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1928
1928 prima relazione del geologo Dal Piaz Scheda per la costruzione di un bacino artificiale nella valle del torrente Vajont. -
1943
1943
approvazione del progetto: voto favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, senza aver raggiunto il numero regolare di voti Gli argomenti di Paolini -
1952
1952
la SADE si impegna a costruire sul lago una passerella Gli argomenti di Paolini per riallacciare le comunicazioni con la sponda sinistra della valle; nel 1958, si deciderà invece di realizzare una strada perimetrale lungo la riva del lago perchè il terreno non avrebbe consentito di costruire la passerella -
1957
1957
la SADE Scheda, senza autorizzazione, inizia i lavori di scavo
per aumentare la produttività dell'impianto, si decide di apportare al progetto una variante in corso d'opera alzare la diga di circa 60 m.
il geotecnico austriaco Müller, Scheda subentrato all'ormai anziano Dal Piaz, si accorge che il terreno è franoso. Nascono dubbi sul progetto in corso, ma si continua a costruire la diga -
1958
1958
il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nomina la Commissione di Collaudo, Scheda per accertare che la diga venga costruita secondo le prescrizioni. -
1959
1959
la costruzione della diga è ultimata (261,50 m)
marzo, frana alla diga di Pontesei Gli argomenti di Paolini, situata a soli 10 km dal Vajont, ma nessuno le presta la dovuta attenzione. La frana presenta infatti sorprendenti analogie con quella che quattro anni dopo si verificherà al Vajont -
1960
1960
9 febbraio, viene effettuata la prima delle tre prove d'invaso, Scheda che ebbero un ruolo fondamentale nel disastro; in concomitanza con la prima prova d’invaso (595m / 660m), una frana si stacca dal monte Toc
compare sulla montagna una fessura lunga 2.500 metri a forma di M: è il profilo della frana del 9 ottobre 1963. -
1961
1961
1 gennaio, costruzione della galleria di sorpasso che avrebbe dovuto collegare, in caso di caduta della frana, i due bacini risultanti
3 febbraio, il geologo Müller Scheda parla di due differenti frane, una ad est ed una ad ovest del torrente Massalezza:
21 febbraio, esce sull' "Unità" un articolo di Tina Merlin Scheda intitolato Una frana di 50 milioni di metri cubi minaccia vita e averi degli abitanti di Casso -
1962
1962
con la nazionalizzazione Scheda dell'energia elettrica, che avviene proprio in questo anno, si annuncia una svolta per la diga del Vajont: la SADE dovrà vendere l'impianto allo Stato e tutto passerà presto ad un nuovo ente chiamato ENEL.
il 2 dicembre comincia lo svaso, che porterà l'acqua a 647,5 m. -
1963
1963
14 marzo, la diga passa dalla SADE all'ENEL. Si decide di mantenere la struttura organica del personale precedente
Il 4 settembre l'acqua raggiunge la quota di 710 m. (sarà questo l'ultimo livello raggiunto durante il collaudo); sul Toc si apre una nuova fessura, si notano inclinazioni degli alberi, avvallamenti della strada di circonvallazione e l'accentuarsi della lunga fessurazione a forma di M che attraversa la montagna -
9 Ottobre 1963
L'onda, di 50 milioni di metri cubi, provocata dalla frana, si divide in due direzioni. Investe da una parte i villaggi di Frasein, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo. Quindi arriva ai bordi di Casso e Pineda. Dall'altra parte, superando la diga, raggiunge Longarone, Codissago, Castellavazzo. L'onda provoca 1917 morti.
In tutta la zona l'unica opera umana che resiste, senza danni, all'onda è la diga di Carlo Semenza sul torrente Vajont.