il partito cattolico, contrariamente a quanto pensava Bismarck, si rafforzò, così lui fu costretto ad abbandonare la sua politica anticattolica. -
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Le conseguenze della sconfitta
Con la caduta di Napoleone III il governo della Francia venne affidato a Thiers. Egli si trovò a dover firmare una pace con la Germania che prevedeva pesanti imposte e dure restrizioni che generarono malcontento nel popolo di Parigi, il quale, esausto per le pressioni tedesche, organizzò una rivolta. -
Guglielmo I imperatore
Il 18 gennaio del 1871, nella reggia di Versailles, Guglielmo I venne incoronato imperatore. Nasceva così il Secondo Impero tedesco, chiamato anche Secondo Reich. -
La nuova Costituzione dell'Impero
La Costituzione del 1871 era il fondamento dell'Impero. Essa prevedeva che la Germania avesse una struttura federale. i 25 Stati che ne facevano parte avevano governo, assemblee legislative e apparati amministrativi propri. La politica estera, interna e militare, invece, dipendeva dalla Cancelleria dell'Impero. Il suo potere legislativo era affidato al Parlamento (eletto a suffragio universale) e al Consigliere federale. In realtà, però, era l'imperatore ad avere potere di veto sulle leggi. -
Insurrezione e Comune di Parigi
Le rivolte popolari e l'insurrezione a Parigi portarono alla nascita della cosiddetta Comune di Parigi. Il problema dei rivoluzionari fu il fatto che, nonostante il desiderio di espandere la ribellione, questo movimento restò circoscritto nella città di Parigi. In più la Comune era mal vista anche dagli aristocratici, dai borghesi e dai proprietari terrieri. Indipendentemente dalla breve durata della Comune, essa rappresenta ancora oggi la realizzazione del desiderio di una democrazia diretta. -
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L'assedio di Parigi e la caduta della Comune
Con l'obiettivo di eliminare la minaccia della Comune, Thiers è costretto a chiedere aiuto a Bismarck, che gli concede di liberare i prigionieri di guerra, la cui maggior parte erano soldati. Così facendo la Francia tornava ad avere un esercito che, con grande facilità riuscì ad abbattere la rivolta. Con la repressione e il massacro dei comunardi la Comune di Parigi arrivava al termine e la Francia riacquistava la sua omogeneità. -
Roma capitale
Garibaldini e mazziniani, guidati da Garibaldi, cercando di conquistare il Lazio e Roma, penetrarono nello Stato Pontificio, difeso dalle truppe francesi che repressero rapidamente l'esercito. Il 20 settembre 1870, approfittando della guerra tra Francia e Prussia, dei bersaglieri conquistarono Roma, che divenne presto capitale d'Italia. Nonostante la volontà dello Stato di scendere a compromessi, il papa, con il "non expedit", creò una frattura tra la laicità dello Stato e il cattolicesimo. -
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La SPD, il secondo nemico politico di Bismarck
Con la nascita del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), che era dipesa dallo sviluppo industriale della Germania, Bismarck vide stanziarsi un nuovo nemico: il movimento socialista. Per porre rimedio al problema egli limitò la libertà di stampa e rese illegale l'unione di operai in organizzazioni. d'altra parte tentò di tutelare i diritti di questi ultimi per allontanarli dal socialismo. Con la nascita delle assicurazioni gli operai furono riparati da vari rischi (malattia, infortunio...). -
La Triplice Alleanza
Dopo la terza guerra d'indipendenza, sulla Destra storica prevalse la Sinistra (concezione liberale e democratica dello Stato). Tra le strategie politiche messe in atto da essa c'è l'adozione di tariffe doganali che aiutarono economicamente lo Stato, ma ne provocarono l'isolamento. Così l'Italia decise di allearsi con l'Austria e la Prussia nella Triplice Alleanza. Nonostante avesse rinunciato a terre come il Trentino o il Friuli, l'Italia potè godere dell'aiuto dell'Alleanza in caso di attacco. -
Guglielmo II imperatore
Dopo la mote di Federico III, Guglielmo II divenne imperatore. La sua politica puntava molto sulla centralità della sua figura, perciò le dimissioni di Bismarck aiutarono molto la realizzazione del suo modello ideale. Egli desiderava il raggiungimento di una politica che si espandesse a livello mondiale, la Weltpolitik. -
Tentativo di Boulanger
Nonostante le importanti riforme messe in atto dai repubblicani che avevano in mano il governo della Francia, vennero messi in atto vari tentativi di rovesciare la repubblica. Tra questi troviamo sicuramente quello di Boulanger, il quale, oltre a rincorrere il desiderio di imporsi sulla Gran Bretagna come potenza coloniale, mirava a una rivincita contro la Germania. Il suo complotto venne scoperto e dopo essere stato accusato di tradimento si suicidò. Il suo progetto, però, non morì con lui. -
Le dimissioni di Bismarck
Vedendo fallire le sue lotte al cattolicesimo e al socialismo, Bismarck decise di dimettersi, considerando il fatto che ormai avesse perso gran parte dei suoi sostenitori e la sua notorietà. I suoi successori non proseguirono la sua politica anticattolica e antisocialista, ma puntarono sull'espansione coloniale. Ciò portò all'affermazione di ideali come il nazionalismo e il razzismo.