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Period: to
Il primo futurismo
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Il primo manifesto
Filippo Tommaso Marinetti fece pubblicare lo scritto che sancì la nascita del Futurismo sul rinomato quotidiano francese Le Figaro. Cliccando sul link si potranno visionare i vari punti fissati nel Manifesto del Futurismo -
Manifesto dei pittori futuristi
Marinetti non volle limitarsi al solo ambito letterario e cercò di coinvolgere tra le sue fila persone capaci di esprimersi in altri linguaggi artistici: cominciò dapprima a far presa sul mondo della pittura, ed ebbe successo quando le sue idee vennero accolte e condivise da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini Ecco il manifesto integrale -
L'arte dei rumori
L'interesse per la musica si era già palesato con il coinvolgimento del compositore Balilla Pratella (già autore di due manifesti sulla musica futurista). Il pittore Luigi Russolo, ispirato dal lavoro di Pratella, decise di intraprendere una ricerca sull'uso del rumore in musica, molto in anticipo per i suoi tempi. Risveglio di una città - Luigi Russolo -
L'architettura futurista
Il movimento di Marinetti aveva bisogno di dire la sua anche sul campo dell'architettura. Fu così che venne coinvolto l'architetto Antonio Sant'Elia, che, con i suoi disegni, seppe dar vita al mito della città futurista. Purtroppo, per quanto intenso, il contributo di Sant'Elia fu stroncato prematuramente dalla sua caduta in battaglia (1916) durante la prima guerra mondiale. -
Manifesto della Aeropittura
Dopo la morte di Umberto Boccioni (1916); dopo la fine della prima guerra mondiale; dopo la dirompente ascesa al potere di Mussolini; il futurismo perse man mano la sua freschezza entrando così in fase calante. Nonostante ciò, va detto che Marinetti cercò finché visse di portare nuova linfa alla sua "creatura", e la nascita dell'aeropittura risultò essere un apporto degno di nota. Gli aeropittori si proponevano di rappresentare il mondo attraverso una prospettiva nuova: la prospettiva aerea. -
Period: to
Secondo futurismo
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Arte polimaterica
Enrico Prampolini fu un altro personaggio importante del secondo futurismo; teorizzò e mise in pratica quella che lui stesso chiamava arte polimaterica: si trattava di un'arte realizzata attraverso la combinazione di materiali diversi. Quello di Prampolini risulta essere uno degli ultimi manifesti del futurismo, infatti, si può dire che il movimento cessò di esistere proprio nel 1944, anno della morte di Marinetti.