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Inizia la rivolta di Euno
136 a.C.
Euno si ribella al suo padrone, il nobile aristocratico Antigono, e alla testa di 400 schiavi prende Enna, facendo stragi dei patrizi siciliani. Tra questi spiccano Damofilo e sua moglie Megalide, che per ricchezza e crudeltà verso la proprio servitù non avevano eguali in tutta la città. -
Period: to
Prima guerra servile
136 a.C. - il 132 a.C. -
Re Antioco
136 a.C.
La rivolta fomenta altre ribellioni nelle campagne intorno e il numero degli insorti sale a seimila unita e proclamano il loro liberatore re. Euno sceglie il nome Antioco per vantare una relazione con la dinastia seleucide. -
Cleone di Cilicia
136 a.C.
In successi dei ribelli di Enna arrivano fino ad Akragas (Agrigento), dove incoraggiano Cleone di Cilicia a fomenta una rivolta in città. Messosi a capo dei ribelli, guida i suoi 14.000 fino ad Enna, dove li unisce al neo-re. -
Conquista di Catane e Tauromenium (Catania e Taormina)
135 a.C.
Il contingente romano sull'isola, inferiore di numero, si sottrae allo scontro mentre i ribelli cominciano ad avanzare nella Sicilia orientale. -
Gaio Fulvio Flacco
134 a.C.
Dopo che gli insorti hanno sconfitto consecutivamente tre pretori, il Senato manda nell'isola un esercito consolare guidato da Flacco -
Lucio Calpurnio Pisone
Il console però non riesce ad arrestare i ribelli e questi, che contano ormai 200.000 uomini, mettono l'assedio a Messana (odierna Messina). Il comando passo cosi al neo-console Lucio Calpurnio Pisone, che un nuovo e più forte esercito, sconfigge pesatemene i ribelli nell'ultimo assalto alla città, costringendoli alla ritirata. -
Il console Publio Rupilio e il pretore Marco Perperna
Rupilio, riducendo Tauromenium alla fame e grazie al tradimento di uno degli schiavi, Serapione, prese la città. Poco dopo il pretore Perperna avanzò su Haenna, dove si erano rifugiati Euno e Cleone. Catturò il re e uccise il suo generale. -
Finisce il regno di Antioco di Trinacria
Diodoro Siculo ricorda che Euno venne imprigionato a Morgantina, che si era ribellata come Haenna. Gli schiavi rimasti furono ben presto sconfitti. Circa 20.000 furono uccisi e gli altri furono ridotti in una condizione ancora più misera rispetto all'inizio della guerra. Inoltre venne promulgata la Lex Rupilia da neo-proconsole Rupilio, che riorganizzava sul piano giuridico il rapporto tra le città siciliane (e il loro territorio) e lo stato romano.