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Referendum istituzionale
In Italia, finita la guerra, i partiti proclamarono un Referendum istituzionale per decidere se l'Italia dovesse rimanere una monarchia o diventare una repubblica. Le votazioni, alle quali parteciparono per la prima volta anche le donne, diedero la maggioranza alla soluzione repubblicana. Nacque così la Prima Repubblica. -
La Costituzione italiana
Approvata il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo dello Stato (Enrico De Nicola) il 27 dicembre 1947, la Costituzione della Repubblica Italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
Essa è la legge fondamentale dello Stato, la carta dei valori di fondo, dei diritti di tutti, delle regole per tutti. -
La DC di Alcide De Gasperi
Il 18 aprile 1948 si tennero le elezioni politiche che avrebbero dato alla Repubblica il suo primo Parlamento. Le elezioni diedero alla Democrazia Cristiana il 48,5 % di voti, contro il 35 % del Fronte popolare (socialisti e comunisti). La DC assunse così il governo, presieduto da Alcide De Gasperi, che attuò una politica definita "centrismo", così chiamata perché prevedeva la partecipazione al governo dei partiti detti “di centro”. -
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Il boom economico
Dopo il 1953 l’Italia visse gli anni del cosiddetto “miracolo economico”. I fattori che diedero origine a miracolo furono: la fase generale di crescita delle economie occidentali, la fine del protezionismo, il basso costo della manodopera e, soprattutto, lo sviluppo delle industrie italiane dell’acciaio, che divennero competitive sui mercati esteri. Fu il momento in cui l’Italia divenne uno dei Paesi più industrializzati del mondo. -
Il Sessantotto
Parallelamente al “miracolo economico”, l’Italia conobbe la contestazione giovanile del Sessantotto. Essa nasceva da un malessere sociale, dovuto al fatto che allo sviluppo economico non corrispose un miglioramento delle condizioni economiche e sociali delle classi più basse. La contestazione comportò grandi agitazioni non soltanto nelle università e nelle scuole secondarie, ma anche nelle fabbriche e nelle piazze: uno scontro generazionale senza precedenti nella storia. -
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Gli 'anni di piombo'
Durante gli “anni di piombo” inizia la lunga e tragica vicenda del terrorismo e della «strategia della tensione», messa in atto dalla destra eversiva. Il 12 dicembre 1969, gruppi neofascisti fecero un attentato a Milano nella sede di piazza Fontana della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Parallelamente nacquero organizzazioni clandestine di estrema sinistra: Brigate Rosse e Prima Linea. L’azione più clamorosa compiuta dalle BR fu il rapimento dell'onorevole Aldo Moro, nel 1978. -
Gli anni '80 e la crisi del sistema politico
All’inizio degli anni ’80 si svilupparono in Italia fenomeni di corruzione che andarono a sporcare la il regime democratico.
Nel 1981 venne scoperta la Propaganda 2 (P2): una loggia massonica, con a capo Licio Gelli, che contava di 962 iscritti (tra cui membri della classe dirigente), coinvolta nella strage di Bologna, nel sequestro Moro e in Tangentopoli. Si svilupparono potenti organizzazioni criminali, come Cosa Nostra, la Camorra e la ‘Ndrangheta. -
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Cosa Nostra e il Maxi-processo
Negli anni '80 Cosa Nostra scatenò un’offensiva terroristica che culminò il 3 settembre 1982 con l’assassinio del generale Dalla Chiesa. Lo Stato reagì costituendo il pool antimafia, guidato da Antonino Caponnetto e costituito da giudici, tra i quali Falcone e Borsellino. Grazie alle rivelazioni di Tommaso Buscetta, venne istituito il maxi-processo, che si aprì a Palermo il 10 febbraio 1986 e si concluse il 16 dicembre 1987: 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione. -
La lotta alla criminalità organizzata
Negli anni seguenti la lotta alla criminalità organizzata colpì con violenza inaudita alcuni magistrati del pool: il 23 maggio 1992 il giudice Giovanni Falcone rimase ucciso (insieme alla moglie e a 3 agenti della scorta) nella strage di Capaci. Neanche due mesi dopo, il 19 luglio 1992, i mafiosi uccisero anche il giudice Paolo Borsellino, facendo esplodere un’autobomba in via d’Amelio a Palermo. -
L'inchiesta Mani Pulite e Tangentopoli
Nel 1992 prese l’avvio l’inchiesta Mani pulite e scoppiò lo scandalo di Tangentopoli, che svelò agli italiani la trama di tangenti che alimentava la fitta rete di corruzione del mondo politico e travolse i principali leader di partito, tra cui Craxi, e gli stessi partiti di governo.
Si affermarono intanto forze nuove, come Forza Italia (fondata da Silvio Berlusconi) e Lega Nord (fondata da Umberto Bossi).