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Pensiero liberale
Il liberismo è un'ideologia alla cui base vi sono le idee di Smith, Montesquieu e Locke. Secondo i liberali, l'individuo possiede dei diritti inviolabili che lo Stato non può ledere, questo deve essere il prodotto di accordi tra i singoli, come un contratto. Inoltre, non accettano l'assolutismo, sostengono la divisione dei poteri attraverso la deliberazione di una Costituzione. Infine sono dell'idea che lo Stato non debba intervenire nei divari sociali e che il suffragio debba essere censitario. -
Pensiero democratico
Il pensiero democratico pone le sue origini nel concetto di sovranità popolare e Rousseau può essere considerato il padre fondatore. I democratici prendono spunto dai principi liberali, ma apportano delle modifiche. Prima di tutto credono nell'uguaglianza politica, dunque ogni cittadino deve essere rappresentato dallo Stato, il quale, al contrario dei liberali, deve accettare e gestire le disuguaglianze sociali. Infine, essi estendono il diritto di voto, prediligendo il suffragio universale. -
Pensiero socialista
E' possibile considerare il socialismo come una radicalizzazione della democrazia, il cui scopo è prettamente sociale. Le idee dei socialisti si basavano sul principio di solidarietà e sull'abolizione della proprietà privata, causa di disparità sociali. I socialisti si dividevano in utopisti, ovvero riformatori per gradi, e marxisti. Quest'ultimi, sulla scia di Marx e Engels, rifiutavano la concezione utopistica e credevano che una lotta violenta fosse l'unico modo per eliminare i divari sociali -
Congresso di Vienna
Nel 1814 si tenne il Congresso di Vienna, questo aveva l'obiettivo di restaurare l'Europa dopo la rivoluzione francese. I principi su cui si basò la riunione furono quello di equilibrio e di legittimità, i quali impedivano l'affermazione di un'egemonia in Europa e imponevano il ritorno dei governatori che c'erano prima della rivoluzione. Inoltre, si affermò il principio di nazionalismo, secondo il quale la nazione è alla base di un contratto sociale e si costruisce su una condivisione di valori. -
1848: crisi
Gli anni 40 dell'800 furono caratterizzati da una grave crisi economica, sociale e politica, che colpì i paesi del Nord e Centro Europa. Il piano politico e quello sociale interessarono anche la Francia, che fu il centro dell'ondata rivoluzionaria; infatti, poiché erano ancora saldi i principi della rivoluzione francese, aumentò la richiesta di estendere il diritto di voto e il sentimento di indipendenza nazionale. -
1848: cosa succede nel resto d'Europa
Dalla Francia la rivoluzione si estese nel resto d'Europa. Nell'impero asburgico le rivolte si espansero in ogni dove, ma soprattutto a Vienna, Praga e Budapest, ma vennero represse brutalmente. Anche gli Stati tedeschi furono colpiti da questo processo rivoluzionario, tra questi stati la Prussia e l' Austria ebbero un ruolo centrale. Dunque, si adottò un piano che vedeva l'esclusone dell'Austria e la Prussia al comando sotto la guida di Federico Guglielmo IV, il quale, però, rifiutò la corona. -
Insurrezioni in Italia
Il sentimento rivoluzionario investì anche l'Italia, le proteste riguardarono in primis il Regno delle Due Sicilie, infatti, quando il 29 gennaio la Sicilia insorse, Ferdinando II fu costretto a concedere una Costituzione. Così, seguendo il suo esempio, il granducato di Toscana, il Regno di Sardegna e lo Stato Pontificio concessero a loro volta delle costituzioni. -
La Seconda Repubblica: la rivoluzione di febbraio
La Francia del 1848 era governata da Luigi Filippo D'Orleans, il quale era espressione solo degli interessi della borghesia, e non dei meno abbienti. Il malcontento popolare proveniva soprattutto dalla classe proletaria, la quale esigeva un miglioramento del tenore di vita e una distribuzione più equa della ricchezza. Perciò, le varie fazioni politiche si organizzarono nella "campagna dei banchetti" e, attraverso un'insurrezione del popolo, il 22 febbraio 1848 proclamarono la Seconda Repubblica. -
Period: to
Prima Guerra d'Indipendenza
Dopo la Sicilia, anche il Nord insorse, infatti, con l'intento di recuperare il possesso della parte Lombardo-Veneta, Carlo Alberto si mosse contro gli austriaci. Gli Italiani, però, vennero sconfitti durante la Prima Guerra di Indipendenza, ma questo non fermò i moti insurrezionali. Infatti, contro lo Stato Pontificio venne creata la Repubblica Romana. Il fallimento di quest'ultima e ulteriori delusioni portarono Carlo Alberto ad abdicare in favore di Vittorio Emanuele II. -
Rivoluzione di giugno
Il governo provvisorio istituito dai rivoluzionari ebbe vita breve, poiché emersero le differenze ideologiche delle varie fazioni politiche. Dopo la vittoria dei moderati alle elezioni a suffragio universale maschile del 23 aprile, i diritti e il futuro degli operai furono nuovamente messi in discussione. Gli operai e i disoccupati, allora, decisero di insorgere contro i moderati il 23 giugno, ma sotto la guida del generale Cavaignac la rivolta fu spenta nel sangue, facendo vincere i moderati. -
Carlo Luigi Napoleone Bonaparte sale al potere
Dopo la sanguinosa vittoria, i moderati proclamarono una nuova Costituzione che conferiva enormi poteri al Presidente della Repubblica a discapito del Parlamento. Così, il 10 dicembre 1848 venne eletto Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, il quale trasformò il suo governo in una dittatura proclamandosi imperatore dei Francesi nel 1852. -
(1) Il bonapartismo: ricerca del consenso
Salito al trono, Napoleone III adottò un nuovo modo di governare: il bonapartismo. Questo si basava su due aspetti principali, ovvero la ricerca del consenso e l'autoritarismo. In merito al consenso, Napoleone III sostenne il decollo industriale, contribuì alla creazione del Canale di Suez e favorì la costruzione di grandiose opere pubbliche, come ad esempio la costruzione delle boulevards. -
(2) Il bonapartismo: autoritarismo
L'autoritarismo, invece, consisteva in un attento controllo della libertà di stampa e di associazione. Inoltre, Napoleone III sfruttò notevolmente i plebisciti, ottenendo così un diretto contatto con le masse, senza servirsi di partiti politici mediatori. Questo comportò una mancata opposizione che non aveva la possibilità di far sentire la propria voce, infatti, nel 1860 l'autoritarismo si trasformò in riformismo, allenando la censura e facendo in modo che l'opposizione si potesse riunire. -
(3) "L'impero è la pace": la politica estera di Napoleone III
Napoleone III confidava molto nel principio di nazionalità, secondo il quale, seguendo il suo punto di vista, la Francia avrebbe potuto ingrandirsi e ottenere più territori. Egli immaginava un nuovo ordine in cui la Francia era la massima potenza, destinata a trionfare, dunque credeva che i popoli potessero essere riconciliati raggiungendo una condizione di pace. -
Period: to
La Guerra di Crimea
Nel 1853 scoppiò la guerra di Crimea, che vide coinvolte in primo piano Turchia e Russia: Italia e Francia si posero a favore della prima, mentre l'Austria si dichiarò neutrale. La Russia ne uscì sconfitta, mentre la genialità di Cavour si dimostrò nuovamente inarrestabile. Infatti, durante il Congresso di pace a Parigi nel 1856, Cavour estese la problematica italiana contro gli austriaci a livello europeo, mostrando la durezza e i vincoli con cui gli italiani erano costretti a vivere. -
Accordi di Plombieres
Successivamente alla guerra di Crimea, Cavour e Napoleone III si incontrarono a Plombieres per stringere degli accordi. Quest'ultimi vedevano la Francia alleata italiana, infatti, in caso di un attacco da parte degli austriaci, i francesi sarebbero dovuti intervenire a difesa dell'Italia. Inoltre, in caso di vittoria, la Francia avrebbe ottenuto Nizza e Savoia. Mentre in Italia si sarebbe andata a creare una confederazione di Regni. -
Seconda Guerra di Indipendenza
Il deteriorarsi del rapporto tra Italia e Austria giunse al culmine, quando Cavour attuò un piano per fare in modo che l'Austria fosse costretta ad attaccare per prima. Dunque, dopo la dichiarazione di guerra da parte dell'Austria, il comando passò a Napoleone III, che, con una serie di vittorie, permise l'annessione di Emilia e Toscana al Regno di Sardegna, facendo ottenere a quest'ultimo un potere notevolmente maggiore. -
Armistizio di Villafranca
Un continuo rafforzamento del Regno di Sardegna e un probabile intervento di Russia e Prussia a favore dell'Austria, fecero preoccupare Napoleone III. Dunque, l'11 luglio 1859, all'oscuro di Cavour, firmò a Villafranca l'armistizio con l'Austria: quest'ultima potè tenere il Veneto, ma dovette cedere la Lombardia. Inoltre, per consentire la definitiva annessione di Emilia e Toscana, Vittorio Emanuele II dovette cedere Nizza e Savoia, destando gravi turbamenti negli animi italiani. -
La potenza tedesca
Contemporaneamente, la Prussia era diventata l'unica forza dominatrice degli Stati Tedeschi, guidati del cancelliere Otto von Bismark. Si erano andate a creare due Confederazioni: una del Nord, ovvero quella presieduta dal re di Prussia, e quella del Sud, teoricamente indipendente dalla prima. Questa nuova disposizione fece preoccupare Napoleone III, il quale temeva un esagerato ottenimento di potere per gli Stati tedeschi. Questo portò alla guerra tra Francia e Stati tedeschi. -
Lo scontro di Mentana
Mentre la Destra storica era al potere, nel 1867 riprese vigore l'iniziativa garibaldina e mazziniana per liberare Roma. Dunque, il 3 novembre 1867, a Mentana, l'esercito garibaldino, formato da 3000 volontari capeggiati da Garibaldi e alimentati dal desiderio di liberare finalmente Roma, si scontrarono con l'esercito francese inviato dallo Stato Pontificio. Garibaldi ne uscì sconfitto e venne arrestato. -
Guerra Francia-Germania
Nel 1870, l'astio tra Francia e Germania si fece più vivo: Bismark era interessato all'Alsazia e alla Lorena e, inoltre, si creò un dibattito sulla successione al trono di Spagna. Così, il 19 luglio 1870 Napoleone III dichiarò guerra alla Prussia, ma l'esercito tedesco sconfisse miseramente quello francese, catturando molti prigionieri, tra cui Napoleone III. Poco dopo, Parigi proclamò la Terza Repubblica, mentre Guglielmo I venne incoronato imperatore di Germania, proclamando il Secondo Reich. -
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La Terza Repubblica
In questo momento la Germania rappresentava la massima potenza continentale e aveva creato nuovi equilibri. Dopo la sconfitta contro la Prussia e la caduta di Napoleone III, il 4 settembre 1870 la Francia proclamò la Terza Repubblica. Per risolvere il problema dei tedeschi in territorio parigino, il presidente Adolphe Thiers chiese un prestito nazionale e pagò in anticipo il contenzioso con i tedeschi. Inoltre, la volontà di riscatto aumentò con l'introduzione del servizio militare obbligatorio. -
La breccia di Porta Pia
In seguito alla guerra tra Prussia e Francia, quest'ultima dovette ritirare le proprie truppe dal territorio pontificio. Questo alimentò nuovamente il desiderio degli italiani di entrare in possesso di Roma, infatti il 20 settembre 1870 un corpo di bersaglieri guidati da Cadorna riuscì ad entrare a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Dopo la scarsa resistenza delle truppe pontificie, nel luglio 1871 venne finalmente cambiata la capitale, passando così da Firenze a Roma. -
La Comune di Parigi
La guida del governo francese venne affidata al ministro liberale moderato Adolphe Thiers. Il primo problema affrontato fu firmare un accordo di pace con la Germania: Alsazia e Lorenza passarono ai tedeschi, la Francia dovette pagare ingenti somme di denaro e accettare che truppe tedesche verificassero il pagamento. Questo portò all'esasperazione dei parigini, i quali insorsero e indissero le elezioni per un Consiglio comunale: il 26 aprile venne creata la Comune di Parigi. -
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La "settimana di sangue": la fine della Comune di Parigi
Parigi era sola in questa insurrezione, gli altri comunardi non avevano aderito alla rivolta, perciò la Comune rappresentava un nemico da eliminare. Il desiderio di una "repubblica diretta" fu messo. a rischio quando, dal 21 al 28 maggio 1871, l'esercito francese guidato da Mac Mahon massacrò brutalmente e fucilò senza alcuna pietà i rivoluzionari, causando 887 morti e 64 ostaggi. La Francia tornò ad essere una nazione unica e il sogno di una "democrazia diretta" rimase irrealizzato. -
Costituzione del 1875
Nel 1883 divenne presidente Mac Mahon, sotto il suo governo i moderati trovarono accordi con i difensori della repubblica portando, nel 1875, alla creazione di una nuova Costituzione. Questa manteneva inalterata la struttura centralista dello Stato francese ed era edificata in tre istituzioni: Camera dei deputati e Senato, che detenevano il potere legislativo, e il Presidente della Repubblica, a capo del governo. Inoltre, la Costituzione era un compromesso di forze conservatrici e democratiche. -
Le riforme
Nel 1879 Mac Mahon si dimise e il governo restò nelle mani dei repubblicani moderati fino alle Prima Guerra Mondiale. Con questa stabilità fu possibile realizzare importanti riforme per la Francia: venne garantita la libertà di stampa e di associazione; fu riconosciuto il divorzio e il diritto all'organizzazione sindacale; venne ridotta a 10 ore la giornata lavorativa; fu imposta un'istruzione laica. -
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Politica estera e Triplice Alleanza
In ambito di politica estera, Napoleone III aveva come obbiettivo quello di rendere la Francia la maggiore potenza coloniale. Infatti, agendo indisturbatamente, nel 1881 la Francia aveva occupato la Tunisia, territorio caro all'Italia poiché era presente una grande comunità italiana. Di conseguenza, l'Italia decise di creare un'alleanza con Germania e Austria, ovvero la Triplice Alleanza, per non rimanere più isolata. -
La "guerra doganale"
In politica estera, Crispi consolidò l'alleanza con la Germania mosso da un orientamento ostile verso la Francia. Quest'ultima, infastidita dalla posizione filotedesca di Crispi, introdusse una tassa doganale per i prodotti italiani. Di conseguenza, lo stesso fece Crispi, il quale aumentò del 50% i prezzi sui prodotti francesi. Questa azione di Crispi fu svantaggiosa per l'Italia, poiché la Francia era il principale partner commerciale italiano, dunque l'economia del Sud ne risentì maggiormente. -
Tentativi di sovversione
Questa stabilità non impedì che si manifestassero sovversioni, infatti dopo il fallimentare tentativo di Man Mahon nel 1877, nel 1899 l'ex ministro della Guerra Boulanger propose un nuovo attacco. La sua idea era quella di creare una nazione immensamente forte, così da competere contro la Gran Bretagna e ottenere una rivincita contro la Germania. Scoperto il suo complotto, Boulanger scappò in Belgio, ma questo progetto alimentò la diffusione di un'ideologia nazionalista, razzista e militarista.