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Storia della fotografia

By timeme2
  • 15,447 BCE

    Grotte di Lascaux

    Grotte di Lascaux
    Sono Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Al loro interno sono conservate disegni, o meglio, opere d'arte parietale vecchie di 17.000 anni. Alcune scene dipinte sulle pareti delle grotte più di 15.000 mila anni fa sembrano raccontare storie di caccia. Secondo una nuova teoria, invece, alcune delle pitture rupestri della celebre grotta francese rappresenterebbero le costellazioni celesti come le vedevano i nostri antenati.
  • 13,000 BCE

    Cuevas de las manos

    Cuevas de las manos
    La Cueva de las Manos è una caverna argentina nella quale gli artisti della civiltà Tehuelche impressero sintetiche pitture rupestri e impronte di mani. Le figure principali sono prodotte dalle mani poggiate sulla parete della caverna e spruzzate di colore. Compaiono anche figure umane semplificate. Sono inoltre presenti animali tra i quali lama, nandù, felini. Infine si individuano figure geometriche e semplici e altre interpretabili come immagini del sole.
  • Dec 21, 1554

    Camera obscura

    Camera obscura
    Già nel IV sec a.C., il filosofo greco Aristotele accennò alla possibilità di «conservare la configurazione del sole e della luna, guardati attraverso un foro di qualunque forma». Nell’XI d.C. se ne occupò lo scienziato arabo Alhazen.
  • Niépce e la prima fotografia

    Niépce e la prima fotografia
    Il primo ad unire un dispositivo ottico (camera obscura) e del materiale fotosensibile (il bitume di giudea).
    Niépce chiamò questo processo eliografia. Il tempo di esposizione era di circa 8 ore.
  • Talbot e il negativo

    Talbot e il negativo
    Nel 1839 presentò ufficialmente il suo lavoro. Dal negativo si potevano stampare le copie positive per contatto. Ad oggi la stampa tramite il negativo è diventato lo standard moderno. Coprì dei fogli di carta da scrivere con una soluzione di sale comune e nitrato d'argento, rendendoli sensibili alla luce. Fu sufficiente posare una foglia sulla carta ed esporla alla luce per rendere scure le zone non protette dalla luce. In questo modo ottenne un negativo della foglia.
  • Daguerre e il daguerrotipo

    Daguerre e il daguerrotipo
    E’ l’antenato della fotocamera, portatile, è la più antica messa in commercio, che utilizzava un sistema di cassette scorrevoli l'una dentro l'altra per realizzare la corretta messa a fuoco sulla lastra fotografica posta nella parete opposta all'obiettivo. Aveva un processo fotografico diretto, ovvero non può essere riprodotta in nessun modo se non fotografando nuovamente il soggetto ripreso con le stesse condizioni.
  • Prima figura umana fotografata

    Prima figura umana fotografata
    Si tratta probabilmente della prima fotografia conosciuta di una persona vivente. Rappresenta, innanzitutto, una via trafficata. Tuttavia, poiché il tempo di esposizione è di oltre 10 minuti, il traffico è passato troppo rapidamente e non appare nell'immagine. Vi appare soltanto l'uomo in basso a sinistra, il quale è rimasto fermo per il tempo necessario a farsi lucidare le scarpe.
  • La pellicola

    La pellicola
    Quando la pellicola viene sottoposta ad un'esposizione controllata di luce attraverso l'obiettivo di una fotocamera, si imprime su di essa un'immagine non ancora visibile della scena ripresa, chiamata immagine latente. Esiste in due tipologie: negativa (è necessario stamparla su carta fotografica negativa per ottenere un'immagine positiva) o invertibile (fornisce direttamente sulla pellicola l'immagine in positivo, da proiettare o stampare su carta fotografica invertibile)
  • La Kodak

    La Kodak
    Inventate nel 1888 George Eastman capì quanto sarebbe potuto essere utile una fotocamera a basso costo e di facile gestione nello sviluppo delle foto e fondò la Kodak, azienda che poi diventò Eastman Kodak Company. L'intuizione commerciale si concretizzò nella costruzione della Kodak mod. 1 a box. La fotocamera era priva di regolazioni e dotata solamente del pulsante di scatto, del mirino per l'inquadratura e del sistema di avanzamento della pellicola ed era di dimensioni compatte (18cmX7cm).
  • Le camere Mammut

    Le camere Mammut
    Nel 1918 George R. Lawrence progettò l'apparecchio fotografico più grande del mondo, denominata Mammoth, fatto costruire a Chicago da J. A. Anderson, famoso per la realizzazione di apparecchi fotografici. Pesava 634 chili, il formato dei negativi era di 240X130cm, le lastre erano di vetro e pesavano 250 chili, e per farlo funzionare erano necessarie 15 persone.
  • Leica

    Leica
    La Leica Camera AG è un'azienda tedesca nell'industria ottica. La società produce macchine fotografiche e apparecchi ottici specifici per la fotografia, oltre a binocoli, microscopi e mirini telescopici. Introduce il formato 35 mm. L’apparecchio diede origine al formato 24x36 che rimane ancora oggi il più discusso. Possedeva un’ottica intercambiabile, di otturatore sul piano focale e di telemetro accoppiato per l’accurata messa a fuoco.
  • La reflex biottica

    La reflex biottica
    Nasce nel 1929, consente di vedere il soggetto inquadrato attraverso l'obiettivo superiore grazie ad uno specchio inclinato di 45°, posto dietro, che riflette l'immagine in alto, verso l'occhio del fotografo. Attraverso l'obiettivo inferiore, dotato di otturatore centrale, passa invece l'immagine che va a colpire la pellicola. Questo apparecchio ha avuto molto successo sia tra professionisti che tra dilettanti, e ancor oggi, se ne trovano in produzione.
  • La reflex monoculare

    La reflex monoculare
    Il sistema reflex viene ulteriormente sviluppato metà degli anni Trenta, si costruisce la prima reflex con un unico obiettivo. L'apparecchio, compatto e versatile, è dotato di uno specchio che si solleva al momento dello scatto consentendo perciò alla luce di passare e, una volta aperto l'otturatore, di colpire la pellicola. L'otturatore è di tipo a tendine. Con le costanti migliorie e l'adattamento a vari formati la reflex è oggi una macchina dalle ottime prestazioni.
  • La polaroid

    La polaroid
    Nel 1948 Edwin Land la brevettò. Il brevetto consisteva in una particolare fotocamera in grado di contenere una cartuccia contenente una serie di fogli fotosensibili, coperti singolarmente da una pellicola impregnata dal lato a contatto con il foglio stesso di una sostanza reagente. Una volta impressionata, la carta necessitava di essere estratta manualmente dalla fotocamera ed in seguito veniva separata dal foglio contenente il reagente, lasciando un'immagine impressa direttamente in positivo.