La Sicilia e il Risorgimento

  • La Repubblica napoletana

    Nel 1799, i giacobini del Regno di Napoli si ribellano alla monarchia borbonica, istituendo la Repubblica Napoletana. Ferdinando IV DI Napoli e Maria Carolina d'Asburgo sono costretti a rifugiarsi a Palermo. L'esperienza della Repubblica si conclude con la repressione del 1802.
  • Venti di rivoluzione

    Già nel 1796 sull'Italia spirano venti di cambiamento, portati dalle truppe comandate dal generale Bonaparte.
  • Una coalizione perfetta.

    Nel 1798, per contrastare la presenza dilagante dei francesi, vari Stati, fra cui Gran Bretagna, Austria, Russia e il Regno di Napoli, si coalizzano contro la Francia.
  • La sconfitta a Marengo

    Gli austriaci vengono sconfitti a Marengo
  • Il trattato di Lunèville

    Gli austriaci firmano il trattato della resa.
  • Il trattato di Amiens

    Anche la Gran Bretagna arriva alla pace con i francesi, riuscendo se non altro a salvaguardare i possedimenti coloniali.
  • Napoleone imperatore

    Napoleone si proclama imperatore il 2 dicembre 1804 e dichiara la fine della dinastia borbonica, inviando a Napoli il generale Andrè Massena con l'incarico di mettere sul trono il fratello dell'imperatore, Giuseppe, che diventa così re di Napoli. Ferdinando è di nuovo costretto a fuggire a Palermo, sotto la tutela degli inglesi, anche se continua a regnare sulla Sicilia.
  • Gioacchino Murat, re di Napoli

    Diventato re di Spagna, Giuseppe Bonaparte viene sostituito da Napoleone con il cognato, Gioacchino Murat, che sale al trono il primo agosto 1808
  • Il Palermo Siciliano promulga una Costituzione

    In Sicilia, scoppia una rivolta a causa di una tassa sulle entrate imposta da Ferdinando IV. Il Parlamento siciliano promulga la Costituzione-stilata sul modello inglese-che di fatto esautora il re borbonico, e che prevede l'abolizione dei feudi e la riforma degli apparati statali. L'obiettivo è quello di modernizzare l'isola, nonchè di creare un rapporto ancora più stretto con gli inglesi, che hanno tutto l'interesse a mantenere l'indipendenza dell'isola.
  • Il trattato di Casalanza

    Il trattato di Casalanza sancisce dunque il ritorno a Napoli di Ferdinando IV, che insedia a Palermo, come luogotenente del regno, il figlio Francesco.
  • Il regno delle due Sicilie

    Con un colpo di mano, il sovrano riunisce sotto un'unica corona il regno di Napoli e il regno di Sicilia e assume il nome di Ferdinando I, re del regno delle due Sicilie. La Costituzione viene annullata. L'isola viene trattata alla stregua di una colonia e sottoposta a un durissimo regime fiscale.
  • L'avversione borbonica

    La cancellazione della Costituzione e il duro regime fiscale fanno crescere il malcontento popolare. il 15 giugno del 1820 scoppia la prima rivolta a Palermo che costringe ll principe Francesco a rifugiarsi a Napoli. Ricrea il Parlamento siciliano e ripristina la Costituzione.
  • Il ritorno dei Borbone

    Lo spirito indipendentista del governo siciliano si scontra ovviamente con i Borbone, che approfittano delle discordie fra le città siciliane e hanno buon gioco a reprimere la rivolta nel sangue. Viene così ristabilita la monarchia e la Sicilia torna sotto il controllo del governo napoletano. Nel marzo 1821, le potenze della Santa Alleanza -Prussia, Russia, Austria- cui si era rivolto Ferdinando I sconfiggono definitivamente i rivoltosi. Ferdinando I è di nuovo re.
  • Il rinnovamento sociale ed economico di Ferdinando II

    Nel 1830 il re Ferdinando II avvia un'accorta politica fiscale e modernizza le infrastrutture. l regno borbonico si trasforma in un luogo in cui tecnologia e scienza sono ampiamente valorizzate: viene dato impulso all'industria metalmeccanica, alla creazione delle ferrovie e alla costruzione di vascelli militari con scafo in metallo. Si crea il primo sistema pensionistico in Italia e si da inizio alla prima rete elettrica d'illuminazione pubblica.
  • Mazzini e la Giovine Italia

    Dopo le insurrezioni in Francia e in Belgio, nel luglio 1831, a Marsiglia, Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia, che si prefigge "l'indipendenza dallo straniero" , "l'unità della patria", e la costituzione della repubblica; tuttavia i moti rivoluzionari che vengono organizzati dai mazziniani nel 1833 e nel 1834 finiscono tutti nel sangue.
  • L'epidemia di colera arriva a Palermo

    Il colera che da alcuni anni flagella l'Europa, nel 1837 arriva a Palermo causando ventimila morti.
  • La Masa e Rosolino Pilo guidano le proteste popolari

    L'atteggiamento repressivo di Ferdinando II alle proteste popolari del 1847, fa scatenare l'operato di Rosolino Pilo e Giuseppe La Masa. Questi dichiarano l'indipendenza dai Borbone l' ammiraglio Ruggero Settimo diventa capo del governo.
  • L'arrivo della costituzione

    Carlo Alberto promulga lo Statuto Albertino.
  • Fuga di Papa Pio IX e nascita della Repubblica romana

    Dopo la fuga di papa Pio IX, nasce la Repubblica romana guidata dal triumvirato Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi.
  • L'amministrazione rivoluzionaria siciliana si arrende

    La Sicilia, indebolita da scontri fra le città e incalzata dalle truppe borboniche, si arrende. Ferdinando II si dimostra clemente: non condanna a morte i capi della rivolta, ma li manda in esilio. Concede il perdono reale a molti sostenitori della ribellione.
  • La Sicilia sotto il regno di Francesco II

    Con il ritorno di Ferdinando II la Sicilia viene oppressa da un regime fiscale pesantissimo. A poco servono le pressioni del governo inglese, mirate ad alleggerire la pressione fiscale e il clima di Stato di polizia. Francesco II si trova circondato da una aristocrazia retrograda e continua ad impedire al Mezzogiorno di svilupparsi.
  • L'ascesa di Francesco Crispi

    Ma lo slancio patriottico degli esuli del 1848 non si estingue e prosegue negli scritti di Giuseppe La Masa, di Ruggero Settimo e di un giovane avvocato originario di Ribera, in provincia di Agrigento: Francesco Crispi.
  • La rivolta della Gancia

    Francesco Crispi illustra al generale Garibaldi la possibilità di una insurrezione "esterna" che sostenendo i ribelli siciliani, abbia come obiettivo l'unificazione dell'Italia. Per convincerlo, gli dimostra che a Palermo l'insurrezione è già iniziata con la rivolta della Gancia.
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    Lo sbarco dei Mille

    Senza l'appoggio esplicito del re, Garibaldi e i Mille, combattenti volontari in camicia rossa, partono da Quarto il 5 maggio del 1860, sbarcano a Marsala (11 maggio) e infine entrano a Salemi (14 maggio), dove Garibaldi si proclama dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II. IL 28 maggio entrano a Palermo, accolti da liberatori e il 7 settembre giungono a Napoli.
  • L'incontro a Teano

    L'incontro a Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, IL 26 ottobre, segna l'inizio del Regno d'Italia.
  • La Sicilia dopo l'unificazione dell'Italia

    Dopo l'unificazione, tuttavia, i funzionari del Regno di Sardegna estendono all'Italia meridionale il loro sistema legislativo, economico, fiscale senza nessun adattamento e rifiutano ogni mediazione. Tra i nobili serpeggia il malcontento: non sono riusciti a mantenere intatti i loro privilegi e sono stati depredati della loro identità culturale. Il popolo continua a soffrire per un'economia che versa in condizioni difficili e che pare non avere possibilità di miglioramento.