L'evoluzione dei computer

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    La prima macchina capace di eseguire le moltiplicazioni.

    La prima macchina per addizioni si deve a Blaise Pascal, filosofo e scienziato. Gottfried Wilhelm Leibniz perfeziona la macchina di Pascal verso il 1670: la sua macchina è capace di eseguire anche le moltiplicazioni.
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    Problemi matematici

    Nel XIX secolo, il matematico e inventore britannico Charles Babbage progetta una serie di macchine, tra cui la macchina delle differenze e la macchina analitica, capaci di trattare problemi matematici complessi secondo un principio di funzionamento piuttosto vicino a quello dei moderni computer digitali.
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    Pila di shede

    Babbage e la sua collega, la matematica Augusta Ada Byron sono gli inventori del moderno computer digitale. La macchina analitica ha infatti un flusso di dati in ingresso costituito da una pila di schede perforate, un "magazzino" per conservare i dati, una "fabbrica" per svolgere le operazioni aritmetiche, ma anche una stampante che produce una registrazione permanente.
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    Macchine interamente elettroniche

    Durante la Seconda guerra mondiale, un gruppo di scienziati a Londra, crea il Colossus, macchina che contiene 1500 tubi a vuoto, considerata il primo computer digitale interamente elettronico. Nel mese di dicembre del 1943 Colossus è operativo e viene usato dal gruppo guidato dal matematico britannico Alan Turing per interpretare i messaggi radio cifrati dei tedeschi. Contemporaneamente, un prototipo di macchina elettronica viene realizzato negli Stati Uniti fin dal 1939.
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    ENIAC

    Le successive ricerche portano nel 1945 allo sviluppo del computer ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer), che contiene 18.000 tubi a vuoto e vanta una velocità operativa di molte centinaia di moltiplicazioni al minuto.
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    Transistor al silicio nei computer

    L'uso dei transistor al silicio nei computer, alla fine degli anni Cinquanta, segna l'avvento di elementi logici più piccoli, veloci e versatili di quelli realizzabili con i tubi a vuoto. I transistor, più durevoli e meno costosi in termini di potenza, permettono la messa a punto di elaboratori più evoluti, compatti, veloci ed economici: i "computer di seconda generazione".
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    Circuiti integrati

    I primi circuiti integrati compaiono verso la fine degli anni Sessanta. Consentono di realizzare numerosi transistor e relativi collegamenti su un unico substrato di silicio, e il loro impiego nei computer produce ulteriori riduzioni del prezzo e delle dimensioni delle macchine e un significativo incremento della loro funzionalità. Il microprocessore compare alla metà degli anni Settanta realizzato su un'unica piastrina di silicio.
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    Elaborazione a gruppi contemporanei di 8 bit

    Un computer che elabora le informazioni a gruppi contemporanei di 8 bit viene detto computer a 8 bit. Questa dicitura può far riferimento sia alla lunghezza di parola del microprocessore sia al numero di bit trasferiti in una singola operazione lungo il bus dei dati. Lo sviluppo di computer capaci di trattare in blocco combinazioni di 16, 32 o 64 bit aumenta la velocità di elaborazione.
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    OGGI

    L'insieme di tutte le combinazioni di bit che un computer è in grado di riconoscere come comandi è detto set di istruzioni. Entrambe queste caratteristiche (bit trattati in un passo e dimensioni del set di istruzioni) sono in continuo miglioramento nei moderni elaboratori.