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Invenzione del primo microscopio composto
La scoperta del microscopio risale ai primi esperimenti sulle lenti eseguiti nel 1590 da Hans e Zacharias Janssen, due fabbricanti di occhiali olandesi. Il termine microscopio deriva dal greco "micros"/"piccolo" e da "scopeo"/"osservo".
Essi realizzarono il primo microscopio ottico formato dall'obiettivo che riproduceva l'immagine ingrandita dell'oggetto e dall'oculare che ingrandiva fino a 30 volte di più l'immagine rispetto all'obiettivo. -
Pubblicazione di "Micrographia"
Nel 1665 Robert Hooke pubblica "Micrographia" nel quale descrive per la prima volta le cellule osservate in sezioni di sughero.
Osservando al microscopio delle fette sottili di midollo di sambuco, Hooke identificò delle piccole strutture distinte, apparentemente vuote, simili a tante piccole celle, le stanze occupate nei conventi dai monaci. In realtà Hooke aveva osservato solo le pareti di cellule morte di midollo di sambuco; non aveva infatti descritto né il nucleo né gli organuli cellulari. -
Pubblicazione di "Anatomes Plantarum"
Nel 1675 Marcello Malpighi pubblica "Anatomes Plantarum", il primo importante lavoro sull'anatomia delle piante basata sulla loro osservazione microscopica. Malpighi descrisse la struttura microscopica delle piante affermando che erano formate da entità microscopiche, le cellule, che chiamò utricoli. -
Le osservazioni di Van Leeuwenhoek
Nel 1676 usando un semplice microscopio, Anton Van Leeuwenhoek osservò nell'acqua prelevata da uno stagno animali piccolissimi, sottolineando l'estrema complessità della loro morfologia. -
Il dogma fondamentale della teoria cellulare di Dutrochet
Nel 1824 Dutrochet formulò uno dei dogmi fondamentali della teoria cellulare moderna, ossia che la cellula è l'elemento fondamentale dell'organizzazione degli organismi viventi. In realtà anche Dutrochet non era riuscito a vedere i nuclei cellulari, per cui in passato si era sostenuto che le sue cellule potessero essere immagini illusorie prodotte dai poco affidabili microscopi utilizzati nei primi anni del XIX secolo. -
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Schwann e Schleiden: enunciazione della Teoria Cellulare
Tra il 1838 e il 1839 lo zoologo Teodor Schwann e il botanico Mattia Schleiden, con l'ulteriore perfezionamento dei microscopi, giunsero all'enunciazione della Teoria Cellulare: tutti i corpi degli animali e delle piante sono formati da cellule e prodotti delle cellule. Sorse il problema di come si generassero le cellule: Schwann supponeva che esse si formassero per cristallizzazione spontanea di sostanze organiche inizialmente al di fuori dei confini cellulari (il protoplasma). -
Rudolf Virchow: "Omnis cellula e cellula"
Nel 1858 il patologo Rudolf Virchow in "Cellularpathologie", grazie a degli studi sull'osservazione delle cellule in divisione, poté affermare che ogni cellula nasce da una cellula preesistente "Omnis cellula e cellula". -
Mendel e l'ereditarietà
Nel 1860 il monaco Gregor Mendel scopre e descrive le leggi dell'ereditarietà in seguito agli studi effettuati sulle piante di Pisum Sativum. -
Flemming e Strasburger: la mitosi
Nel 1882 Walther Flemming ed Eduard Strasburger descrivono i processi mitotici. -
Weismann: informazione genetica e cromosomi
Nel 1892 August Weismann, biologo e botanico tedesco, propone l'ipotesi che l'informazione genetica è conservata nei cromosomi.