Il ruolo dell'intellettuale nella società

  • 106 BCE

    Letteratura latina: Cicerone

    Letteratura latina: Cicerone
    Fu contemporaneamente filosofo, educatore e uomo politico. Vive durante il secolo della Repubblica Romanza,in cui,ogni buon civis romanus,per adempiere perfettamente ai suoi compiti,non poteva tralasciare la politica per dedicarsi all’otium e viceversa. Egli infatti,quando si allontanò dalla vita privata,si dedicò all’otium letterario,ossia allo studio della filosofia. Riesce ad essere binomio tra società e stato.
  • 1300

    Nel trecento: Dante

    Nel trecento: Dante
    Dante narra del suo viaggio purificatore nei tre mondi, dichiarandosi un prescelto a cui è stato affidato il compito di presentare agli uomini la sua impresa.
  • 1300

    Nel trecento: Petrarca e Boccaccio

    Nel trecento: Petrarca e Boccaccio
    Petrarca e Boccaccio sono legati ad altre logiche e ad un mondo mercantile.
    Distacco tra studi giuridici e letterari: l’intellettuale ora è un letterato che intende il suo operato al di fuori di ambiti pratici, politici o religiosi, e chiede quindi solo il riconoscimento del suo valore, proponendosi ai posteri e all’umanità come modello, dando di se stesso un’immagine ideale e monumentalizzata.
  • 1500

    Nel cinquecento

    Nel cinquecento
    Nel Rinascimento la funzione dell’intellettuale cambia ancora: diventa quella di cantore delle corti, il cui compito è allietare il signore. Un esempio è Ludovico Ariosto, che narra avventure di paladini; sua antitesi è certamente Niccolò Machiavelli, autore del Principe, in cui egli delineerà i contorni del perfetto reggente che dovrà assicurare un buon assetto politico sociale all’Italia.
  • Gli illuministi

    Gli illuministi
    Si proposero, in nome del lume della ragione, di diffondere le conoscenze tra le masse. Nel 700 nacquero diversi giornali e l'enciclopedia, con l'obiettivo di rivolgersi a strati più ampi della popolazione.
    Grande impegno divulgativo. Spariscono le figure dei filosofi e degli scienziati chiusi nelle loro specializzazioni e fruitori di un linguaggio a molti incomprensibile per dar vita ad una nuova figura di studioso, che estende le certezze matematiche a tutti i campi del sapere.
  • Idealisti tedeschi-Fichte

    Idealisti tedeschi-Fichte
    J.G. Fichte: il concetto di "azione morale" e la teorizzazione del compito supremo dell'intellettuale modernoAgire! Agire! Questo è il fine per cui esistiamo. Vorremmo forse adirarci perché gli altri non sono così perfetti come noi, quando noi siamo soltanto un po' più perfetti di loro? E non è appunto questa nostra maggiore perfezione un monito chiaramente a noi rivolto perché ci ricordiamo che noi siamo quelli che devono lavorare per il perfezionamento degli altri?
  • Hegel

    Hegel
    All'interno del 3° caposaldo del sistema metafisico hegeliano: "La funzione giustificatrice della filosofia" Hegel sostiene che il ruolo dell'intellettuale, e più precisamente del filosofo, è avvicinarsi agli eventi già terminati leggerli e spiegarli a coloro che non hanno gli strumenti per capirla.
    "La filosofia è la mottola di Minerva che vola via sul far della sera".
  • Il romanticismo

    Il romanticismo
    L'intellettuale partecipa attivamente alla vita politica e sociale. è l’uomo che meglio coglie le profonde mutazioni del periodo, in quanto ha sensibilità e coscienza obiettiva, libera da pregiudizi di comodo. Se prima aveva operato all’interno della società aristocratica identificandosi con gli ideali della classe nobiliare, l’800 romantico, trasformato dalla Rivoluzione francese, vede la borghesia salire all’apice della scala sociale.
  • Romanticismo pt.2

    Questa classe rifiuta usi della tradizione aristocratica e imprime una matrice utilitaristica alla società. L’intellettuale è privato dei privilegi passati e costretto ad occupare un ruolo lavorativo, costringendolo quindi all'emarginazione. Rifiuto della realtà perché oltre a non condividere gli ideali borghesi, è offeso dal sistema che assegna un valore definito alla propria produzione artistica.
  • Romanticismo pt.5

    Romanticismo pt.5
    Per Leopardi, il compito dell’intellettuale è quello di comunicare le mete che ha raggiunto per poterlo trasmettere agli altri. Per lui rappresenta quasi un obbligo, e dal momento che il male esiste, il poeta è tenuto a metterlo in evidenza.
  • Romanticismo pt.4

    Non si limita tuttavia alla predicazione di tali ideali, ma combatte attivamente al fianco di Napoleone, da lui considerato portatore e diffusore di una società basata sulla libertà, fraternità e uguaglianza.
    Nonostante le delusioni animatrici del romanzo autobiografico Le ultime lettere di Jacopo Ortis, rimarrà sempre al fianco di Napoleone fino alla sconfitta definitiva.
  • Romanticismo pt.3

    Romanticismo pt.3
    Egli proietta nelle proprie opere il dissidio con la società, e s'identifica col tipico eroe romantico, teso alla perenne ricerca della libertà.
    I principali intellettuali italiani del periodo sono Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi.

    Foscolo è la testimonianza agli inizi dell'800 di un grande impegno politico: sogna la diffusione degli ideali della rivoluzione francese in tutta Europa, compresa la sua Venezia, dominata da secoli di oligarchia.
  • Marx

    Marx
    Per Marx l'individuo e soprattutto l'intellettuale deve intervenire sulla realtà non solo spiegarne l'andamento.
  • Carducci e i veristi

    Carducci e i veristi
    Gli scrittori, i poeti e gli artisti in genere, che saranno impegnati nel Risorgimento, conserveranno un ruolo di guida politica per l'Italia.

    I veristi non si proporranno invece come guida del popolo, ma come persone capaci di rappresentare in maniera realistica la condizione di vita delle masse diseredate del sud. Da qui emerge anche una qualche forma di denuncia delle ingiustizie sociali. Esempio: i malavoglia.
  • Period: to

    L'affaire Dreyfus: Zola

    La parola intellectuel entra nel linguaggio comune intorno all’affaire Dreyfus, che vede l’ufficiale dello Stato Maggiore dell’esercito francese accusato dai servizi segreti di spionaggio pro all’impero Tedesco. Appare sul giornale una dichiarazione firmata da un gruppo di scrittori, scienziati, docenti, professionisti, che protestano per la violazione delle forme giuridiche nel processo.
    «Non è un segno che tutti questi INTELLETTUALI [...], si raggruppino intorno a una stessa idea?»
  • Nel novecento

    Nel novecento
    Sono anni dominati dall'imperialismo delle grandi potenze europee. La grande trasformazione industriale ha sfaldato gli assetti sociali e ha fatto diventare protagoniste due nuove classi sociali: la borghesia e il proletariato. Lo scontro tra queste due classi, che si è avvalso anche di grandi sistemi filosofici come il Marxismo, ha schiacciato gli intellettuali che si sono sentiti sradicati e senza ruolo.
  • Pascoli

    Pascoli
    Rivendica la legittimità di una guerra difensiva, condotta a tutela della civiltà e dei diritti umani nei confronti dei Beduini-Arabi. L'espansione coloniale costituisce ora per l'Italia l'opportunità di mostrare alle altre nazioni il proprio valore e la capacità di saper proteggere i propri figli.
    Con questo discorso G. Pascoli unì la terminologia socialista, definendo l'Italia «grande proletaria», al tema nazionalista dell'onore italiano da riscattare.
  • Fritz Haber pt.1

    Fritz Haber pt.1
    Rende possibile l'uso dei gas tossici come armi di distruzione di massa, durante la prima guerra mondiale. Alla fine della guerra: i russi 419 000 vittime, la Germania 200 000 morti, la Francia 190 000 morti, l'Austria-Ungheria 100 000 morti, gli StUniti 73 000 e l'Italia 60 000.
    F. Haber fu promosso col grado di capitano dell'esercito, e da allora la costante di Haber indica la dose minima di gas fatale per l'uomo. La moglie si spara in quanto per lei è una perversione della guerra.
  • D'Annunzio pt.1

    D'Annunzio pt.1
    Era un amante della guerra e un patriota. Dopo la 1° guerra mondiale si era ritirato a vita privata nel Vittoriale. Decide di non buttarsi nel caos che governava in Italia, nonostante la sua influenza politica sulle masse. Nonostante la diffusione del partito fascista l’attenzione e il desiderio italiano era comunque rivolto alla partecipazione politica di d’Annunzio.
  • D'Annunzio pt.2

    Si allontana dalla vita pubblica e torna alle sue opere. I rappresentanti politici vogliono portarlo nell’orbita antifascista. Quando i fascisti salgono al potere, per l’anniversario della vittoria, d’Annunzio viene chiamato per le celebrazioni(marcia su Roma). In questa occasione Mussolini temette una perdita del potere per mano del poeta, se avesse promosso altre fazioni politiche. Ciò non avvenne, d’Annunzio non era più interessato alla vita politica e pubblica.
  • Fritz Haber pt.2

    Mise a punto il procedimento chiamato commercialmente Zyklon B, che era destinato in origine alla disinfestazione di pidocchi e altri parassiti e che fu poi utilizzato per uccidere i prigionieri dei campi di sterminio nazisti. Fu costretto alle dimissioni quando i nazisti promulgarono le prime leggi razziali.
  • Enrico Fermi

    Enrico Fermi
    Notato da Mussolini viene nominato membro della Reale Accademia di Italia e si iscrive al partito fascista. Partecipa al progetto Manhattan per l’effettiva costruzione della bomba negli stati uniti. Il progetto prevede 2 fasi: la dimostrazione che la reazione nucleare a catena può essere innescata e la realizzazione della bomba. Qua il ruolo dell'intellettuale dimostra apportare ripercussioni gravi sulla società. (legg.razz. 1934 nobel-> NY ). Hiroshima 80.000 morti 70.000 fer. Poi 20.000 morti.
  • Oggi

    Oggi
    L’intellettuale oggi risulta meno credibile e meno all’altezza delle aspettative. Il suo ruolo è in crisi perché l’influenza sulla vita o l’opinione pubblica che giustificava la sua esistenza, è stata ridotta al minimo. Da tempo si sta verificando un progressivo indebolimento del tradizionale ruolo oracolare dell’intellettuale, come giudice supremo degli sviluppi storici o come zelante guardiano dei diritti civili e umani. Tv, radio, stampa, web fungono da oracoli del nostro tempo.