-
Period: to
età giolittiana
un decennio che prese il nome dai governi del liberale Giovanni Giolitti, che caratterizzarono la vita politica italiana sino alla vigilia della prima guerra mondiale. -
il progetto politico di Giolitti
la politica giolittiana era basata sulla neutralità dello stato che doveva avere funzioni di arbitro e di tutela dell'ordine pubblico: esso non doveva spalleggiare ne una parte ne l'altra. I sindacati erano benvenuti se gli scioperi avevano alla base motivazioni economiche e non politiche, ogni questione poteva essere risolta fra lavoratori e datori di lavoro. -
sostenitori e nemici del progetto
sostenitori: industriali e all'inizio il partito socialista
oppositori: agrari, dirigenti sindacali, clericali. -
lo sciopero generale nazionale del 1904
si estende in tutta Italia lo sciopero generale proclamato su indicazione della Camera del Lavoro di Milano, a seguito dell'uccisione di lavoratori in Sicilia e Sardegna. A Bologna si muovono prima di tutti gli operai delle principali fabbriche metalmeccaniche. Vengono chiusi tutti i negozi, tranne gli alimentari.
Lo sciopero finì il 21 settembre. Giolitti coerentemente lo condannò perché non mirava ad aspetti economici ma era di natura politica. Sull'onda dello sciopero nacque la Cgdl nel 1906 -
riforme sociali
Giolitti portò avanti un ampio programma di riforme sociali;
_cura della pellagra malattia portata dalla malnutrizione
_legge sul lavoro femminile, che limitò l'orario di lavoro a 12 ore max
_legge sul lavoro minorile, limite a 12 anni
_legge sulla maternità
_assicurazione sugli infortuni
_legge sulla municipalizzazione, con l'autofinanziamento dei comuni
_riposo settimanale, la domenica
_legge sull'istruzione -
il decollo dell'industria
Giolitti creò due nuove banche destinate a prestare denaro alle imprese, con l'estensione della rete ferroviaria e con la nazionalizzazione del servizio telefonico, inoltre mantenne il protezionismo. Per il sud Giolitti varò le leggi speciali per il Mezzogiorno che non trasformarono l'economia del sud ma ebbe il vantaggio di produrre effetti in tempi brevi -
guerra italo-turca conquista della Libia
sostenitori: industria e banche per una maggiore fonte di profitti, i militari che cercavano prestigio dopo la sconfitta di Adua, alcuni socialisti e cattolici per dare uno sbocco alla disoccupazione, i nazionalisti che necessitavano di uno stato forte.
Nel 1911 dichiarò guerra e finalmente ottenne un impero coloniale -
patto Gentiloni
per allargare la maggioranza che sarebbe uscita dalle elezioni, firmò il patto Gentiloni che gli assicurava l'alleanza dei cattolici ma gli precludeva la possibilità di varare la legge sul divorzio, la difesa delle scuole religiose e lo costringeva ad equiparare le attività economiche e sociali cattoliche a quelle laiche -
la caduta di Giolitti
l'occupazione della Libia non riuscì a dargli lustro. Dopo la vittoria del 1913, contro di lui fu organizzata una campagna di stampa che lo portò a perdere l'appoggio sia della destra (nazionalista) e la sinistra (socialista) non che del settore moderato a cui egli stesso apparteneva. Nel 1914 rassegò le dimissioni. Lo subentrò Antonio Salandra gradito sia ai nazionalisti e ai militari.