Francesco hayez   ritratto dell'innominato

Bernardino Visconti, l'Innominato: la vita di un bandito tra realtà e finzione.

  • Period: 1579 to

    Bernardino Visconti, l'Innominato

  • Sep 16, 1579

    Nascita

    Nascita
    Bernardino Visconti fu figlio naturale del signore di Milano Bernabò Visconti (1323-1385) che gli concesse il feudo di Brignano e fu il capostipite di questo ramo della casata. Nato nel castello di Brignano d'Adda nel 1579 (nella chiesa parrocchiale brignanese si conserva tuttora l'atto di nascita), trascorse l'infanzia a Crema nel palazzo Benzoni, , e ricevette l'istruzione nel Collegio milanese dei Nobili insieme al fratello maggiore Galeazzo Maria.
  • Il rapimento di Paola Benzoni

    Dopo la morte del marito la madre, Paola Benzoni, decise di convolare a nuove nozze. Alla vigilia del matrimonio,Bernardino e il fratello, ai quali l'unione non era gradita, insieme ai cugini Benedetto Cagnola e Sagramoro Visconti, rapirono la madre. Fu celebrato un processo senza serie conseguenze per l'undicenne Bernardino, il quattordicenne Galeazzo e i congiunti, perché il giudice, considerati l'età e il rango degli imputati, ritenne che fossero affari di famiglia.
  • L'irruzione nella casa di Schiavino e il bando

    A Bagnolo Cremasco, il quattordicenne Bernardino, a capo di ventisei bravi armati, fece irruzione nella dimora di un uomo agiato, denominato Schiavino, lo aggredirono e devastarono la casa.A dicembre dello stesso anno il Consiglio dei Dieci di Crema decretò il loro bando dalla città e dal territorio.
  • Period: to

    Il conte del sagrato

    Tra il 1957 e il 1959 Bernardino commise una serie di misfatti, tra cui due omicidi. Lo chiamavano il "conte del sagrato" (proprio come il primo appellativo dato dal Manzoni all'Innominato in Fermo e Lucia), poiché faceva uccidere le sue vittime nello spazio consacrato davanti alle chiese.
  • La fuga dell'Innominato

    La fuga dell'Innominato
    Nel 1603 una grida del ducato di Milano stabilì una taglia di 200 scudi per chi avesse catturato il Visconti che si rifugiò in Svizzera, rientrando segretamente in uno dei suoi covi, il castello dell'Innominato, luogo di frontiera attraversabile a piedi, tra la repubblica di Venezia e i territori spagnoli in Lombardia.
  • L'incontro con il cardinale Borromeo

    L'incontro con il cardinale Borromeo
    Nel 1619, in occasione della visita pastorale a Treviglio, incontrò il cardinale Federico Borromeo con il quale dialogò per due ore. Fu probabilmente l'occasione e il momento della conversione. L'abboccamento tra l'autorevole porporato e il Visconti venne senza dubbio predisposto dai suoi parenti (molti erano religiosi) e stabilito con le autorità.
  • Il rapimento di Lucia

    Il rapimento di Lucia
    L'Innominato manda a chiamare il Nibbio, uno dei suoi bravi più abili e gl'ingiunge d'andare in cerca d'un tale Egidio, il quale abitava presso il convento ov'era rifugiata Lucia e ben conosceva la Signora, cioè suor Gertrude. Quel tale Egidio induce la suora a tradire la giovine a lei affidata, facendola uscire con un pretesto dal monastero, mentre il Nibbio e i suoi uomini sono appostati con una carrozza nella strada deserta, per impadronirsi di lei e portarla al castello del loro padrone.
  • Don Rodrigo e l'Innominato

    Don Rodrigo e l'Innominato
    Don Rodrigo raggiunge l'Innominato nel suo castello, accompagnato dal Griso e da altri quattro bravi, ch'eran chiamati il Tiradritto, il Montanarolo, il Tanabuso e lo Squinternotto. L'innominato, udito il
    discorso di don Rodrigo, accetta di prender su di sé il rapimento di Lucia.
  • Period: to

    Bernardino Visconti ne " I Promessi Sposi"

  • La conversione dell'Innominato e la liberazione di Lucia

    La conversione dell'Innominato e la liberazione di Lucia
    L'Innominato, mosso da una nuova pietà, decide di non portare subito Lucia da Don Rodrigo e di farla pernottare nel suo castello. Ella, con parole pie, riesce a sospendere l'operazione criminale e a muovere profondamente l'animo dell'uomo.
  • L'ultimo periodo e la morte.

    Dopo essersi convertito presso una chiesa del trevigliese, Bernardino trascorse i suoi ultimi anni in preghiera e meditazione in alcuni conventi cremaschi, soprattutto in quello dei frati cappuccini nel quartiere dei Sabbioni. Morì, intorno al 1647, nel palazzo Benzoni a Crema, all'età di 68 anni, e fu tumulato nella cripta della famiglia materna, situata nella cattedrale di Santa Maria Assunta.