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Trump dichiara Gerusalemme capitale di Israele.
6 dicembre 2017. Forse nel momento più decisivo della seconda metà del decennio, il presidente Donald Trump annuncia che gli Stati Uniti avrebbero riconosciuto Gerusalemme come la capitale di Israele. La città occupata, che secondo i palestinesi dovrebbe diventare la capitale del loro futuro stato, è stata per anni un punto critico nei negoziati di pace, con i reiterati tentativi israeliani di esercitare ulteriormente il suo controllo su di essa. -
La capitale contesa
La decisione suscitò proteste diffuse che portarono all’arresto di centinaia di palestinesi e al ferimento di molti altri. Anno dopo anno, “Gerusalemme è la capitale della Palestina” è ancora uno slogan presente in quasi tutte le proteste politiche in Palestina. La decisione venne accolta favorevolmente da Israele e danneggiò gravemente le relazioni dell’Autorità Palestinese con l’amministrazione degli Stati Uniti. -
Trump chiude l'ufficio dell'OLP a Washington DC
In seguito all’ingiunzione dell’amministrazione Trump di cessare le loro attività negli Stati Uniti, dopo 24 anni chiude a Washington D.C. la sede diplomatica dell’Organizzazione di Liberazione della Palestina (OLP) Il Dipartimento di Stato riferisce all’OLP che gli sforzi della leadership palestinese per far processare Israele dall’ICC era in violazione di una sconosciuta legge degli Stati Uniti. -
La grande marcia del ritorno
Quando Ahmed Abu Artema ebbe l’idea di una “Grande Marcia del Ritorno” nella sua casa della Striscia di Gaza assediata , non sapeva che avrebbe dato alla luce uno dei più grandi movimenti popolari palestinesi degli ultimi decenni. Ciò che originariamente doveva durare qualche venerdì a partire dalla Giornata della Terra del 2018, è continuato da allora ogni settimana -
La battaglia per Khan al-Ahmar
Da anni, la comunità beduina di Khan al-Ahmar è coinvolta in una disputa legale con il governo israeliano, che cerca di trasferire forzatamente la comunità dal loro villaggio nella Cisgiordania centrale, al fine di far spazio all’espansione degli insediamenti nell’area E1. Nel maggio 2018, ignorando le richieste dei governi europei e di influenti politici statunitensi, la Corte Suprema israeliana diede il via libera finale alla demolizione di Khan al-Ahmar. -
La legge dello Stato-Nazione esplicita chiaramente che i cittadini non ebrei di Israele sono cittadini di seconda classe.
La legge dichiara ufficialmente Israele come lo Stato nazionale del popolo ebraico e, tra le altre cose, rende l’ebraico l’unica lingua nazionale e declassa l’arabo a “status speciale”. La legge venne applaudita dal governo israeliano di destra , in quanto afferma il “carattere ebraico” di Israele. Venne invece ampiamente criticata dalla comunità palestinese locale per aver trasformato i quasi 2 mln di cittadini non ebrei di Israele in cittadini di seconda classe. -
Rashida Tlaib prima donna palestinese eletta al Congresso USA
La democratica Rashida Tlaib del 13 ° distretto congressuale del Michigan fa notizia negli Stati Uniti e nel mondo diventando la prima donna palestino-americana eletta al Congresso. Dalla sua elezione, Tlaib è stata esplicita nella sua difesa del movimento BDS e nelle sue critiche all’occupazione israeliana in Cisgiordania. -
Un’omicidio d’onore provoca un’ondata di proteste femministe in Cisgiordania.
L’”omicidio d’onore” di Israa Ghrayeb, giovane estetista palestinese di Betlemme, suscita proteste diffuse in tutta la Cisgiordania, con le donne che esprimono la loro rabbia non solo per la pratica degli omicidi d’onore, ma per l’inazione delle autorità locali nel perseguire la giustizia per la giovane donna. Le proteste sparpagliate in tutta la Cisgiordania presto si trasformarono in un più grande movimento denominato #Talat, che in arabo significa “donne che si ribellano”, -
L’”Accordo del Secolo ” debutta in Bahrain
Fallisce il grandemente atteso e ferocemente contestato “seminario economico” per la pace israelo-palestinese in Bahrein.
Mentre l'imprenditore Kushner proponeva di investire nel corso di 10 anni fino a 50 miliardi di dollari nel Territori palestinesi e nei vicini Stati arabi, la percezione della mancata comprensione delle sfumature del conflitto e della necessità di soluzioni politiche, portò a una accoglienza piuttosto tiepida del piano. Alla fine non venne raggiunto nessun risultato concreto. -
Israele fa arrabbiare gli Stati Uniti dopo aver proibito alle donne al Congresso di entrare nel paese.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu suscita scalpore nel governo degli Stati Uniti per aver vietato alle deputate Rashida Tlaib e Ilhan Omar di entrare nel Paese con una delegazione ufficiale, a causa del loro sostegno al movimento BDS. -
Stati Uniti: gli insediamenti non sono più illegali.
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo annuncia che gli Stati Uniti avrebbero ammorbidito la loro posizione sugli insediamenti illegali di Israele nei Territori palestinese occupati, revocando il principio che gli insediamenti sono illegali ai sensi del diritto internazionale – un concetto riconosciuto dal resto del mondo come valido e reale -
L'annessione delle Colonie
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu annuncia un piano per annettere le colonie israeliane in Cisgiordania che andava nella direzione contraria a quella intrapresa con gli accordi di Oslo e ostacolava la “soluzione dei due stati”. -
I conflitti del 2021
Nel 2021 si torna a combattere. Questa volta, la scintilla fu il rischio che alcune famiglie palestinesi fossero sfrattate da Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme Est. La guerra che ne seguì durò 11 giorni ma provocò più di 200 morti. -
Le tensioni nel 2022
L'allerta è tornata alta nei primi mesi del 2022 perché, a partire da metà marzo, ci sono stati alcuni attacchi terroristici molto ravvicinati ai danni di Israele e le forze israeliane hanno tra l'altro ucciso tre palestinesi in Cisgiordania dicendo che erano armati. Naftali Bennet, il premier israeliano, è così preoccupato che ha invitato gli israeliani a girare armati, ma gli scontri mettono a rischio anche la tenuta del suo governo di coalizione.