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Unità d'Italia
- Il 17 marzo 1861 viene proclamato il Regno d'Italia: anche se mancano ancora alcune regioni lo stato italiano è ufficialmente nato.
- Le donne chiedono di essere cittadine come gli uomini e di estendere dei diritti che avevano già in alcune regioni. Per esempio, nella Lombardia austriaca le donne potevano votare e anche essere elette; nel Granducato di Toscana potevano votare alle elezioni locali.
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Autorizzazione maritale
Viene completata l'unificazione delle legislazioni attraverso l'estensione dello Statuto Albertino per tutto il Regno.
In esso si prevedeva l'autorizzazione maritale.
Grande delusione da parte delle donne che cominciano così a organizzarsi e pubblicare giornali/riviste. -
Period: to
Le battaglie di Salvatore Morelli
Morelli è stato deputato dal 1867 al 1880 e in diverse occasioni ha presentato disegni di legge innovativi e che avevano come obiettivo l'emancipazione femminile.
Per esempio, nel 1867 presenta, primo in Europa, un progetto di legge dal titolo "Abolizione della schiavitù domestica con la reintegrazione giuridica della donna, accordando alla donna i diritti civili e politici" per la parità della donna con l'uomo (contro autorizzazione maritale). -
Nasce la "Lega Promotrice degli interessi femminili"
Anna Maria Mozzoni fonda a Milano la prima organizzazione per i diritti delle donne in Italia.
- Milano -> città di riferimento per il primo femminismo: grazie allo sviluppo dell'apparato produttivo milanese, il formarsi di una nuova borghesia e la diffusione di spinte emancipatorie operai -> NUOVO TIPO DI DONNA.
- Nel 1877 la Mozzoni è autrice di una petizione al Parlamento per il voto politico della donna. -
Nasce la "Lega per gli interessi femminili"
Nasce a Milano per iniziativa di maestre, operaie e impiegate; nel programma ci sono il diritto di voto e l'abolizione dell'autorizzazione maritale, ma il suo operato si concentrerà di più nella realizzazione dei diritti sociali (Cassa di maternità, istruzione professionale per le figlie delle operaie, miglioramento delle condizioni delle maestre, ecc.). -
Nasce l'Unione Femminile
Sempre a Milano nasce l'Unione femminile. A fondarla sono un gruppo di donne di diversa estrazione sociale e formazione culturale, ma sempre vicine al socialismo.
L’Unione si diffonde rapidamente in tutta Italia, con un proprio progetto politico per un femminismo caratterizzato dall’impegno pratico per la salvaguardia delle lavoratrici – operaie, maestre, impiegate, insegnanti di scuola media – e per l’affermazione del valore sociale della maternità. -
“Noi, e soltanto noi, dobbiamo essere le fautrici delle nostre libertà”
Il giornale "Il Periodico Femminile" pubblica le dichiarazioni di Elisa Boschetti:
«Noi, soltanto noi dobbiamo essere le fautrici della nostra libertà. […] la donna si convinca che lei sola deve lottare per raggiungere la propria emancipazione. E il mezzo fondamentale è il diritto al voto amministrativo e politico». -
Prima inchiesta sul voto per le donne
Ersilia Majno invia una lettera a 500 personalità, tra uomini e donne, ritenute sensibili ai «problemi dell’epoca», allegando un questionario con quattro semplici domande che danno il via all’inchiesta sul voto. Il periodico riceve solo 140 risposte, tra queste solo 48 donne e 33 uomini esprimono parere favorevole al voto amministrativo e politico alla donna. -
Nascono i "Comitati pro suffragio"
Nel 1904, in occasione della presentazione del disegno di legge "Mirabelli" per il suffragio universale maschile e femminile, si formano a Milano e a Roma i Comitati pro suffragio, in cui confluiscono le associazioni laiche, cattoliche e socialiste. Con il tempo si diffondono in tutta Italia e daranno vita al Comitato nazionale Pro Suffragio. -
Maria Montessori chiama le donne al voto + il caso di Ancona
Maria Montessori, prima dottoressa italiana, pubblica su "La Vita" un appello in cui invitava le donne a iscriversi nelle liste elettorali politiche, visto che nessuna legge vietava espressamente il suffragio femminile.
"Donne tutte: sorgete! Il vostro primo dovere in questo momento sociale è di chiedere il voto politico"
-> Molte chiedono di iscriversi ma sarà solo il
giudice Mortara (Corte d'Appello d'Ancona) ad accettare la richiesta di 10 maestre marchigiane (rifiutata poi in Cassazione) -
L'anno delle petizioni
- L'Unione Femminile Nazionale diffonde a Milano una petizione per il voto per la donna e raccoglie 3000 firme; non viene presentata in Parlamento perché
- Annamaria Mozzoni aveva già scritto una mozione per il voto politico e amministrativo femminile; la discussione sul suffragio femminile è intensa e viene creata una commissione per studiare il problema: dopo due anni di lavori si pronuncerà per il no.
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Riforma elettorale - Suffragio universale maschile
Si allarga il suffragio a tutti i cittadini maschi con più di 30 anni (i minori di 30 anni devono pagare un minimo di imposta, o avere la licenza elementare inferiore, oppure avere prestato il servizio militare) - l'emendamento sul voto per la donna raccoglie solo 48 voti: respinto.
Grande delusione per le donne - Anna Kuliscioff "Ormai l'italiano, per essere cittadino non ha che una sola precauzione da prendere: nascere maschio". -
Fratture e separazioni
- La politica coloniale del governo (-> conquista della Libia 1911, 1912) divide i comitati pro suffragio: pace o guerra?
- Indecisioni su come schierarsi alle elezioni 1913: apartitiche o appoggiare i deputati sostenitori del suffragio?
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Period: to
La Grande Guerra
Le organizzazioni femministe convertono le loro attività in opere di assistenza e in azioni di propaganda per la tenuta del "fronte interno". Le rivendicazioni femminili vanno in secondo piano. -
Legge Sacchi
Nel periodo del post guerra si apre uno spazio reale per il riconoscimento del diritto di voto ("dovuto") per l'enorme mobilitazione femminile durante il periodo bellico.
Finalmente si abolisce l'autorizzazione maritale, ponendo fine alla minorità giuridica delle donne sposate + si autorizza l'esercizio di diverse professioni + la Camera approva il progetto di legge per l'estensione del voto (ma legislatura cade) -
Period: to
Regime fascista
Nel ventennio fascista la popolazione femminile viene inquadrata in modo autoritario nelle diverse organizzazioni del regime: Piccole e Giovani Italiane, Fasci femminili, Massaie rurali, ecc.
Inizialmente le associazioni femminili scivolano nell'ombra sotto perenne minaccia di scioglimento. Con l'avvicinarsi del conflitto tutte le organizzazioni saranno costrette a sciogliersi o sospendere le loro attività. -
Una legge "truffa"
Il Congresso di Roma dell'International Suffrage Alliance è presieduto da Mussolini che promette il voto amministrativo alle donne; la legge viene presentata alla camera del 1923 con alcune limitazioni (età, istruzione, censo e categoria) e viene approvata. Non sarà mai applicata perché poco dopo si elimina l'eleggibilità di sindaci e consigli comunali. -
Period: to
La Resistenza
Durante la Resistenza le donne tornano ad organizzarsi, per esempio dei Gruppi di Difesa della donna e poi nell'Unione donne italiane (UDI), nata nel 1943. -
Decreto Bonomi - voto alle donne
Il decreto luogotenenziale n.23,conferiva il diritto di voto a tutte coloro che avevano compiuto 21 anni. Secondo questa misura, non potevano però recarsi ai seggi “le prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case dove era loro consentito esercitare la professione” + non viene menzionato il tema dell’elettorato passivo (essere elette). -
Un anno importante
- con il decreto 74 viene corretta la "svista" e ora viene approvata anche l'eleggibilità delle donne
- elezioni amministrative (marzo): prima occasione di voto per le donne, che rispondono in massa (affluenza +89%). Vengono elette 2000 candidate nei consigli comunali e due sindache Ada Natali a Massa Fermana (Fermo) e Ninetta Bartoli a Borutta (Sassari).
- referendum del 2 giugno, due decisioni: monarchia o repubblica e membri dell'Assemblea Costituente -> 21 donne elette.
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Prima Ministra
Tina Anselmi sarà la prima donna a ricoprire il ruolo di Ministro: nello specifico la democristiana sarà la Ministra del lavoro. -
Prima Presidente della Camera
Nilde Iotti diventa la prima donna a ricoprire la terza carica più importante dello Stato (dopo presidente della Repubblica e del Senato) -
Prima giudice della Corte Costituzionale
Fernanda Contri sarà la prima giudice della Corte Costituzionale (nominata dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro).
Bisognerà aspettare altri 20 anni per avere la prima donna presidente della stessa Corte (Marta Cartabia). -
Prima Presidente del Senato
Finalmente una donna occupa il secondo incarico più importante dello stato: Maria Elisabetta Alberti Casellati ricoprirà infatti questo ruolo fino al 2022 (ora è l'attuale ministra per le Riforme). -
Prima Presidente del Consiglio
Con le ultime elezioni che si sono svolte in Italia è stata eletta la prima donna Presidente del Consiglio: Giorgia Meloni. -
Situazione odierna
- La presenza femminile in Parlamento è pari al 31%, il 4% in meno rispetto alla scorsa legislatura.
- Nell’attuale governo solo un ministro su quattro è donna. - Solo una regione, l’Umbria, è guidata da una politica, la leghista Donatella Tesei.
- La partecipazione elettorale femminile è in calo. Alle ultime elezioni si è recato ai seggi il 62,2% delle donne, contro il 65,7% degli uomini.